Costi del Trading Online: commissioni, tasse e spese, quante sono e come risparmiare

Pubblicato il 14 Apr 2020 - 1:43pm di Ubaldo Cricchi

I costi del trading online rappresentano un aspetto molto importante a cui tutti gli aspiranti trader (ma anche quelli più esperti) devono dare particolare attenzione. Sia per chi ha la possibilità di investire somme importanti che per chi ha un budget molto ridotto, le spese legate all’attività di trading possono rivestire un enorme peso. Vediamo più nel dettaglio a quali costi va incontro il trader tra commissioni, spese e tasse e cerchiamo di capire se e come è possibile risparmiare qualcosa verificando le condizioni proposte dai vari broker ed istituti di credito.

Quali sono i costi del trading online: spese per attrezzatura, studio, tasse e commissioni

Per fare trading online non è necessario avere della attrezzature particolari: bastano una connessione ad internet ed un dispositivo connesso (il computer, ma anche lo smartphone e il tablet possono bastare); da questo punto di vista quindi non ci sono spese particolari: la maggior parte degli intermediari permette anche di aprire il conto gratuitamente. Diverso invece è il discorso per lo studio: è importantissimo avere delle buone conoscenze prima di iniziare questa nuova attività: con il tempo e con l’esperienza le proprio competenze ovviamente aumenteranno, ma è comunque necessario investire qualcosa nella propria preparazione. Si può optare per libri e corsi a pagamento, ma ci sono anche tante valide risorse gratuite; ad ogni modo è fondamentale dedicare il giusto tempo allo studio e alla preparazione.

Una volta che si inizia a fare sul serio però si va incontro a quelli che possono essere considerati i veri costi del trading online, ovvero la remunerazione del broker o intermediario (che può essere rappresentata dalle commissioni o dallo spread applicato sui prezzi ask e bid) e dalle tasse. Per quanto riguarda le commissioni e gli spread è necessario approfondire il discorso, visto che ogni broker ed ogni banca prevede delle sue condizioni. Per quanto invece riguarda le tasse è invece possibile fare un discorso generale: l’Italia viene considerata da tutti uno dei Paesi con la maggiore pressione fiscale, ma l’aliquota applicata ai profitti ottenuti con il trading è pari “solo” al 26%. Ma come si pagano del tasse sui guadagni ottenuti con questa attività?

Molto dipende dall’inquadramento burocratico dell’intermediario: se questi viene riconosciuto dallo Stato come sostituto di imposta, sarà lui stesso a prelevare le somme dal conto di trading del suo utente e a versarlo al Fisco. Se l’intermediario invece non è riconosciuto come sostituto di imposta, sarà il trader stesso a doversi occupare del calcolo e del versamento delle somme dovute. Per sapere quanto si deve pagare bisogna considerare tutte le operazioni eseguite nel corso dell’anno solare, facendo la differenza tra tutti i profitti e tutte le perdite. La cifra così calcolata va riportata sulla dichiarazione dei redditi, sotto la voce “altri redditi diversi di natura finanziaria”. Per fortuna i migliori broker forniscono tutta la documentazione necessaria per completare l’operazione con maggiore semplicità.

Confrontare le commissioni dei broker per risparmiare

I broker e le banche che offrono il servizio di trading online possono applicare delle commissioni; ci sono intermediari che predispongono delle tariffe variabili, mentre altri prevedono tariffe fisse, magari stabilite in base al numero di operazioni effettuate nel periodi di riferimento. Altri broker applicano invece lo spread, ce non è altro che lo scarto tra il prezzo all’acquisto e il prezzo alla vendita dello strumento. Bisogna fare quindi molta attenzione quando si legge che un broker applica “zero commissioni”: espressioni del genere infatti non significano che con quella determinata piattaforma si possa fare trading gratuitamente, ma molto più probabilmente intendono che non sull’operazione non viene applicata una commissione, ma uno spread.

