In questo articolo presenteremo tutte le ultime notizie relative alle pensioni rispetto al mese di settembre 2019: vedremo quindi quali sono le news più rilevanti riguardo alla riforma ed ai criteri per la pensione anticipata, Quota 100 e relativamente al pensionamento dei lavoratori precoci e della scuola.
News Pensioni settembre 2019: riforma, Quota 100 e pensione anticipata
La situazione politica attuale, con il recentissimo insediamento del governo Conte bis con la coalizione giallo-rossa, non è facile prevedere come si stabilizzerà l’assetto del sistema previdenziale nazionale, nello specifico in riferimento ai pensionamenti anticipati (e quindi alle formule Quota 100, Ape Sociale e volontaria e Opzione Donna). Le news relative a settembre 2019 riportano ancora un quadro allineato rispetto ai provvedimenti emanati dal precedente governo Lega-M5S, prevedendo quindi la possibilità da parte dei lavoratori di andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi (per gli uomini) e 41 anni e 10 mesi (per le donne). Queste condizioni, dicevamo, sono ancora in vigore e nei prossimi mesi potrebbero essere oggetto di riformulazione, rimodulazione e correzione dal neo-insediatosi governo, che potrebbe rimettere mano ai termini della “flessibilità” in uscita. Ma, nel dettaglio, quali sono le notizie che a settembre 2019 un lavoratore prossimo alla pensione deve conoscere per capire come anticipare i tempi del ritiro? Ovviamente le news più importanti riguardano ancora la riforma attuata dal governo Lega-M5S che ha introdotto nuove forme di pensionamento anticipato, che affiancano il “classico” pensionamento di vecchiaia.
La più nota di queste formule è sicuramente Quota 100: essa è percorribile su base volontaria ed è quindi decisione autonoma del lavoratore che decida di ritirarsi prima del naturale decorrere dell’anzianità che consentirebbe il pensionamento “d’ufficio”. Le condizioni necessarie e sufficienti per accedere a Quota 100 sono i 62 anni di età – che è condizione anagrafica non indicizzata rispetto alla speranza di vita – e 38 anni di contribuzione. A Quota 100 non possono avere accesso lavoratori che si trovino già all’interno di un programma di esodo e nemmeno il personale in servizio presso il Corpo Nazionale dei vigili del fuoco, le Forze di polizia e di polizia penitenziaria, la Guardia di Finanza. Qualora il lavoratore si trovasse in possesso delle caratteristiche anagrafiche e contributive necessarie deve però attendere la finestra mobile che corrisponde a 3 mesi per i dipendenti di aziende private ed i lavoratori autonomi mentre ha cadenza semestrale per i dipendenti pubblici. Questi ultimi hanno inoltre obbligo di preavviso stabilito in 6 mesi: stando a dati divulgati dall’Inps le domande di pensionamento con Quota 100 presentate da dipendenti del settore pubblico a decorrere da agosto 2019 sono state oltre 10.300, a riprova del “successo” riscontrato dall’introduzione di questa misura. Ovviamente, anticipando il pensionamento il lavoratore versa meno anni di contributi e questo implica che il montante in accumulazione sarà ridotto e che i coefficienti di trasformazione, vista la più bassa età pensionabile, saranno a sfavore del lavoratore. Inoltre, è previsto il divieto di cumulo di reddito e pensione per chi accede a Quota 100 fino a che non si sarà maturata l’età stabilita per il pensionamento di vecchiaia (ad eccezione dei redditi derivati da lavoro autonomo su base occasionale fino a 5.000,00 euro lordi all’anno). A compensazione di questi “costi” però il lavoratore potrà godere di una maggiore qualità di vita, con più tempo libero a disposizione da dedicare a sé e alla propria famiglia. Quota 100 ha, inoltre, lo scopo preciso di favorire il ricambio generazionale all’interno del personale delle aziende allo scopo di implementarne il tasso di innovazione e competitività: si stima che nel 2019 per ogni 3 pensionati in uscita con Quota 100 1 giovane sia entrato in azienda, quindi, circa 116.000 under 30 nell’ultimo anno, stando ai dati dell’Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro.
Quali sono invece le ultime news di settembre 2019 rispetto al pensionamento anticipato?
Anche in questo caso, dobbiamo attenerci ai provvedimenti già in vigore che hanno sancito dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2026 i requisiti di contribuzione per la pensione anticipata rimangono invariati, nonostante l’Inps abbia rilevato un aumento della speranza di vita quantificato in 5 mesi, che viene invece riconosciuto ai fini del pensionamento di vecchiaia, che si raggiunge a 67 anni con almeno 20 anni di contribuzione. Alla luce di ciò, le ultime notizie confermano che il pensionamento anticipato continua ad essere possibile con 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne e 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini, indipendentemente dall’età anagrafica. Chi decidesse quindi di richiedere il pensionamento anticipato deve però tenere presente che anche in questo caso sono previste finestre mobili di 3 mesi riservate ai lavoratori dipendenti del settore privato e ai lavoratori autonomi.
