Amnistia e Indulto 28 Novembre 2016: novità Senato oggi riforma carceri e nuova legge, cosa cambia

Pubblicato il 28 Nov 2016 - 11:49am di Ubaldo Cricchi

Il dibattito su amnistia e indulto è sempre aperto: la speranza di molti è che dopo la Marcia dei Radicali e il rinnovato appello di Papa Francesco qualcosa si possa finalmente muovere; in realtà qualche novità sembra arrivare dal Senato, ma vediamo quali sono gli ultimi aggiornamenti a oggi 28 novembre 2016 per quanto riguarda un’eventuale nuova legge e cosa cambia per la situazione nelle carceri.

Novità in Senato sul fronte di amnistia e indulto?

La novità a cui abbiamo fatto riferimento in apertura di articolo è rappresentata dalla presentazione in Senato di una nuova mozione firmata da Barani e da tutti i senatori di Ala, tra cui Denis Verdini. L’obiettivo della mozione è quello di spingere il Governo a valutare la possibilità di rispondere al recente appello lanciato da Papa Francesco durante la celebrazione del Giubileo dei Carcerati lo scorso 6 novembre, predisponendo un rapido provvedimento di amnistia e indulto. Viene anche richiesto un aumento dei posti detentivi regolamentari, di potenziare le misure alternative e di organizzare una soluzione organica e sistemica del problema del sovraffollamento delle carceri.

Ora non resta che vedere se anche questa mozione farà la stessa fine dei diversi disegni di legge su amnistia e indulto che, come ormai sappiamo bene, stazionano da diversi mesi in Commissione Giustizia. Ma al di là di questo emergono dei numeri importanti che pongono l’Italia all’ultimo posto tra i grandi Paesi europei per quanto riguarda l’applicazione di modi diversi di scontare la pena (o quantomeno una parte di essa): stando a quanto rilevato da Openpolis nel nostro Paese più della metà delle persone condannate (55%) finisce in un penitenziario. È una percentuale altissima se confrontata con quella registrata in Germania (28%), in Francia (30%) o in Inghilterra (36%). Ma più che la loro scarsa applicazione, il problema reale delle pene alternative è rappresentato dal loro scopo: vengono viste solo come soluzione al problema del sovraffollamento nelle carceri oppure come un vero strumento che mira al reinserimento sociale del condannato?

La necessità di una riforma: la situazione nelle carceri

Serve una riforma del carcere, lo ha detto anche il ministro Orlando: i detenuti rappresentano un costo molto alto per lo Stato (si parla di circa 3 miliardi di euro), ma in Italia c’è un tasso di recidiva molto alto, tra i più elevati a livello continentale; questo significa che l’attuale sistema non produce maggior sicurezza, visto che di fatto per molti detenuti il periodo trascorso in cella non è altro che un intervallo tra un crimine e un altro. A questo mancato funzionamento del sistema aggiungiamo l’annoso problema del sovraffollamento e tutte le altre difficoltà che questo porta con sé. Ma provvedimenti come amnistia e indulto non possono essere visti come la soluzione per uno scenario di questo tipo: gli atti di clemenza potrebbero rappresentare una fase di un complesso e profondo sistema di riforma.

La situazione all’interno dei penitenziari è sempre molto complicata. Il dossier Morire di Carcere presentato da Ristretti Orizzonti mostra che dal 2000 ad oggi (ultimo aggiornamento al 19 novembre) ci sono stati 921 suicidi in carceri, mentre il totale dei decessi (per overdose, assistenza sanitaria disastrata o cause non chiare) ammonta a 2.591. Semplicemente troppi. Sarebbero potuti essere anche di più, visto che gli interventi degli agenti di polizia penitenziaria che riescono a scongiurare eventi di questo tipo sono praticamente all’ordine del giorno: non pù tardi di cinque giorni fa a Perugia gli agenti hanno salvato un detenuto che stava cercando di impiccarsi nella sua cella. E continuano le denunce da parte dei sindacati della polizia penitenziaria: servono provvedimenti urgenti e l’assunzione di nuovo personale, visto che attualmente l’organico e sotto di almeno settemila unità.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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  1. Tony_pe 28 Novembre 2016 at 16:49 - Reply

    Renzi si definisce catto-pd-scout…Da come agisce e da quello che dice, non sembra, invero, rientrare in alcuna di queste categorie..Egli non ascolta il Santo Padre su temi fondamentali quali amnistia ed indulto ( finanche il Kenya ha commutato ben 2000 condanne a morte !!), non ascolta il dolore dei lavoratori, dei disoccupati, dei sottooccupati, dei giovani e dei pensionati…I malati gravi e gli handicappati sono costretti ad andare su rete 56 “Focus” ed altre reti a mendicare aiuti..Ma che razza di “mostro politico” è mai diventato ?? Spesso viene contestato nel PD e per le strade…La gente lo vuole fuori, non lo capisce… Pur di riuscirci, moltissimi diranno NO al prossimo referendum, nonostante la riforma costituzionale, pur perfettibile,non sia proprio malaccio… Usque tandem Renzieee abutere patientia nostra….

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