Per avere un’idea su quelli che possono essere i costi del trading online nel loro complesso è necessario andare a scoprire quali sono le condizioni applicate dai vari broker e dalle banche che consentono ai loro clienti di accedere alle piattaforme di trading. Facciamo quindi un riepilogo delle caratteristiche principali e dei costi previsti dalle varie piattaforme, in modo da poter fare un confronto immediato ed aiutare il trader nella scelta del suo “intermediario preferito”. Di questo argomento ne ha parlato recentemente webeconomia.it, nell’interessante guida alla scoperta delle basi del trading che abbiamo preso in considerazione per fornirvi le indicazioni sui broker più convenienti.

Plus500

Plus500 è un broker autorizzato dalla Cyprus Secutiries and Exchange Commission e registrato alla Consob (quindi può offrire i suoi servizi anche in Italia); le sue azioni sono quotate alla Borsa Valori di Londra. Tramite le sue piattaforme (nelle versioni per dispositivi portatili iOS, Android e Windows Phone, per computer Windows e WebTrader da utilizzare con il browser) perette di fare trading su criptovalute, indici, materie prime, azioni, ETF, opzioni e Forex. Ma passiamo ai costi: sul suo sito Plus500 afferma che i loro clienti possono beneficiare gratuitamente della maggior parte dei servizi; il compenso per il broker è rappresentato dallo spread di acquisto/vendita (il grande successo di questo broker è legato anche al fatto che i costi sono tra i più bassi del settore).

In altri termini, Plus500 non prevede alcun costo per il deposito, per accedere a grafici e diagrammi dinamici, per visualizzare le quotazioni Forex in tempo reale e i prezzi dal vivo dei CFD su azioni, per l’apertura e la chiusura delle varie operazioni e per il rollover della posizione. I costi del trading online con questo broker sono quindi rappresentati dallo spread di acquisto/vendita, che il trader paga quando apre una posizione; l’ammontare dello spread è sempre ben visibile: dopo aver cercato lo strumento che interessa basta cliccare su Dettagli e leggere la sezione informazioni. Ci sono poi ulteriori costi che vengono applicati in base all’attività dell’utente:

  • quando si tiene una posizione dopo una certa ora vien applicato il finanziamento di overnight;

  • sulle operazioni effettuate su strumenti denominati in valuta estera viene addebitato il costo di conversione di valuta;

  • chi opta per l’effettuazione di un ordine di stop garantito (che garantisce la chiusura dell’operazione ad un tasso specifico) deve sopportare uno spread maggiore

  • chi “abbandona” il suo conto senza chiuderlo dovrà pagare il costo per inattività, che ammonta fino a 10 dollari al mese.

eToro

Un altro broker molto famoso è eToro; si tratta della piattaforma che ha introdotto il concetto di social trading: gli utenti infatti hanno la possibilità di copiare le operazioni dei trader più esperti. È un’opzione che permette di ottenere dei discreti risultati fin dall’inizio, quando ancora non si ha la giusta pratica ed esperienza. Con eToro è possibile investire in azioni, ETF, indici, materie prime e coppie di valute. Il broker è regolamentato dalla CySEC e dalla FCA e può operare anche in Italia. Il broker afferma che non addebita commissioni di deposito e di compensazione, però chiarisce che su tutti i prelievi (che devono avere un ammontare minimo di 30 dollari) viene addebitata una commissione fissa di 5 dollari. Vengono addebitate commissioni overnight/weekend per le posizioni CFD, le posizioni con leva e gli ordini short.

Inoltre ci sono le commissioni di conversione che vengono addebitate al momento del deposito e del prelievo: ad esempio la commissione di conversione per bonifico bancario EUR USD ammonta a 50 pips; la commissione di conversione EUR USD ammonta a 250 pips. È prevista anche una commissione per il trasferimento di criptovalute: ad esempio, per i prelievi di BTC (importo minimo 0,0086 BTC) è previsto un costo di 0,0005 unità. Per gli ETF è previsto uno spread unificato (0,09% per lato); per gli investimenti in azioni (posizioni long senza leva) non vengono applicate commissioni. Su tutte le altre operazioni viene applicato uno spread, ben visibile nelle schede di ogni strumento.

