Esperimenti sociali: theShow e Relative

Pubblicato il 20 Gen 2014 - 3:00pm di Piotr Zygulski

Intervista doppia a theShow e Relative, ideatori di esperimenti sociali che spopolano su youtube e mostrano come ci comportiamo per strada

esperimenti sociali

A metà tra il serio degli esperimenti di psicologia sociale – celebre quello di Milgram – e il faceto degli “Scherzi a parte”, gli esperimenti sociali proposti da theShow e dai Relative sono i prosecutori su Youtube di una tradizione ultrasettantennale di candid camera, introdotta pionieristicamente in Italia negli anni Sessanta con Specchio Segreto del regista Nanni Loy, che voleva indagare la crescente alienazione dell’uomo in una vita quotidiana sempre più colonizzata dal capitalismo dei consumi di massa. Oggi i tempi sono cambiati, ma esperimenti sociali come questi sono un punto di osservazione privilegiato per scrutare il nostro comportamento in società, perché senza una prospettiva esterna difficilmente siamo in grado di riflettere su come ci relazioniamo con gli altri. Il canale Youtube del gruppo californiano whatever, lanciato all’inizio del 2013, con i suoi fortunatissimi esperimenti sociali – per citarne uno, tentare di rimorchiare ragazze parlando italiano – ha registrato circa 80 milioni di visualizzazioni; gli omologhi nostrani theShow e Relative, che adesso intervistiamo, ne hanno ottenuto già centinaia di migliaia in poche settimane.

 

Innanzitutto, due parole per presentarvi

theShow: Siamo Alessandro (io) e Alessio, studiamo rispettivamente Ingegneria e Architettura e siamo amici da una vita (la nostra).

Relative: Siamo 4 studenti universitari, due di Giurisprudenza e due di Design, ci chiamiamo Nelson (io), Francesco, Matteo e Giacomo. Ci conosciamo dal liceo e, a parte Giacomo che è una new entry, siamo tutti amici da anni.

Quando e in che modo è nata l’idea di lanciare il vostro progetto?

theShow: Io (Alessandro) ad inizio 2013 ho scoperto per caso la cultura americana del Prank e ne sono rimasto completamente affascinato. Senza troppi preamboli ho deciso che avrei importato qualcosa del genere in Italia, vista anche l’assenza di progetti simili sul tubo nostrano, così ho subito pensato ad Alessio, socio naturale in un’avventura del genere. Inutile dire che la risposta è stata immediata e affermativa.

Relative: Durante il lontano agosto 2013, ci è venuta l’idea di portare in Italia, dall’America, il format degli esperimenti sociali, che fino a quel momento, su Youtube Italia, era affrontato solo occasionalmente da un paio di canali. Siamo tutti cresciuti a suon di Candid Camera e vedere che negli USA questa cosa funzionava, è stata la scintilla che ci ha fatto decidere di aprire il canale, che abbiamo poi finalmente battezzato il 6 ottobre con il primo video.

Raccontateci come si svolge un esperimento sociale

theShow: La forza di un esperimento sociale risiede in chi lo subisce, noi siamo solo veicolo dello spettacolo, i veri protagonisti sono le vittime (da qui theshowisyou). Proprio per questo cerchiamo sempre delle idee forti, di grande impatto, che suscitino reazioni apprezzabili. Il resto è la parte divertente, scendere in strada e godersi le facce dei malcapitati.

Relative: Prima di tutto si sceglie un’idea che può essere più o meno valida (se è molto buona farà tutto lei, se è così così starà a noi rendere accattivante il tutto), poi si esce con videocamera e microfono nascosto, si battezza una vittima a caso e si da il via alle feste, ovviamente sempre chiedendo il permesso di utilizzare le immagini alla vittima dopo lo scherzo. Le riprese possono durare da 3 ore a 3 giorni con ore e ore di montaggio video successive.

Un esperimento sociale, per essere tale, deve coinvolgere le persone anche con la loro intimità. In che modo (non) vi preoccupate di (non) urtare la sensibilità di coloro che incontrerete per strada?

theShow: Non ce ne preoccupiamo. Se decidiamo di mettere in atto un esperimento o uno scherzo si tratta sempre di una scelta ponderata, quindi andiamo fino in fondo. La società moderna impone alle persone situazioni reali ben più estreme di quelle fittizie che noi andiamo a somministrar loro. Ci è capitato di girare esperimenti sociali piuttosto cruenti (vedi “morire tra la gente”) e irrispettosi (ad esempio “insultare la gente parlando al telefono”) e nonostante questo la percentuale di lamentele è stata bassissima durante lo scherzo, e nulla una volta rivelata la videocamera.

