Teoria del Gender, La Buona Scuola spazza via la confusione: spiegata cos’è

Pubblicato il 20 Set 2015 - 8:09pm di Mattia D'Anna

In molti si chiedono cosa sia realmente la Teoria del Gender, ma a regnare, tra le persone, è soltanto molta confusione. La Buona Scuola, ovvero il piano che il Governo offre a tutti i cittadini come proposta di riforma della scuola, ci spiega cos’è nel dettaglio, specificando che in realtà non esiste ed è antiscientifica, in quanto (secondo la comunità scientifica) essa non ha alcun fondamento.

Teoria del Gender, tanti schieramenti: ma sappiamo bene di cosa parliamo?

Le scuola sono iniziate, ma la Teoria del Gender, ha iniziato a tenere banco già da un po di tempo; tanta la preoccupazione dei genitori per i loro figli. Ma sappiamo bene di cosa parliamo? secondo La Buona Scuola non esattamente, ed ecco perché c’è tanta confusione in giro e la necessità di fare chiarezza per specificare nel dettaglio di ciò che parliamo. Sempre secondo la comunità scientifica con questa teoria si parla di dissociazione tra identità sessuale e quella di genere.

In realtà sembra che siano gli stereotipi a farla da padrone, considerando che determinati elementi siano appartenenti ad un sesso, ed altri all’altro (l’esempio classico trattato è quello della gonna e del pantalone con il primo capo tipico della donna e il secondo dell’uomo). Da qui, per combattere la tesi anti-Gender, si è formata la Strategia nazionale LGBT, che vuole combattere lo stereotipo per creare (nei bambini) una certa serenità nelle proprie scelte.

Qui entra in ballo la scuola, vista come metodo per indirizzare i bambini sulla retta via, ovvero eliminando gli stereotipi che la società ha formato, in modo tale da non vivere come un peso, o diversità, il proprio modo di crescere sulla base delle idee che si hanno. Il modo in cui la scuola può operare per infondere con estrema naturalezza la Teoria del Gender ai bambini, è presto spiegata nei programmi annuali.

Quale deve essere il ruolo della scuola secondo gli esperti?

Secondo La Buona Scuola, il modo in cui le istituzioni scolastiche possono inserire nel corso dell’anno le informazioni per spiegare la Teoria del Gender, può essere indirizzato nelle favole o negli esercizi. Ad esempio i problemi matematici possono essere lo spunto giusto per spiegare (attraverso la descrizione del problema) la presenza di due mamme o due papà in una famiglia (anziché restare con lo stereotipo della famiglia con madre e padre).

Le favole, poi, possono essere la fonte per raccontare storie di famiglie omosessuali, e creare nella testa del bambino un’immagine assolutamente normale, figlia della società moderna e che non creerebbe scompensi di fronte a situazioni che possono presentarsi nella vita quotidiana. Ovviamente molte famiglie (vedi i temi del Family Day) sono preoccupate e temono che i propri figli possano essere confusi e diventare omosessuali.

In realtà l’obiettivo previsto per le scuole è quello di insegnare ai bambini a scoprire il proprio corpo ad imparare l’educazione sessuale (al compimento dei 15 anni). Insomma cercare di prevenire, nel tempo, quei fenomeni come bullismo e suicidio che si frequentano troppo spesso tra gli adolescenti. Nulla di pornografico, nulla che possa rischiare di “deviare”, ma sola e pura informazione su una sfera complessa come quella sessuale, su un individuo complesso come l’essere umano.

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