Il Parlamento è in pausa per le vacanze estive, ma i sondaggi politici elettorali non si fermano neanche ad agosto 2016: rispetto a quelle che abbiamo considerato ad inizio mese, alcune elaborazioni di metà agosto sembrano mostrare un’inversione di tendenza, con il Movimento 5 Stelle che frena un pochino, lasciando spazio al recupero del Partito Democratico e del centrodestra; in tema di referendum si registra il vantaggio del No.
Il recupero del PD, ad agosto 2016 primo partito d’Italia secondo Winpoll
Secondo i sondaggi di Winpoll il PD sarebbe nuovamente il primo partito d’Italia, forte del 31,2% delle preferenze degli italiani, mentre Il M5S si troverebbe al 29,7%. I partiti del centrodestra se si presentassero separatamente raccoglierebbero il 29,6% (Forza Italia 12,1%, Lega Nord 11,3%, Fratelli d’Italia 4,4%, gli altri 1,8%), ma solo se si presentassero riuniti (in tal caso voterebbero per loro il 28,7% degli italiani) potrebbero sperare in un ballottaggio.
Nessun partito sembra attualmente in grado a raggiungere il 40% dei voti, quindi si fa sempre più concreta l’ipotesi del secondo turno. Nonostante il PD sia il partito con i numeri più alti, al ballottaggio il Movimento 5 Stelle non avrebbe alcuna difficoltà ad affermarsi sia contro i dem che contro il listone del centrodestra: secondo Winpoll la sfida tra M5S e PD si chiuderebbe con un netto 55%-45%, mentre il divario tra pentastellati e centrodestra risulterebbe ancora più largo (57,5%-42,5%). Un secondo turno tra centrodestra e PD si concluderebbe con la vittoria di quest’ultimo per 54,5%-45,5%.
Sondaggi Piepoli: con il Centrodestra unito, Movimento 5 Stelle fuori dal ballottaggio
Gli elettori del Movimento 5 Stelle di sicuro non hanno gradito il contenuto degli ultimi sondaggi politici elettorali elaborati da Piepoli: secondo queste statistiche infatti al ballottaggio andrebbero il PD e il listone del centrodestra, spinto in avanti dalla scelta di Berlusconi di lasciare le redini di Forza Italia in mano a Stefano Parisi. Nel caso in cui l’ex candidato alla poltrona di sindaco di Milano riuscisse nell’impresa di ricompattare i partiti dell’area di centrodestra, le intenzioni di voto degli italiani secondo Piepoli sarebbero queste: PD 37%, Centrodestra 32%, Movimento 5 Stelle 28%.
Nel giro di pochi giorni siamo passati da un sondaggio che vedeva il M5S come prima forza politica del Paese ad un’elaborazione che lo mostra addirittura fuori da un ballottaggio che vedrebbe i Democratici imporsi senza troppe difficoltà sul listone formato da FI, Lega, FdI e gli altri partiti del centrodestra. I segnali di ripresa del PD erano stati notati già ad inizio agosto, ma forse nessuno poteva immaginare un ribaltone di questo tipo nel giro di così pochi giorni.
Referendum Costituzionale: il No è in vantaggio
Lasciamo i sondaggi relativi alle elezioni per spostarci su quelli che riguardano il Referendum Costituzionale. Secondo Winpoll solo il 49% degli italiani ha già deciso che andrà a votare: il 25% è certo di non andare, mentre il 26% non ha ancora scelto se recarsi o meno alle urne. Escludendo coloro che hanno dichiarato di non voler votare, il fronte dei contrari alla riforma è ancora in maggioranza: il No oggi raccoglierebbe il 53% dei voti, mentre il Sì si ferma al 47%.
I “nemici” di Renzi si trovano con il coltello dalla parte del manico, nel senso che con un unico voto non solo bloccano la riforma, ma di fatto obbligano il Premier a lasciare la Presidenza del Consiglio: l’eccessiva personalizzazione del referendum (accentuata e smentita a seconda del momento nel corso dei mesi) potrebbe avere effetti deleteri. Ma il Governo non ha perso le speranze: con il probabile slittamento della data del voto a fine novembre c’è tutto il tempo per cercare di convincere qualche indeciso, anche se difficilmente (per mancanza di risorse) l’Esecutivo potrà elargire nuovi bonus per conquistare più consensi.
purche vinca il pd o il movimento 5 stelle sono piu coerenti della lega nord e forsa italia sono due forse politiche diversi politicamente ma bankieri piu delle banke stesse sia di forsa italia gestita da affaristi come berlusconi per loro giro conto e della lega a volere fare il federalismo rebasato sulla forsa delle regione economicamente gestite per loro giro conto una forma di aristocrazia moderna usa e getta