Relative: A volte capita che la vittima si arrabbi, ma tendenzialmente si limita ad andarsene con passo spedito senza parlare. La nostra tipologia di esperimenti sociali – scherzi è studiata in modo da non infastidire troppo la gente e di conseguenza chi ci guarda. Il nostro obiettivo è fare video che mettano il sorriso agli spettatori e questo non è possibile se si fanno cose davvero fastidiose e cattive nei confronti dei nostri bersagli. Poi, ovviamente, la sicurezza sta nel fatto che quando si svela che è una candid camera, solitamente anche la persona più arrabbiata del mondo si mette a ridere e siamo salvi.

Riuscite a spiegare alle vostre “cavie”, al termine dell’esperimento, di cosa si tratta?

theShow: Dedichiamo sempre parecchio tempo alla spiegazione, è un momento utilissimo per sondare gli animi dopo l’esperimento e per raccogliere feedback per le scene successive.

Relative: Certamente, per utilizzare le immagini è obbligatorio chiedere il consenso (quando qualcuno è censurato nei video è perché o non lo ha dato, oppure era così paurosamente pericoloso come individuo che non abbiamo avuto il coraggio di chiederglielo). Inizialmente alle persone dicevamo “è un esperimento sociale!”, ma nessuno capiva e stavamo lì a spiegare due ore, quindi ora ci limitiamo a dire “è una candid camera” e magicamente tutti afferrano il concetto.

Avete mai avuto problemi con la polizia?

theShow: Sì. Il nostro paese è molto limitato da questo punto di vista. La rete è piena di esperimenti sociali che hanno come oggetto le forze dell’ordine. Addirittura negli USA la reazione tipica, una volta svelata la videocamera, è la risata. In Italia, stando alla nostra esperienza, le forze dell’ordine non sono dotate di autoironia. Chiaramente esistono eccezioni, come l’agente in “offrire cocaina alla gente”, ma dopo che siamo stati trattenuti in piazza Duomo da cinque militari, con l’arrivo di due volanti della polizia, quando vestiti da Babbo Natale abbiamo regalato ad un soldato un doppio dildo, abbiamo capito che evidentemente esistono delle difficoltà nella comprensione delle priorità da parte della polizia. Per non parlare della convinzione, legalmente infondata, che gli agenti non possano essere oggetto di riprese.

Relative: No, abbiamo paurissima della polizia.

esperimenti socialiTimidezze e imbarazzi?

theShow: No. Abbiamo sempre fatto scherzi, l’unica differenza è la videocamera, che si rivela un’ottima scusa per le situazioni più imbarazzanti.

Relative: Durante tutto il primo video abbiamo tremato come foglie, ma pian piano che vai avanti diciamo che ci fai il callo, non diventa più un problema (anche se ho ancora paura delle persone che sono abbastanza grosse da picchiarmi). Come dicevo prima, qualsiasi problema ci sia, se sveli che è una candid diventi il migliore amico di chiunque.

Un modo per divertirsi o per analizzare il comportamento umano?

theShow: Nessuna pretesa di scientificità. Il comportamento umano è divertente. Semplice.

Relative: Noi lo vediamo più come un modo per divertirci, YouTube è questo, divertimento. Poi, ovviamente, se grazie ai nostri video è possibile capire come funzionano gli esseri umani tanto meglio.

Qualcuno di voi studia psicologia, antropologia, sociologia o filosofia?

theShow: No, però facciamo palestra.

Relative: No, giurisprudenza e design fondamentalmente.

Comunque sia, le implicazioni teoriche sono incommensurabili. Ad esempio nel campo della moralità c’è chi è fautore della cosiddetta “teoria della patina”, culturale artificiale, che dovrebbe mascherare una natura essenzialmente malvagia (homo homini lupus); altri invece propongono una visione “naturalistica” dello sviluppo della morale che sarebbe essenzialmente buona, relazionale ed empatica, come dimostrerebbe anche lo studio etologico dei primati (zòon politikòn). Dalle vostre impressioni, quale delle due posizioni sentite maggiormente vostra? La diffidenza degli esseri umani è innata oppure è un semplice schermo sociale?

theShow: La diffidenza è praticamente il nostro pane quotidiano. Quando ci avviciniamo a qualcuno, con fare stralunato perchè lo scherzo lo richiede, le prime reazioni sono ormai catalogabili: mano al portafoglio e sguardo sospetto. Speriamo di riuscire in qualche modo a cambiare questo aspetto della vita quotidiana nel nostro Paese. Forse un giorno non si collegherà più un abbraccio gratuito a uno scippo. Non intendiamo invece addentrarci in una diatriba filosofica lunga secoli, i nostri esperimenti sociali sono solo un momento di evasione. Non so il mio compare, ma a titolo personale non mi importa più di tanto se l’uomo nasca malvagio e si mascheri oppure nasca buono e venga imbarbarito dalla società. L’importante non è come si nasce, ma come si vive.

