Calcolo Stipendio Netto 2019: come trovare l’importo mensile dal lordo, esempi pratici

Pubblicato il 4 Lug 2019 - 1:18pm di Lorenzo Antonelli

I lavoratori italiani si trovano spesso a dover fare i conti con il calcolo dello stipendio al netto delle ritenute fiscali e anche per il 2019 sono desiderosi di capire quanto la loro attività professionale si sia rivelata proficua in termini economici. Il conteggio dell’importo mensile deve essere detratto dal lordo, considerando che la disciplina fiscale e tributaria dell’ordinamento giuridico italiano prevede che il lavoro legalmente retribuito venga sottoposto a tassazione in forma proporzionale. Alcune dimostrazione reali possono però aiutare il lettore a comprendere meglio i meccanismi alla base del calcolo per lo stipendio netto 2019, andiamo dunque a vedere come si fa a trovare l’importo mensile dal lordo riportando degli esempi pratici.

Come ottenere l’importo mensile netto dallo stipendio lordo 2019

La fatidica busta paga che ogni dipendente regolarmente registrato in termini di legge percepisce alla fine del mese lavorativo è uno strumento economico dal quale le famiglie italiane non possono prescindere, considerando che si tratta di denaro tramite cui poter affrontare la vita di tutti i giorni. Ci sono nuclei all’interno dei quali soltanto un soggetto percepisce reddito da lavoro, altri invece dove sono entrambi i coniugi ad avere un impiego e dunque le entrate sono maggiori durante l’arco del mese. La questione dell’importo netto e quindi destinato alle disponibilità di spesa per una famiglia, entra in correlazione diretta con il concetto dello stipendio lordo. Sarà infatti capitato a moltissimi di ricevere il foglio della busta paga a fine mese e leggervi, tra i vari punti, le somme corrisposte effettivamente al dipendente e quelle invece ritenute per motivi fiscali. La disciplina tributaria dell’ordinamento giuridico italiano prevede infatti che vi sia una tassazione, con criterio di carico proporzionale, sul salario complessivo destinato al lavoratore. La diretta conseguenza di tale condizione è la detraibilità, ovvero le somme di denaro che in percentuale devono essere scalate dallo stipendio lordo e da cui si ottiene la cifra reale esatta in favore del dipendente. Ma vediamo in maniera più dettagliata quali sono i metodi e le procedure utili a calcolare un importo netto in termini di valore economico, prescindendo quindi dall’ammontare dello stipendio totale. Per farlo occorre anzitutto prendere in considerazione il concetto della RAL (Remunerazione Annua Lorda), ovvero l’importo complessivo e comprensivo delle tasse che ogni anno solare il dipendente percepisce durante i 12 mesi lavorativi. A questo fattore ne va aggiunto un altro molto importante e si tratta del valore IRPEF (Imposta Reddito Persone Fisiche), il quale rende a variare in base alla Regione in cui il dipendente ha la residenza. Poi bisogna tenere conto anche del valore percentuale riferito alla cosiddetta “addizione comunale”, ossia l’imposta locale che si applica al reddito complessivo il quale è stabilito ai fini dell’IRPEF su scala nazionale. Tale aliquota ha comunque delle soglie di esenzione ricomprese nei limiti della legge statale e di conseguenza il suo valore viene determinato da ogni ente comunale che ha facoltà di deliberare ma sempre mantenendosi entro i confini normativi vigenti a livello nazionale. In termini numerici abbiamo le seguenti fasce di applicazione per l’IRPEF che seguono appunto la crescita progressiva degli importi lordi percepiti all’interno di un anno lavorativo:

  1. 23% all’interno del range che va da 0 a 15000 Euro
  2. 27% per salari compresi fra 15.001 e 28.000 Euro
  3. 38% per chi percepisce tra 28.001 e 55.000 Euro
  4. 41% per somme denaro comprese fra 55.001 e 75.000 Euro
  5. 43% per le somme maggiori di 75.000 Euro 

