Elezioni comunali 2017: modalità di voto nei comuni con più e meno di 15 mila abitanti

Pubblicato il 7 Giu 2017 - 6:48pm di Redazione

Manca pochissimo all’appuntamento con le elezioni comunali che vedranno protagonisti 1012 municipi. La tornata elettorale del prossimo 11 giugno è molto attesa sia dai municipi che dalla politica nazionale che considera questa consultazione un ennesimo banco di prova per i percorsi intrapresi nell’ultimo periodo.

Il prossimo 11 giugno, dunque, verranno rinnovati i consigli comunali di regioni sia a statuto ordinario che a statuto speciale. Gli elettori coinvolti saranno più di 9 milioni. Le urne, come da tradizione, rimarranno aperte dalle ore 7 del mattino fino alle ore 23. Nel caso in cui si dovesse andare al ballottaggio, i comuni torneranno alle urne il giorno 25 giugno.
Tutti i numeri delle elezioni dell’11 giugno

Stando ai numeri, in occasione delle prossime elezioni comunali verranno nominati più di 15.000 tra sindaci e consiglieri. I candidati, invece, sono più di 60.000 e in lizza ci sono quasi 4.000 liste. In buona sostanza, abbiamo a che fare con circa quattro liste per ogni comune. Partendo dal presupposto che circa il 13% dei comuni che andranno al voto hanno circa 3.000 abitanti è opportuno riflettere in merito al fatto che si tratta di un dato decisamente molto elevato.

In occasione della precedente tornata elettorale, i comuni andati al voto sono stati 1348 e le liste erano circa il 10% in meno. In pratica, in poco più di un anno le liste sono aumentate in maniera esponenziale denotando il momento particolarmente difficile dal punto di vista politico e amministrativo.

Le modalità di voto alle elezioni comunali 2017

Come anticipato, i seggi in tutti i comuni rimarranno aperti alle ore 7.00 del mattino fino alle ore 23.00. Tutti gli aventi diritto al voto si dovranno recare alle urne presentando il proprio documento di identità e la tessera elettorale. Prima di recarsi al seggio, ci si dovrà accertare di avere ancora spazi liberi in cui poter apporre il relativo timbro di voto.

Nell’eventualità in cui non fossero più presenti spazi disponibili ci si dovrà recare presso il comune di residenza per il rinnovo della tessera elettorale. In caso di smarrimento, allo stesso modo, basterà recarsi presso il comune di residenza per procedere con il rifacimento della tessera. A poter esprimere la propria preferenza saranno tutti i cittadini che all’11 giugno risultano essere regolarmente iscritti nelle liste elettorali del comune di riferimento.

Inoltre, per poter votare alle elezioni comunali, è necessario aver compiuto il diciottesimo anno di età. Per quanto riguarda, poi, il voto dei residenti all’estero, è opportuno precisare che esso potrà essere espresso solo ed esclusivamente nel comune e non a distanza. Per tale tipologia di consultazione, infatti, non è stato previsto il voto cosiddetto per corrispondenza.

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Come si vota nei comuni con meno di 15.000 abitanti

Nei comuni in cui gli abitanti non superano quota 15.000, agli aventi diritto verrà consegnata una scheda con la quale si procederà con l’elezione sia del sindaco che dei consiglieri comunali. Tutti i candidati alle elezioni comunali verranno affiancati dalla relativa lista elettorale in cui si trovano i nomi di tutti i candidati consiglieri.

Nella scheda, inoltre, si trova anche il nome del candidato alla carica di sindaco ed accanto il contrassegno della relativa lista. Solo a seguito dell’elezione del sindaco si procede con la nomina dei consiglieri. Alla lista che risulterà aver preso più voti vanno i 2/3 dei seggi. Le preferenze che possono esprimere sono due, a patto che siano di sesso diverso.

Come si vota nei comuni con più di 15.000 abitanti

Come nel caso precedente, si ha una sola scheda in cui sono presenti i nomi dei candidati con il simbolo della lista. Il voto può essere espresso o tracciando una croce sul simbolo e specificando la preferenza, o tracciando un segno solo sul nome del candidato alle elezioni comunali, votando in automatico anche la lista optando per il cosiddetto voto disgiunto.

In questo caso, si avrà la possibilità di votare un sindaco e un candidato consigliere appartenenti a due diverse liste. Il voto disgiunto, però, è molto discusso: in potenza, infatti, il sindaco si potrebbe trovare a fare i conti con un consiglio composto da non appartenenti alla sua lista, mettendo a repentaglio l’applicazione del programma elettorale e palesando la necessità di dare seguito ad accordi tra le varie forze politiche.

L’elezione al primo turno avviene solo se si raggiunge la maggioranza assoluta in occasione della consultazione dell’11 giugno. Se nessuna delle liste e nessun candidato sindaco raggiungono la maggioranza assoluta, si andrà al ballottaggio.

Gli elettori saranno chiamati nuovamente alle urne il 25 giugno. Anche nel caso dei comuni con più di 15.000 abitanti si possono esprimere due preferenze, a patto che i candidati siano di sesso diverso.

Le sfide più importanti dell’11 giugno

Senza alcun dubbio, sotto i riflettori sono tutti i capoluoghi di regione che il prossimo 11 giugno dovranno recarsi alle urne. Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo: sono queste le grandi città che dovranno rinnovare il consiglio comunale in occasione della prossime elezioni comunali. A Genova le liste sono 15.

L’Aquila, invece, si presenta alla consultazione elettorale con 24 liste. Per quanto riguarda Catanzaro, le liste presentate sono addirittura 21 e, dunque, è già annunciato il secondo turno. A Palermo, infine, fa notizia la ricandidatura di Leoluca Orlando che, nel caso in cui dovesse essere riconfermato, si troverebbe alle prese con il quinto mandato da sindaco. Degne di nota sono anche le consultazioni a Verona, Padova e Parma.

Nella città di Verona le liste presentate sono 25 e l’arrivederci di Flavio Tosi dopo 10 anni da primo cittadino si fa sentire. A Padova, invece, le liste sono 21. La città al momento è commissariata e il risultato delle elezioni per il momento è una vera e propria incognita. Parma, infine, sta facendo molto parlare di sé a causa della candidatura di Federico Pizzarotti con una lista civica a seguito dell’uscita dal Movimento 5 stelle.

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