Agenda 2010 per tutta l’Europa?

Pubblicato il 12 Apr 2013 - 5:48pm di Redazione

Non è un segreto: i merkeliani vogliono estendere l’Agenda 2010 a tutta l’Europa

Hartz IV ha portato la povertà al centro della società e ha approfondito il divario fra ricchi e poveri. L’Agenda 2010 ha mostrato quanto sia facile e rapido per le persone scendere verso il basso – anche se il decimo anniversario delle riforme è stato festeggiato per giorni.

Agenda-2010Chi festeggia gli anniversari di solito non sempre ama dire tutta la verità. Dopo tutto si tratta di riempire il festeggiato di complimenti e celebrarlo in considerazione di quanto ha fatto. E’ andata così anche qualche settimana fa, quando Gerhard Schröder ha celebrato i 10 anni dall’introduzione dell’Agenda 2010.
Date le numerose felicitazioni arrivate da tutto il mondo economico, la narrazione delle riforme di Schröder è già un luogo comune: sono la madre di tutti i  successi raccolti dalla Repubblica Federale sui mercati mondiali negli ultimi anni. Mentre Schröder pronunciava il suo discorso di presentazione dell’Agenda 2010, la Germania sottraeva agli USA il ruolo di primo esportatore mondiale. Nel 2009 tornava al secondo posto dietro la Cina. “Il malato d’Europa“, come spesso si diceva allora, l’economia della Repubblica Federale non lo era mai stato. In realtà restava l’economia piu’ grande e piu’ forte di tutto il continente.
Sicuramente dopo l’entrata in vigore delle riforme il numero degli occupati è cresciuto mentre quello dei disoccupati ufficiali è sceso. Ma cio’ è probabilmente dovuto anche all’andamento della congiuntura internazionale. Inoltre, molti impieghi spesso sono stati solo smontati senza aumentare il volume del lavoro, mentre molte donne sono tornate a lavorare ma solo con impieghi a tempo determinato.

Ma se anche la presunta maggiore resistenza alla crisi  rispetto ai vicini europei mostrata dall’economia tedesca fosse da ricondurre all’Agenda 2010, il prezzo pagato sarebbe comunque troppo alto: soprattutto per i cittadini non privilegiati. Per tutti coloro che già avevano un basso reddito, il salario reale è diminuito. A causa della precarizzazione del lavoro, la qualità dei rapporti di lavoro per molti è peggiorata: sono milioni i tedeschi che oggi non hanno alcuna assicurazione sociale che possa proteggerli dai rischi elementari della vita. E se un lavoro c’è, molto spesso si tratta di un lavoro interinale o di un part-time forzato.

Strumento di intimidazione e minaccia

Accanto all’Agenda 2010, Hartz IV è l’altra parola per comprendere la  piu’ importante rottura nel modello sociale tedesco dopo il 1945. Che il numero dei destinatari di aiuti negli ultimi tempi sia addirittura sceso insieme al livello medio dei contributi, non è dovuto ad una riduzione della povertà, ma solo ai  controlli piu’ rigidi e agli strumenti di repressione di cui i Job Center e gli uffici di sicurezza sociale dispongono dopo le riforme. Sia l’Agenda 2010 che Hartz IV hanno funzionato come uno strumento di disciplina e di minaccia.
Si nascondono soprattutto le conseguenze psico-sociali, sanitarie e socio-culturali dell’Agenda. Viene violato il senso di giustizia della maggioranza: lavoratori con decenni di lavoro alle spalle, dopo un breve periodo di disoccupazione vengono riportati agli stessi livelli di reddito di coloro che non hanno mai lavorato in vita loro.
La fusione fra indennità di disoccupazione e aiuti sociali (al livello di questi ultimi) secondo Schröder avrebbe dovuto separare coloro che hanno ancora voglia di lavorare da coloro che invece non ne hanno. L’ipotesi era che il sussidio sarebbe stato percepito come una presa in giro. Con l’abolizione dei sussidi per la disoccupazione (dopo 12 mesi di disoccupazione), di fatto si ignora un principio molto importante: è compito dello stato sociale assicurare uno standard di vita minimo.
L’Arbeistlosengeld II (Hartz IV), introdotto come sostituto, non è legato all’ultimo stipendio netto percepito dal disoccupato di lunga durata. L’effetto è stato quello di portare al livello degli aiuti sociali chi fino a poco prima apparteneva al ceto medio, come ad esempio i lavoratori specializzati o gli ingegneri.
Il nuovo e piu’ duro regime del lavoro ha aumentato la pressione esercitata sui sindacati e sui consigli di fabbrica per far accettare condizioni di lavoro peggiorative e salari piu’ bassi. È stato il punto di partenza verso l’impoverimento dei lavoratori e dei pensionati. Nella Repubblica Federale la povertà per un lungo periodo era rimasta un fenomeno per gruppi marginali, ma grazie ad Hartz IV è tornata a minacciare il centro della società.

Non c’è stato l’effetto ascensore sociale: tutti salgono insieme verso l’alto. Piuttosto c’è stato l’effetto paternoster: mentre pochi salivano verso l’altro, tutti gli altri stavano andando verso il basso. Le riforme hanno approfondito la divisione sociale fra ricchi e poveri. I bassi salari hanno reso possibile grandi guadagni. La riforma fiscale, che dell’Agenda 2010 era parte integrante e il cui effetto in termini di redistribuzione viene sottovalutato, ha ridotto il carico fiscale sui redditi da capitale e sui redditi piu’ alti.

La competitività al centro
Accanto ai tagli materiali per milioni di persone, l’Agenda 2010 ha portato con sé importanti processi mentali di cambiamento. Ha peggiorato il clima sociale e danneggiato la cultura politica della Repubblica federale. I disoccupati, i poveri e le minoranze etniche hanno incontrato sempre maggiori difficoltà, mentre il mercato e la concorrenza sono diventati il punto centrale dello sviluppo sociale.
Oggi la massima “Se ognuno si prende cura si sé, andrà bene per tutti” è molto piu’ popolare rispetto a quando la SPD rappresentava ancora gli interessi delle persone meno abbienti. Di fatto la distanza fra governanti e governati è cresciuta, perché chi è stato colpito dalla riforme, non a torto, ritiene di non essere piu’ rappresentato in parlamento. E se cio’ non viene affrontato democraticamente potrà portare a una crisi della democrazia.
L’obiettivo dell’Agenda 2010, garantire l’egemonia economica della Germania in Europa, è stato raggiunto. Per il governo federale percio’ dovrebbe essere ancora piu’ facile fare piu’ di quanto è stato fatto fin a ora per i perdenti di queste politiche di riforma. Invece di lanciare un appello per una Riforma 2020, come fanno molti celebratori, bisognerebbe riportare l’uguaglianza e la coesione sociale  al centro dell’azione politica.

Christoph Butterwegge

Fonte: Süddeutsche Zeitung

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