Apple Challenge to Change, la sfida didattica

Pubblicato il 6 Mar 2015 - 4:09pm di Redazione

Lunedì 2 Marzo 2015 a Roma si è tenuto l’incontro conoscitivo e formativo della Apple Challenge to Change. La location di tutto rispetto, in  pieno stile Apple, era in via  Alibert 5 (p.za di Spagna), dove il programma ben nutrito ha presentato le novità della nota azienda in ambito didattico.

Tra i presenti c’erano insegnanti di ogni ordine e grado che hanno potuto testare personalmente, all’interno del Challenge to Change, le applicazioni più innovative. La chiave di lettura di tutto il programma è la Multicanalità, ossia apprendere in modo semplice utilizzando tutti i canali che la tecnologia odierna ci permette. Naturalmente lo strumento di base per accedere a una didattica a “tutto tondo” è il famoso Ipad.

Come è noto nell’ambito degli addetti ai lavori, più sensi vengono impiegati nell’apprendimento, più questo risulta efficiente e sedimentato nel discente. Ma come permettere che tutti i sensi possano essere impiegati nell’apprendimento? Ed è possibile anche rendere creativa e operativa una lezione direttamente dalla parte dello studente?

Le applicazione mostrate non solo hanno dimostrato una qualità tecnologica di indubbio valore, ma del resto stiamo parlando della Apple, ma anche   un’attenzione didattica degna di nota.

Nell’Apple Challenge to Change notevole è stata l’applicazione che permette di guidare una palla robotica direttamente dall’ Ipad, con riscontri didattici nelle materie scientifiche. E un “ipertesto enciclopedico”, dove visualizzando un testo o un disegno compaiono tutti gli studenti o autori che hanno scritto sull’argomento. Il materiale visualizzato può essere anche selezionato dal docente che ha la possibilità di dare un filo didattico particolare.

I relatori presenti sono stati: Katie e Kevin Morrow, Julie Willcott , Courtney Pepe, Alberto Pian, Paolo Masini. Che hanno saputo rendere l’incontro dinamico e interessante, con la possibilità di interventi e domande da parte dei docenti partecipanti.

Lanciata la sfida ora spetterà alla Scuola italiana coglierne l’ opportunità, ma una domanda sorge spontanea: in una Scuola dove si ha difficoltà a reperire carta igenica, gessi, computer idonei per un’ aula di informatica, senza parlare delle carenze strutturale di edifici e personale. Ci si può  permettere un Ipad di indubbio valore, ma di un prezzo quasi proibitivo su larga scala?

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