Iq option

Anche iq option viene inserito spesso nell’elenco dei migliori broker. Pure in questo caso parliamo di un soggetto con licenza concessa dall’autorità cipriota CySEC e regolarmente registrato presso la Consob. Tramite la sua piattaforma, disponibile per desktop Windows e Mac, su browser e per dispositivi mobile iOS e Android, si può fare trading in azioni, opzioni, Forex, ciptovalute ed ETF. I costi del trading online applicati da iq option possono essere suddivisi in quattro categorie:

  • costi una tantum: lo spread; rappresenta a differenza tra i lpresso bid e il prezzo ask e può variare in base a molti fattori quali l’ora in cui si effettua l’operazione, il valore nozionale, la volatilità dell’asset;

  • costi continuativi: la commissione swap, che viene applicata per il mantenimento della posizione nelle ore notturne (0,01%-0,05%, ma può arrivare fino all’1,7% in condizioni estreme) e dal enerdì al sabato (il triplo della commissione swap ordinaria);

  • commissioni per conto dormiente: se per almeno 90 giorni non si registrano attività sul conto, vengono addebitati 10 euro mensili per la manutenzione dell’account;

  • tariffe di prelievo: non sono previste commissioni sui prelievi che vengono eseguiti tramite i fornitori di sistemi di pagamento; ai prelievi con bonifico bancario si applica invece una commissione di 31 dollari.

I costi del trading online con le banche

Anche diverse banche hanno messo a disposizione dei loro clienti delle piattaforme di negoziazione. Per avere un’idea completa su quelli che possono essere i costi del trading online è quindi necessario vedere quali sono le condizioni proposte da alcuni di questi istituti di credito agli utenti che utilizzano questi servizi.

Fineco Bank

Nel campo del trading online la banca numero uno è Fineco Bank: come viene riportato sul sito ufficiale dell’istituto, Fineco è leader di questo mercato fin dal 2004. La banca permette di negoziare azioni e obbligzioni, ETF, CW e Certificates, CFD, Super CFD e CFD Forez, Futures e Opzioni, Daily Optione, Knock Out. Il servizio è accessibile attraverso tre diverse piattaforme: la soluzione più professionale e personalizzabile è Powerdesk (gratuita con cinque eseguiti), ma è disponibile anche il web trading tramite browser e l’applicazione per smartphone. Fineco Bank permette di accedere ai principali mercati mondiali online.

I costi per quanto riguarda il trading in azioni ed obbligazioni sono i seguenti: durante il mese di apertura e quello successivo si paga una commissione di 9,95 euro per eseguito; chi fa dieci eseguiti al mese ha il diritto di rimanere nella fascia ridotta. Con l‘aumento dell’operatività di riducono le commissioni: fino a 99 euro si pagano 19 euro, dai 100 euro in su si pagano 9,95 ero, dai 1.500 euro in su si pagano 6,95 euro e dai 2.500 euro in su si pagano 2,95 euro. È possibile fare trading a zero commissioni con i CFD che hanno come sottostante le azioni UK e USA. Per quanto riguarda gli strumenti derivati le commissioni vengono definite in base al livello di operatività. I CFD Fx permettono di entrare nel mercato delle valute: non sono previste commissioni, ma solo spread (sempre indicati nelle schede dei prodotti); ad esempio, nel momento in cui scriviamo lo spread EUR/USD è 1 pip.

