Prestito Partecipativo: che cos’è, definizione e scritture contabili

Pubblicato il 5 Giu 2018 - 7:27pm di Livia Larussa

Spesso si parla di prestito partecipativo. Di cosa si tratta esattamente? Se siete interessati ad ottenere una chiara definizione, informazioni su come si ottiene e che tipo di impatto e influenza esso può avere sulle scritture contabili della società che intende ottenerlo, siete senza dubbio nel posto giusto.

Di seguito nell’articolo infatti, troverete tutte queste informazioni, spiegate nei loro aspetti più tecnici, ma non solo. Non essendo tutti grandi economisti, si tenterà anche di offrire una spiegazione più chiara possibile, così da risultare di facile comprensione anche coloro che non possono vantare una grande familiarità con i tecnicismi più ostici del mondo dell’economia finanziaria.

Bando dunque ad ogni tipo di scoraggiamento e cominciamo subito con la definizione di prestito partecipativo e con una rapida panoramica dei motivi per cui si distingue dai prestiti bancari ordinari e delle condizioni alle quali è possibile ottenerlo. Passeremo successivamente agli aspetti più tecnici, mantenendo fermo, come anticipato, il proposito di semplificare il più possibile l’intero argomento.

Che cos’è il prestito partecipativo? Definizione e curiosità

Il prestito partecipativo si caratterizza per le seguenti caratteristiche: in primis, va detti che questo tipo di prestito è stato concepito per essere corrisposto alle imprese. Più nello specifico, elle imprese italiane medio piccole che hanno l’obiettivo di investire denaro in operazioni finalizzate all’incremento dell’innovazione e dello sviluppo. Per tutti questi motivi, va da sé che siffatto prestito non può essere richiesto da privati o famiglie, ma soltanto dalle società. In particolare, tutte quelle società che – a prescindere dalla tipologia aziendale – si trovino in stato di contabilità ordinaria e siano disposte a mettere in gioco le proprie risorse.

Secondo una definizione piuttosto comune, il prestito partecipativo consiste in un rapporto a tre soggetti, esso coinvolge infatti la banca, l’impresa – come detto, il soggetto che ottiene il finanziamento – e i terzi che sono da considerare coobbligati e che, di solito, coincidono con i soci dell’impresa, vale a dire con coloro che ne posseggono le azioni o comunque il capitale sociale. Più precisamente quella del prestito partecipativo consiste in un’anticipazione del capitale di rischio. Il finanziamento a favore della banca si realizza non grazie ad un prestito bancario. Sono infatti i soci ad assumere l’impegno di aumentare la capitalizzazione dell’azienda.

Il che può naturalmente in più di un modo: ad esempio attraverso l’aumento del capitale in senso stretto; mediante una rinuncia da parte dei soci dell’azienda al prelievo degli utili dell’azienda; o ancora attraverso un finanziamento dei soci in conto di capitale. Questo strumento di finanziamento è stato pensato e costruito nel rispetto di quelle che sono le linee guide in tema di utilizzo appropriato delle fonti di finanziamento poste in essere dall’accordo internazionale di Basilea II.

Come ottenere un prestito partecipativo e qual è lo scopo proprio dell’operazione

Per poter definire più tecnicamente il prestito partecipativo non si può prescindere dalla seguente formula descrittiva: finanziamento chirografario di medio termine. La sua realizzazione è dunque imprescindibilmente correlata ad un impegno assunto da parte dei soci della società finalizzato a realizzare un conferimento di capitale, come già detto, in una delle possibili forme in cui si può porre in essere. Il conferimento dei soci e l’ammontare del finanziamento possono essere in un rapporto di proporzionalità l’uno rispetto all’altro, ma non è un obbligo

In altre parole, il contratto con la banca concedente può essere formulato secondo il rapporto paritario – di uno a uno – o anche secondo in rapporto superiore, ad esempio: il conferimento da parte dei soci è pari a 10 e la banca concede un finanziamento dal valore di 20 o 30. Anche se c’è da dire che, lo schema più utilizzato e quindi più diffuso è quello che ricalca il rapporto uno ad uno. Inutile dire che questo schema è senza dubbio quello che più conviene alle banche, e che quindi risulta più appetibile per gli istituti bancari che sono meglio disposti a concederlo.

Occorre ora porre l’accento su una peculiarità molto rilevante del prestito partecipativo, che si può definire una caratteristica davvero fondamentale dello stesso. Durante tutta la durata del procedimento infatti, è concessa la possibilità di diluire il valore il conferimento di capitale per tutto il tempo di durata del conferimento. In altre parole, la banca erogherà l’intera somma dal principio, mentre i soci distribuiranno nel tempo il loro impegno ad erogare il capitale.

Passando ora a esaminare più specificamente lo scopo proprio di questa operazione finanziaria, nella speranza di chiarire anche ancora meglio le funzionalità di questo strumento, si può dire che l’obbiettivo numero uno del prestito partecipativi sia quello di realizzare un’ottimizzazione massima delle risorse finanziarie mediante il contributo congiunto di banca e soci. Inoltre tramite questa operazione si può realizzare un utile rafforzamento della struttura delle risorse dell’azienda grazie all’opportunità di ottenere liquidi a medio termine che non sono vincolati da una destinazione predeterminata, a condizioni che si possono senza dubbio considerare vantaggiose rispetto a quelle degli altri tipi di prestito.

Il prestito partecipativo e le scritture contabili

Il prestito partecipativo deve avere durata minima di quattro anni; il suo interesse annuo non può superare il tasso ufficiale di sconto vigente nel periodo in cui si realizzano le rate di ammortamento del prestito; e deve avere ad oggetto una somma che risulti adeguata rispetto al risultato economico che l’impresa si è prefissata. Occorre infine sottolineare che, come per tutte le operazioni di una certa rilevanza, anche il prestito partecipativo deve essere riportato con precisione sulle scritture contabili della società.

Ora che si sono affrontati nel dettaglio tutti i più importanti aspetti di questa operazione finanziaria, si può fare una valutazione circa quelli che sono i vantaggi di questo schema di finanziamento e gli svantaggi dello stesso. Tutto dipende dall’obiettivo dell’impresa: se l’azienda è in grado di realizzare il proprio progetto grazie alle somme che otterrebbe mediante un prestito partecipativo, non resta che attivarsi il prima possibile per mettere in moto una volta per tutte questa procedura. È bene tuttavia tenere ben a mente che il coinvolgimento e quindi il nulla osta dei soci è indispensabile ai fini della buona riuscita dell’operazione. Non sottovalutata questa importante circostanza!

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