Uranio impoverito: approvata la legge per l’inchiesta parlamentare

Pubblicato il 15 Apr 2015 - 5:00pm di Irene Masala

Primo sì della Commissione Sanità della Camera alla legge che darà il via libera all’ennesima inchiesta parlamentare sui casi di morte o gravi patologie che hanno colpito i militari esposti a uranio impoverito, torio e altri agenti patogeni senza le dovute precauzioni, nel corso dello svolgimento delle loro funzioni di servizio e, fattore di novità, per la prima volta l’inchiesta si estenderà anche alla popolazione civile limitrofa. Dopo la sentenza del Tar Piemonte, che per la prima volta ha riconosciuto l’ammissibilità del riconoscimento della causa di servizio ad un giovane militare ammalatosi di tumore al rientro da diverse missioni all’estero, si mira ad estendere le indagini non solo in relazione ai teatri internazionali ma anche alle basi e ai poligoni di addestramento nazionali, in particolar modo in Sardegna. Prosegue così il filone aperto dalla Commissione d’inchiesta del Senato nel 2013, che a sua volta continuava il lavoro iniziato dalla Commissione parlamentare del 2004, nessuna delle quali pare essere arrivata ad un punto fermo sulla questione.

A darne l’annuncio il presidente della Commissione Sanità, Pierpaolo Vargiu, deputato di Scelta Civica: “Si riprenderà il lavoro svolto dalle altre commissioni di inchiesta, dalla magistratura che indaga sui casi di Quirra e Teulada, e da alcuni punti fermi. L’inchiesta porrà particolare attenzione alla Regione Sardegna, dove la massiccia presenza di servitù militari provoca un alto rischio di dispersione nell’ambiente di particelle nocive e potenzialmente patogene, che posso disperdersi e diffondersi tramite vie aeree e prodotti alimentari”. L’attuale inchiesta avrà inoltre come obiettivo quello di andare oltre l’uranio impoverito, allargando l’analisi anche a sostanze come l’amianto, il radon e a tutte le nanoparticelle generate dall’attività militare. Non resta ora che aspettare il definitivo via libera da parte dell’aula, che risentirà delle tempistiche dell’agenda parlamentare.

Nel frattempo sono più di 3000 i soldati che si sono ammalati della cosiddetta sindrome dei Balcani o di Quirra, il numero dei civili invece non è disponibile perché non è mai stata svolta un’indagine opportuna in tal senso, al contrario la politica e le cariche militari hanno sempre smentito l’esistenza di un nesso eziologico tra le malformazioni e i numerosi casi di leucemia e patologie tumorali denunciati dagli abitanti e le esercitazioni nei poligoni.

Quello che è certo è che ci troviamo davanti ad un guerra anomala, ai proiettili si risponde con perizie e indagini, le cui vittime sono reali così come lo è il lancio di un missile Milan, sia che esso avvenga in teatro di guerra o durante un’esercitazione.

Info sull'Autore

Laureata in Scienze Politiche e Giornalismo ed Editoria, da anni si occupa di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse per il Medio Oriente e il conflitto arabo-israeliano. Due grandi passioni, scrivere e viaggiare, l'hanno portata a trascorrere gli ultimi sei anni tra Roma, Valencia e Israele/Palestina. Ha inoltre frequentato il Master in Giornalismo Internazionale organizzato dall'IGS (Institute for Global Studies) e dallo Stato Maggiore della Difesa, nell'ambito del quale ha avuto modo di trascorrere due settimane come giornalista embedded nelle basi Unifil in Libano.

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