Brics e Datagate: cosa c’è dietro?

Pubblicato il 8 Lug 2013 - 6:00pm di Redazione

Datagate, Brics e fine dell’Eurozona

BricsLo scontro mondiale in corso attorno alla caccia del governo americano ad Edward Snowden che arriva a negare lo spazio aereo del presidente della Bolivia Evo Morales di rientro da Mosca e costretto ad atterrare a Vienna, è – come si capisce facilmente – uno scontro ben più grande che non una semplice questione di spionaggio internazionale. Molti si concentrano sulla repressione, sulle ingerenze nord-americane, sul servilismo di alcuni governi europei, ma pochi si interrogano sul perché tanta importanza ad una cosa tutto sommato risaputa da anni (che gli Usa spiassero gli alleati).

Eh no! Che venga fuori che gli Usa spiano gli alleati della Ue proprio negli stessi giorni in cui tentano di stringerli in una sorta di nuova Nato economica (il TAFTA, Transatlantic Free Trade Area) non è un caso ed è cosa che va repressa duramente e sul nascere. Il fatto che ora scoppino queste polemiche sulla scoperta che la Cia spiava i paesi della Ue, con le dichiarazioni tedesche che arrivano a parlare di “clima da guerra fredda” e ad ipotizzare di mollare l’area di libero scambio USA-UE, è la dimostrazione più evidente del durissimo scontro che cova sotto le ceneri fra i paesi della Nato e all’interno dei gruppi dirigenti del capitalismo euro-atlantico.

Perché gli Usa hanno proposto il TAFTA? In particolare per gli Usa è prioritaria la strategia di contenimento dei Brics e della Cina ed è fondamentale coinvolgere in questa strategia anche le potenze europee. Le nazioni europee appartenenti alla NATO, se da un punto di vista politico-militare sono già inquadrate ed ingabbiate all’interno dell’alleanza, da un punto di vista economico hanno la libertà di commerciare con chiunque, e dunque anche con i Brics e con Pechino. Gli Stati Uniti cercano di ostacolare l’intensificarsi di queste relazioni economiche. Quest’azione che prende di mira i paesi “alleati” che dimostrano un eccessivo e pericoloso grado di libertà economica non è affatto nuova, ma è anzi una costante della politica statunitense. L‘Italia l’ha sperimentata sulla propria pelle da dopo l’ultima guerra, come si è visto con la “stranamorte di Enrico Mattei, fino alle “strane” vicende dei giorni nostri (governo Monti, rielezione di Napolitano, governo Letta).

Il TAFTA è uno strumento che dovrebbe servire a rinserrare i ranghi, a tenere le nazioni europee ancorate a Washington non solo sul piano militare (con la Nato) ma anche sul piano economico. Ciò che preoccupa è il rapporto economico con i Brics e, in particolare, con Russia e Cina. Tuttavia “rinserrare i ranghi” della NATO attraverso il TAFTA sarebbe un progetto inconcepibile se l’Unione Europea si sgretolasse sotto la crisi dell’euro. Una rottura della zona euro rischierebbe di gettare alcuni paesi europei nelle braccia di Mosca e Pechino, e consentirebbe alla stessa Germania di muoversi in modo molto più autonomo sullo scenario internazionale, più libera dai vincoli euroatlantici.

Quindi chi sostiene che gli Usa abbiano interesse alla fine dell’Euro si sbaglia. Gli Usa vogliono la sopravvivenza dell’Euro, ma di un Euro docile e subalterno al dollaro. Gli Stati Uniti hanno bisogno di una Ue stabile che si assuma il compito di garantire la sicurezza – in senso atlantista e imperialista – del Mediterraneo e del Vicino Oriente, consentendo a Washington di avere le spalle coperte per spostare e concentrare il proprio potenziale militare in Asia, mettendo direttamente il fiato sul collo della Cina.

Più in generale, da questo scontro in corso (che, intendiamoci, è uno scontro interimperialistico e intercapitalistico) su cui peserà la mobilitazione dei lavoratori e dei popoli europei contro la crisi capitalistica e le politiche di austerità, dipenderà la piega che prenderà l’Europa. Quando persino l’ex ambasciatore Sergio Romano, nel suo ultimo libro (“Morire di democrazia”) auspica “come compito primario dell’Europa unita una svolta radicale in politica estera, cioè la proclamazione di una neutralità di tipo svizzero, la cui immediata conseguenza sarebbe la scelta di congedare le basi americane e sciogliere la NATO”, vuol dire che lo scontro in seno ai gruppi dominanti del capitalismo euro-atlantico, sotto l’emergere della loro crisi e dei Brics, è diventato furibondo.

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