Anno giudiziario 2016, l’allarme dei magistrati: troppe prescrizioni, processi lunghi e carenze di organico

Pubblicato il 31 Gen 2016 - 10:39am di Ubaldo Cricchi

Il 30 gennaio si sono svolte e cerimonie per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016, ma dalle Corti d’Appello è arrivato un allarme per l’attuale situazione: a Roma è stato sottolineato l’incremento del numero delle prescrizioni, mentre a Milano il problema principale è rappresentato dalla carenza di organico. Da Palermo il ministro Orlando ha voluto sancire la fine della contrapposizione tra magistratura e politica, con l’apertura di una nuova stagione dove sui temi della giustizia ci sia più condivisione e meno spazio per la conflittualità che ha caratterizzato il recente passato.

Le parole dei magistrati: carenze di organico a Milano, troppe prescrizioni a Roma

A Milano Marta Chiara Malacarne (presidente vicario della Corte d’Appello) nel suo discorso per l’avvio del nuovo anno giudiziario ha denunciato il peggioramento di quella che era una situazione già critica, ovvero la carenza di organico per quanto riguarda il personale amministrativo. Si tratta di un problema che rischia di mettere in dubbio non solo il regolare funzionamento dei servizi, ma anche il mantenimento dei risultati raggiunti sul piano della produttività. L’anno scorso il personale in servizio era composto da 173 unità e veniva considerato già un dato poco confortante; quest’anno il numero è sceso a 143 unità: considerando che la pianta organica ne prevede 227, il tasso di scopertura è pari al 37%. Roberto Alonso, procuratore generale, ha detto che per abitudine si dà sempre la colpa ai magistrati, mentre andrebbero sottolineati gli inadempimenti gravi che per molti anni hanno contraddistinto l’azione di governo.

Passiamo alla Capitale: il procuratore generale Giovanni Salvi ha reso noto un dato preoccupante: tra il 2015 e il 2015 il 30% dei procedimenti definiti dalla Corte d’Appello di Roma sono andati in prescrizione. Il magistrato ha spiegato che in questo modo si va verso la vanificazione della sanzione penale e la sua minaccia, in particolar modo nelle aree che interessano di più il cittadino. Serve un cambiamento di rotta, ha aggiunto Salvi: bisogna fare qualcosa per le notificazioni, che sono la causa di rinvii continui e inutili, e le modalità di trattazione dei procedimenti che sono prescritti o in via di prescrizione, che spesso sono gestiti in modo non uniforme.

Il presidente della Corte d’Appello di Napoli ha detto che nonostante la loro riduzione, i tempi di definizione dei procedimenti civili e penali sono ancora eccessivi e questo rappresenta uno dei principali (se non il principale) problema della giustizia. De Carolis ha anche detto che il lavoro dei magistrati viene tropo spesso vanificato dai ritardi nei processi, dall’estinzione di troppi reati per prescrizione, dalle scarcerazioni di imputati anche per reati gravi a causa della decorrenza dei termini di custodia cautelare; sono fattori che creano un qualcosa di simile ad un’amnistia strisciante e continua che, tra l’altro, agisce in modo casuale.

Arturo Soprano, presidente della Corte d’Appello di Torino, durante la cerimonia di apertura del nuovo anno giudiziario ha voluto chiedere una maggiore vigilanza sul comportamento dei magistrati, in modo da poter individuate le condotte attuate da poche persone che rischiano di mettere a repentaglio il prestigio di tutta la magistratura. Le responsabilità individuali devono essere accertante rapidamente e punite con rigore.

Il ministro della Giustizia Orlando a Palermo per l’inaugurazione dell’anno giudiziario

Come detto prima, a Palermo, oltre al presidente della Corte d’Appello, Gioacchino Natoli che ha ammesso le insufficienze e i problemi della magistratura, ma ha anche esaltare la tempestività e l’efficienza del circuito dell’autogoverno diffuso, ha parlato anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il ministro ha detto che il numero delle prescrizioni rappresenta una preoccupazione: la proposta per la sospensione della prescrizione in caso di condanna in primo e secondo grado è già stata approvata dalla Camera e ora sono al vaglio del Senato. La riforma punta a modificare i tempi e l’andamento dei processi penali.

Orlando a voluto sottolineare i dati sul sovraffollamento carcerario, un problema che, secondo il Ministro, nel 2015 è stato superato; si vuole fare ancora di più per il cambiamento nella cultura della pena, in modo da arrivare all’abbandono di un sistema anacronistico che troppo spesso identifica la sanzione penale con la carcerazione. Il 2015 ha rappresentato anche l’inizio della digitalizzazione del processo penale. Nel discorso di apertura del nuovo anno giudiziario il guardasigilli ha parlato della mafia, che è stata colpita, ma non battuta, e delle pendenze civili, il cui numero nel 2015 è calato 4,2 milioni e che nel 2016 sembra destinato a scendere ancora: la giustizia civile non è allo sbando, ma diventa molto importante il Csm nella sua attività di valutazione delle performance degli uffici, che in alcuni casi non si rivelano all’altezza.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

Lascia Una Risposta