Dal momento che i valori sopraelencati si riferiscono a tipologie di lavoro con contratto a tempo indeterminato, le aliquote IRPEF non sono le stesse per tutte quelle categorie di professionisti i quali prestano servizio in forma part-time o in apprendistato. Da questo punto di vista la disciplina fiscale è molto più leggera rispetto ad accordi di lavoro stipulati con contratto a tempo indeterminato, andiamo quindi a vedere quali sono i valori percentuali delle aliquote per le altre categorie. I lavoratori part-time solitamente rispettano una tabella settimanale che costituisce un totale di 20 ore, esattamente la metà delle 40 previste nel full-time. Grazie al fatto che è difficile paragonare l’incidenza dell’IRPEF mettendo a confronto queste due categorie professionali per l’impossibilità di rapportare le imposte sul monte ore, un dipendente con contratto part-time si trova spesso a percepire in anno solare più della metà dei soldi a livello di stipendio netto rispetto a chi presta servizio full-time. Ancora più interessante la questione che concerne l’incidenza IRPEF su tutti i lavoratori con contratto da apprendistato: l’aliquota si attesta appena al 5,84%, con una differenza netta di quasi 4 punti percentuali nei confronti dei professionisti classici, i quali hanno un carico fiscale IRPEF compreso in genere tra il 9,19 e il 9,49%.  Detto dei fattori strettamente fiscali, ci sono poi altri criteri che vanno a produrre il calcolo dell’importo netto mensile dallo stipendio lordo. Nel reddito si prende in considerazione l’eventuale presenza di un coniuge, figli minori o maggiori di 3 anni o altri familiari a carico e la percentuale. Inoltre va tenuto conto del numero totale delle mensilità retribuite a livello effettivo e soprattutto del rapporto tra giorni lavorativi e anno solare. C’è poi l’eventuale discorso relativo alla presenza di tredicesima e quattordicesima, ovvero gli stipendi aggiuntivi che sono stati istituiti negli ultimi decenni proprio per far fronte alle esigenze economiche delle famiglie italiane, agevolando le riserve destinate alla disponibilità di spesa sui beni di prima necessità durante l’intero anno. Da tutti questi passaggi si evince dunque che l’esercizio per ottenere una somma netta di stipendio, escluse le tasse, dipende da vari aspetti fiscali e socio-economici i quali vanno a determinare l’importo effettivo a disposizione di un professionista durante il mese lavorativo. Non è possibile prestabilire un criterio di calcolo in forma astratta che valga come modello assoluto, piuttosto occorre far riferimento a vari parametri utili a determinare caso per caso quali siano le somme reali in dote al dipendente. D’altronde la richiesta di calcolo per lo stipendio netto, anche nel 2019, risulta una delle informazioni più cercate sul web dagli utenti poiché tale conteggio entra in gioco tra vari ambiti della vita quotidiana come le spese correnti, le operazioni bancarie e le finanziarie. Molti cittadini sono propensi ad investire soltanto se certi di poter fare affidamento su un budget adeguato alle proprie esigenze economiche.

Calcolo stipendio netto 2019: esempi pratici e casi dimostrativi

Dopo aver analizzato con molta attenzione i metodi che sottostanno al meccanismo con cui si ottiene lo stipendio netto 2019 detratto dal lordo, passiamo ora a vedere alcuni casi dimostrativi i quali possono aiutare a far chiarezza sulla questione. L’importo totale ripulito dalle ritenute fiscali varia secondo gli stessi valori delle aliquote applicate in forma proporzionale, ma nel Mondo del lavoro esistono svariate categorie professionali e quindi oltre ai criteri meramente economici è necessario portare alcuni esempi pratici. Tra questi il primo è certamente quello riguardante la più classica e diffusa delle forme impiegatizie, ossia il dipendente della Pubblica Amministrazione con un contratto a tempo indeterminato, ma i criteri di applicazione per le ritenute IRPEF valgono su scala nazionale ed investono praticamente tutto l’ambito del lavoro dato che la disciplina tributaria è regolata anche dal cosiddetto CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro). Inoltre si deve tener conto dell’opportunità di fare carriera scalando le categorie economiche, dunque nell’arco di un anno lavorativo i valori reali possono subire mutamenti. Per la categoria professionale C1 troviamo come mansioni più diffuse quella di responsabilità e direzione amministrativa a livello intermedio, che rientra nella fascia media della classificazione generale all’interno dello Stato italiano e lo stipendio lordo si aggira intorno ai 1700 Euro mensili, quindi una cifra pari a circa 20400 Euro annui. Questo significa che, stando ai criteri già analizzati nel paragrafo precedente, l’aliquota applicata corrisponde al 27% dell’importo complessivo e il risultato ottenuto è un salario netto mensile che si attesta sui 1350 Euro. Ovviamente va tenuto conto anche delle specifiche addizionali a livello comunale e ancor di più delle varie differenze sulle imposte regionali, ma quello che emerge più di ogni altra cosa è sicuramente una riduzione significativa dell’importo netto a disposizione del lavoratore appartenente alla categoria professionale C1. Ma questa fascia non è certo l’unica che comprende una gran numero di dipendenti in Italia di punto di vista professionale, dal momento che molti cittadini fanno parte del profilo D1 ovvero quello delle mansioni specifiche o di alto livello tecnico. Ne sono coinvolti in particolare coloro i quali svolgono lavori in aree amministrative, legislative, tecniche ed economico-finanziarie. Si tratta di ruoli professionali ricoperti da figure che riportano un livello di preparazione avanzato, accompagnato da almeno un titolo di studio universitario e specializzato nella gestione di mansioni anche con finalità manageriale. In sostanza parliamo di ruoli come alte cariche all’interno di aziende o Pubblica Amministrazione e l’esempio più diretto è il funzionario statale. Lo stipendio per questa categoria lavorativa parte da una base minima di almeno 2000 Euro mensili che estesi nell’arco temporale di un anno si attestano su importi lordi oltre i 28.000 Euro se si considerano anche tredicesima e quattordicesima. L’aliquota da applicare per questa fascia, come abbiamo già avuto modo di consultare, si attesta al 38% e quindi la decurtazione sulla cifra totale percepita porta ad uno stipendio netto 2019 di circa 1500 Euro. Per quanto riguarda invece la categoria B1, i profili generalmente attinenti a queste mansioni professionali sono gli esecutori di area amministrativa, tecnica oppure coloro che prestano regolare servizio come autisti.

