Negli ultimi giorni si è parlato tanto della legge sui partiti e dell’eliminazione della cosiddetta norma anti Movimento 5 Stelle: cerchiamo di capire di cosa si parla e quali sono le novità. Innanzi tutto cos’è questa legge partiti? Dovrebbe essere la norma attuativa dell’articolo 49 della Costituzione: la Commissione Affari Costituzionali ha prodotto un testo che unifica le varie proposte di legge e propone di introdurre nuovi meccanismi a favore della trasparenza.
L’attuale disciplina e la norma anti Movimento 5 Stelle con obbligo di Statuto
Attualmente sui partiti vige la normativa varata da un decreto del governo Letta che tagliava i finanziamenti e obbligava le forze politiche (che fossero partiti o movimenti) a dotarsi di uno Statuto e ad iscriversi ad un registro. Il testo comunque non prevedeva sanzioni per chi non rispettava questi obblighi (cosa che ha fatto il Movimento 5 Stelle). La prima proposta di legge ufficiale proveniente dal PD e firmata da Lorenzo Guerini prevedeva per i partiti e i movimenti che non presentano uno statuto una punizione severa, ovvero la loro esclusione dalle elezioni. Come è facilmente immaginabile, il ddl aveva scatenato non poche polemiche, soprattutto dal fronte dei pentastellati.
Le novità sulla Legge Partiti: cosa cambia con l’introduzione della dichiarazione di trasparenza
Il nuovo testo presentato da Matteo Richetti, relatore della Commissione Affari Costituzionali, prova ad andare oltre questa soluzione e propone l’introduzione di un nuovo strumento, la dichiarazione di trasparenza. In pratica i movimenti e i partiti che non hanno presentato uno Statuto e che non si sono iscritti al registro possono comunque partecipare alle elezioni presentando una dichiarazione i cui contenuti minimi sono previsti dal ddl stesso: devono essere infatti obbligatoriamente indicati il legale rappresentante del gruppo politico organizzato e la sede legale nel territorio italiano, gli organi del gruppo, con le loro composizioni e attribuzioni, e le modalità con cui vengono selezionati i candidati per la presentazione delle liste. L’esclusione dalle elezioni scatta solo nel caso in cui non venga presentata neanche questa dichiarazione di trasparenza.
La parola trasparenza è la chiave di volta di tutto il testo del disegno di legge sui partiti proposto da Richetti: viene richiesta maggiore chiarezza anche per quanto riguarda la vita interna di partiti e movimenti. I partiti iscritti al registro devono inserire nel loro sito internet una sezione dedicata alla pubblicazione dei bilanci, dello Statuto e degli organi interni; i movimenti invece nel sito dovranno pubblicare le procedure per l’approvazione degli atti che impegnano il gruppo politico, il numero, le attribuzioni e la composizione degli organi (esecutivi, deliberativi e di controllo), le modalità delle loro nomine e della selezione dei candidati e la durata dell’incarico; deve inoltre essere indicato l’organo dotato di rappresentanza legale.
Maggiore trasparenza su organi, iscritti e donazioni
Tutti gli iscritti ai gruppi politici organizzati dovranno avere la possibilità di conoscere gli altri iscritti: l’anagrafe dei partiti però non sarà pubblicata online per motivi di privacy, ma deve comunque essere accessibile e consultabile da chi è iscritto. Anche per quanto riguarda i finanziamenti da parte di privati il Garante ha sollevato problemi di privacy per la pubblicazione online: il testo firmato da Richetti prova a garantire una maggiore trasparenza disponendo l’obbligo di tracciabilità per le donazioni di importo compreso tra 5.000 e 15.000 euro con una dichiarazione congiunta del donatore e della forza politica beneficiante, mentre per somme che superano i 15.000 euro ci può essere pubblicazione online perché la cifra è talmente importante che il diritto alla trasparenza supera quello alla riservatezza del donatore.