Novità pensioni settembre 2019: lavoratori precoci, Opzione Donna, pensioni Scuola
Vediamo invece quali sono le ultime notizie, relative a settembre 2019, che riguardano la pensione per i lavoratori precoci. I lavoratori precoci sono una categoria particolare di lavoratori: essi sono, cioè, coloro che possono presentare almeno 12 mesi effettivi di contribuzione prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Le misure di pensionamento previste per i lavoratori precoci tengono quindi conto del fatto che questi contribuenti hanno iniziato a lavorare in giovane e giovanissima età, consentendo loro criteri di maggiore elasticità per l’accesso alla pensione. Per questi lavoratori, anche qualora si trovassero disoccupati in seguito di un licenziamento e che abbiano finito di beneficiare da almeno 3 mesi di tutta la spettante indennità di disoccupazione, invalidi in percentuale pari o superiore al 74% , addetti a mansioni usuranti e gravose, care-givers da almeno 6 mesi di un proprio familiare affetto da grave handicap secondo quanto previsto dalla legge 104 (i cosiddetti “profili di tutela”) è stato concesso il beneficio del blocco dell’aumento della speranza di vita (che come abbiamo visto poco sopra ha subito un incremento di 5 mesi). Quindi, i lavoratori precoci, come stabilito dalla legge 232/2016, a partire al 1° maggio 2016 possono anticipare la pensione al “compimento” del 41esimo anno di contribuzione, indipendentemente dalla loro età anagrafica. Anche per questa categoria sono previste finestre mobili di 3 mesi.
Anche le ultime notizie relative alla formula di pensionamento anticipato Opzione Donna non presentano sostanziali novità rispetto a quanto stabilito dal decreto in vigore: le lavoratrici che al 31 dicembre 2018 abbiano compiuto 58 anni di età (59 per le lavoratrici autonome) possono richiedere la pensione anticipata a fronte di una contribuzione pari o superiore a 35 anni. Le donne che intendano presentare domanda per il pensionamento Opzione Donna debbono tenere a mente che questa formula di pre-pensionamento presenta finestre mobili stabilite in 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le autonome.
Il pensionamento anticipato per quanto riguarda i lavoratori della Scuola ha invece meccanismi e regole che in parte differiscono rispetto agli altri comparti, proprio vista la specificità della funzione svolta dagli insegnanti, che fa sì che il pensionamento non possa avvenire ad anno scolastico in corso. Proprio per questa ragione, le ultime notizie aggiornate a settembre 2019 riportano il mantenimento del termine del 1° settembre come finestra unica per l’uscita dei lavoratori, che abbiano raggiunto il termine del pensionamento di vecchiaia e presentato domanda entro il 31 dicembre dell’anno precedente. In questo modo viene tutelata la continuità dell’insegnamento agli studenti, dal momento che il pensionamento degli insegnanti si invera durante l’estate, con decorrenza dal 1° settembre. La novità maggiore da registrare a settembre 2019 – e sicuramente spiacevole per gli interessati, ovverosia il personale docente ed ATA – riguarda l’accesso a Quota 100: qualche giorno fa alcuni lavoratori che hanno presentato domanda entro il termine previsto del 9 settembre 2019 (ai fini dell’uscita il 1° settembre 2020), l’hanno vista respinta con la motivazione che solo chi compirà 62 anni entro il 31 dicembre 2019 può presentare domanda, escludendo quindi tutti coloro che matureranno i requisiti necessari (62 anni + 38 di contributi) nei primi mesi del 2020 dalla possibilità di ritirarsi a settembre. Questo fatto ha suscitato polemiche e lascia supporre che nel 2020 i requisiti di Quota 100 saranno rivisti e forse l’intera misura riconsiderata. Rispetto a settembre 2019, insegnanti e personali ATA sulla via della pensione possono inviare la domanda di pensione (sia di vecchiaia, che anticipata, ecc.) a partire dal 2 settembre 2019 presso i patronati oppure direttamente online con PIN o Spid sul sito ufficiale dell’Inps.
In sostanza, quindi, rispetto alle news divulgate nei mesi passati in relazione alla riforma pensionistica attuata dal precedente governo non ci sono stati cambiamenti rilevanti: tutto lascia supporre però che il nuovo assetto politico creatosi andrà a produrre dei mutamenti sulle norme oggetto di riforma, introducendo con ogni probabilità riformulazioni consistenti delle condizioni esistenti, tenendo conto dell’aumento della speranza di vita e parallelamente dell’urgenza di immettere nuova forza lavoro, giovane, qualificata e ad alto tasso di innovazione nel mercato del lavoro e sanare il deficit di competenze digitali e tecnologiche che penalizza l’economia nazionale in molti settori, rimettendola in competizione sullo stesso piano con le economie dei paesi più avanzati del mondo.