Lo stipendio lordo mensile ammonta a 1500 Euro, di conseguenza la fascia da prendere da riferimento è quella che supera i 15000 Euro annui e l’aliquota da applicare su tali importi ha un valore del 23%. Il risultato darà una somma netta pari a circa 1300 Euro mensili. Si può constatare dunque come non vi sia una drastica diminuzione della disponibilità economica per il lavoratore, se confrontato con le altre fasce. Partendo dunque dalla categoria A1, ossia la più bassa indicata nella tabella che riporta le varie classi economiche in ambito salariale per tutti i dipendenti iscritti sul libro paga della Pubblica Amministrazione, troviamo uno stipendio lordo che si aggira attorno ai 1100 Euro mensili con un importo totale di circa 14.000 Euro annui. Considerando l’aliquota applicata al valore del 23%, visto il posizionamento nella fascia minima per questa somma economica, il risultato finale per lo stipendio 2019 dà una cifra netta sui 900 Euro. Sono le categorie lavorative rappresentate dall’operatore che svolge mansioni di tipo pratico o manuale, con licenzia media come titolo scolastico. Molti cittadini tendono ormai ad utilizzare le tecnologie digitali e allora Internet diventa una nuova possibilità anche per visualizzare il proprio reddito da lavoro grazie ad alcune piattaforme in grado di processare il calcolo stipendio netto 2019. Il primo sito certamente da consultare per una simulazione virtuale è irpef.info, pagina che si occupa completamente di fornire strumenti informatici all’utente desideroso di conoscere quanto potrà percepire in termini economici alla fine dell’anno lavorativo. Selezionando la voce “busta paga” è possibile trovare il form dove inserire, nei campi richiesti, tutti i dati personali relativi all’anagrafica familiare e alla situazione lavorativa. Il sistema fornirà come risultato finale proprio l’importo netto mensile per l’anno 2019, ovviamente detratto dallo stipendio lordo. Un altro sito molto interessante da visitare è pmi.it, piattaforma dedicata all’informazione in ambito economico ma allo stesso tempo dotata di strumenti per il calcolo dello stipendio netto 2019. I criteri per la simulazione virtuale sono pressoché gli stessi, con un form nel quale è possibile scrivere i vari dati anagrafici e lavorativi ottenendo nel giro di poco tempo il salario mensile al netto delle tasse. Oltre alle suddette pagine decisamente attinenti all’argomento c’è anche il sito calcolastipendionetto.it, indirizzo web ideato appositamente per illustrare agli utenti in cerca di chiarificazioni sul tema tutte le informazioni necessarie. Ovviamente sulla pagina è possibile rintracciare il form creato per la simulazione virtuale e il sistema basa il suo funzionamento sempre sulla tecnica dell’inserimento dati. Rispetto alle piattaforme analizzate in precedenza, bisogna dire quest’ultima proposta online fornisce maggiori indicazioni su come procedere al calcolo e soprattutto spiega in maniera esaustiva tutto quello che c’è da sapere sulla questione. Trovare l’importo netto mensile e sgravato dal lordo delle imposte è diventato molto semplice negli ultimi anni e anche per il 2019, grazie alle nuove opportunità offerte dagli strumenti online, milioni di lavoratori italiani potranno condurre le loro valutazioni sui metodi per calcolare lo stipendio reale.

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