Banca Mediolanum

Banca Mediolanum dispone di un’innovativa piattaforma che permette di accedere ai principali mercati europei e mondiali beneficiando di un’informativa completa ed in tempo reale e di strumenti evoluti come gli Ordini condizionati, lo Stop loss, il Take profit e il Trailing stop. Sul sito dell’istituto c’è una tabella che riepiloga le tariffe previste per i vari mercati. Le commissioni Italia su azioni, Warrant, CW, ETF e diritti di opzione sono pari allo 0,19% (minimo 7 euro e massimo 29 euro); stessa percentuale e stessi limiti minimi e massimo per le obbligazioni e i titoli di Stato italiani. Per quanto riguarda le azioni estere (Nyse e Nasdaq, Xetra, Euronext) la commissione è pari allo 0,19%, con minimo 7 euro e massimo 29 euro. Lo spread sulla compravednita di titoli in valuta di paesi extraeuropei è pari allo 0,25% per il dollaro americano e allo 0,50% per le altre valute.

Webank

Webank è la banca online del gruppo Banco BPM e permette ai suoi clienti di accedere ai mercati finanziari mettendo a disposizione un’ampia gamma di piattaforme; oltre a quelle più semplici ed intuitive come la piattaforma web e l’applicazione per dispositivi portatili ci sono anche le soluzioni più professionali come la T3, la T3 No Frame e la T3 Open. Webank consente di negoziare più di 30.000 strumenti tra azioni, obbligazioni, ETF e derivati e mette a disposizione dei suoi utenti una scelta di servizi e strumenti come l’informativa finanziaria, i grafici, la marginazione intraday, la marginazione overnight e lo stop loss.

Per quanto riguarda i costi del trading online, Webank ha optato per un sistema di commissioni degressive e consente di scegliere tra due profili:

  • Profilo Fisso

    • Livello 1: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 0 e 500 euro le commissioni ammontano a 12 euro per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati, a 15,90 dollari per le azioni USA, a 12,50 sterline per le azioni del London Stock Exchange, a 9 euro per i derivati A, a 5,90 euro per i derivati B e a 3,90 per i derivati C.

    • Livello 2: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 500 e 1.000 euro le commissioni ammontano a 8 euro per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati, a 12,90 dollari per le azioni USA, a 12,50 sterline per le azioni del London Stock Exchange, a 5,90 euro per i derivati A, a 3,90 euro per i derivati B e a 1,90 per i derivati C.

    • Livello 3: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 1.000 e 1.500 euro le commissioni ammontano a 6 euro per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati, a 9,90 dollari per le azioni USA, a 10,00 sterline per le azioni del London Stock Exchange, a 5,90 euro per i derivati A, a 3,90 euro per i derivati B e a 1,90 per i derivati C.

    • Livello 4: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 1.500 e 2.000 euro le commissioni ammontano a 4 euro per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati, a 6,90 dollari per le azioni USA, a 10 sterline per le azioni del London Stock Exchange, a 3 euro per i derivati A, a 3 euro per i derivati B e a 1,90 per i derivati C.

    • Livello 5: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni per più di 2.000 euro le commissioni ammontano a 2,75 euro per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati, a 6,90 dollari per le aizoni USA, a 7,50 sterline per le azioni del London Stock Exchange, a 3 euro per i derivati A, a 3 euro per i derivati B e a 1,90 per i derivati C.

  • Profilo Variabile

    • Livello 1: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 0 e 500 euro le commissioni per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati sono pari allo 0,19% (minimo 2,75 euro, massimo 18,90 euro);

    • Livello 2: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 500 e 1.000 euro le commissioni per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati sono pari allo 0,17% (minimo 2,75 euro, massimo 12,90 euro);

    • Livello 3: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 1.000 e 1.500 euro le commissioni per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati sono pari allo 0,15% (minimo 2,75 euro, massimo 9,90 euro);

    • Livello 4: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni tra 1.500 e 2.000 euro le commissioni per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati sono pari allo 0,13% (minimo 2,75 euro, massimo 6,90 euro);

    • Livello 5: se nel mese prevedente sono state pagate commissioni per più di 2.000 euro le commissioni per le azioni Italia, le azioni Europa, le obbligazioni e i certificati sono pari a 2,75.

    Non cambia niente rispetto al profilo fisso per quanto riguarda gli altri strumenti.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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