Relative: Non ho capito molto della domanda, ma provo a rispondere basandomi sulle ultime righe. Secondo me gli uomini non sono esseri “malvagi”; se reagiscono male, quello è lo schermo della società, che li rende individui cupi e impauriti. Se devo scegliere una delle due, opto per la morale essenzialmente buona, la visione “naturalistica”.

La parola privacy vi fa venire in mente…

theShow: Un diritto sacrosanto, ma una normativa che andrebbe snellita ed attualizzata all’era del social.

Relative: Che a fine video devo sempre andare a chiedere il consenso altrimenti frame per frame devo piazzare figure buffe sui volti delle persone e perderci un sacco di tempo. A parte gli scherzi, ormai credo che la privacy si stia andando a perdere per via di tutte le nuove tecnologie e per colpa di balordi come noi. Ma non la vedo come una cosa problematica.

Ogni video ovviamente ha la sua specificità, ma avete riscontrato qualcosa di ricorrente nella reazione delle persone?

theShow: Con sorpresa abbiamo constatato che moltissime vittime, anche non giovanissime, una volta rivelato loro a cosa hanno preso parte, si complimentano con noi. Questa è una grandissima soddisfazione.

Relative: Quelli al telefono e quelli che fanno jogging sono sempre scontrosi. A parte questa nostra osservazione superficiale, una cosa che abbiamo capito è che gli italiani si imbarazzano molto facilmente per nulla, è raro per noi trovare ragazzi o adulti che ci ascoltino senza pensare che siamo pazzi o cose del genere, tendono tutti a non fidarsi, il che non è completamente sbagliato ma fa notare anche come le persone siano un po’ fredde. Se passi vicino a qualcuno o ti siedi di fianco, la prima cosa che fanno è controllare se hanno il portafogli o avvicinare la borsa a loro.

Quali sono i tabù degli italiani oggi?

theShow: Oziare è il principale tabù degli Italiani. Almeno a quanto vogliono farci credere, nessuno ha tempo da perdere, sono tutti impegnatissimi. Una differenza con l’esperienza americana è proprio questa, nelle versioni USA degli esperimenti, quando viene approcciato uno sconosciuto, questo è incredibilmente aperto al dialogo, alla condivisione. Si interessa a te in modo genuino. In Italia manca questa cultura della “curiosità verso lo sconosciuto”, si cade subito nella diffidenza, come dicevo sopra.

Relative: Sicuramente tutto ciò che riguarda il sesso. In un nostro video, facciamo finta che a una persona sia caduto un preservativo e glielo proviamo a resituire, la maggior parte delle vittime era imbarazzata e continuava a dirci “nononono non è mio ti giuro” come se ci dovessero convincere di essere asessuate.

Secondo voi, quali sono le differenze tra il comportamento dei bolognesi e quello dei milanesi?

theShow: In tutta onestà non abbiamo ancora elementi sufficienti per rispondere.

Relative: Ci è capitato di assistere alle riprese di un video dei theShow a Milano e abbiamo notato che lì le persone sono più felici e leggermente più ben disposte. Grosse differenze però non mi pare di trovarne, a parte l’accento.

Quale è il vostro video meglio riuscito?

theShow: In questo io e Alessio siamo discordi. Per lui si tratta di “offrire cocaina alla gente” che effettivamente è il video che ha registrato più visite. Io preferisco “impartire ordini con una videocamera”, il potere della macchina da presa viene svelato in tutta la sua pericolosità.

Relative: Trasformarsi in gameplayer”. Oltre a essere stato molto divertente da girare, abbiamo avuto modo di sperimentare la telecamera a vista e di affrontare un argomento che ci sta molto a cuore, ovvero l’abuso dei Gameplay su YouTube. E’ stato anche il video che è piaciuto di più nel minor tempo.

Progetti futuri?

theShow: Troppi. Tra i tanti, realizzare un video che diventi virale, ma questo è più che altro un sogno.

Relative: Continuare a fare video cercando di migliorare sempre di più e di rinnovarci sempre. Insomma, continuare a fare quello che ci piace senza grossi problemi. Poi magari è anche il caso di studiare un po’ per l’università.

Intervista a cura di Piotr Zygulski

Info sull'Autore

Piotr Zygulski nasce a Genova da padre polacco e madre italiana, vive da sempre a Cogoleto (GE) dove è impegnato in numerose attività sociali e culturali, tra cui quella di segretario della Consulta Giovanile comunale. Si è diplomato a pieni voti con la tesina "Costanzo Preve: la passione durevole della filosofia" pubblicata nel 2012 dalla casa editrice Petite Plaisance di Pistoia. Attualmente frequenta il corso di laurea in Economia e Commercio all'Università di Genova. Collabora inoltre saltuariamente con le riviste online Comunismo e Comunità, Megachip e Arianna Editrice.

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