Si parlerà ancora di influenza ad aprile 2018? Si è ufficialmente conclusa quella che molti hanno definito come la peggiore stagione influenzale degli ultimi vent’anni, ma non bisogna mai abbassare la guardia perché con l’arrivo della primavera cresce il rischio di imbattersi nei cosiddetti virus parainfluenzali; cerchiamo di capire come fare prevenzione e quali sono i rimedi naturali giusti per contrastare i sintomi come i problemi intestinali, la febbre e così via.
Terminata la stagione invernale: si può abbassare la guardia?
Ad inizio articolo abbiamo scritto che secondo molti esperti quella che si è appena conclusa può essere definita come la peggiore stagione influenzale dell’ultimo ventennio; il motivo è semplice: sono stati ben 8,3 milioni gli italiani che sono stati contagiati e questo significa che praticamente nessuna famiglia è stata risparmiata. Anche il colpo di coda, favorito dal clima non proprio primaverile di fine marzo, è stato notevole, con più di 150.000 casi registrati negli ultimi dieci giorni del mese scorso. Fortunatamente la grandissima diffusione della malattia non ha coinciso con un altrettanto forte virulenza, infatti la percentuale dei casi gravi sul totale degli ammalati è stata più bassa rispetto alla media.
Possiamo per il momento chiudere il capitolo relativo all’influenza stagionale, ma le attenzioni si spostano su un altro tipo di virus, quelli responsabili delle sindromi parainfluenzali (tipiche dei periodi primaverili e autunnali). La maggior parte delle infezioni è causata da tre virus che appartengono al genere paramyxovirus, ovvero PIV-1, PIV-2 e PIV-3; è proprio quest’ultimo il nemico numero uno in questa stagione (gli altri due circolano soprattutto nei mesi autunnali), ma non sarà da solo: a fargli compagnia purtroppo ci sarà il solito virus respiratorio RSV, il principale artefice delle infezioni respiratorie nei bambini sia in inverno che in primavera.
Parainfluenza e influenza aprile 2018: sintomi, contagio e prevenzione
I sintomi della classica influenza sono ormai ben noti: alla febbre alta (che compare e sale molto rapidamente e persiste in media per due o tre giorni) si possono aggiungere i dolori articolari, i dolori muscolari, vari disturbi alle vie aeree (come naso chiuso, tosse, mal di gola), sensazioni di malessere generale, stanchezza, mal di testa e, in alcuni casi, nausea e vomito. I sintomi dell’influenza primaverile (o parainfluenza) sono praticamente gli stessi, anche se meno violenti; inoltre la febbre (che può anche non presentarsi) non va mai oltre i 38 gradi.
Purtroppo per contrastare questi virus “cugini” della tradizionale influenza non esistono vaccini o terapie antivirali: dal punto di vista farmaceutico l’unica cosa che si può fare (su indicazione del medico, ovviamente) è cercare di ridurre l’intensità dei sintomi ricorrendo a medicinali come antinfiammatori, mucolitici o antistaminici (da escludere il ricorso agli antibiotici). Ma di solito non è necessario ricorrere a questo prodotti, visto che l’affezione passa spontaneamente nel giro di pochi giorni. Il fatto che non esista un vaccino contro l’influenza primaverile non significa che non si possa fare prevenzione!
Basta mettere in pratica alcuni semplici accorgimenti per ridurre il rischio di contagio: bisognerebbe cambiare spesso l’aria negli ambienti e non si dovrebbe far andare la temperatura oltre i 25 gradi, perché la secchezza delle vie respiratorie può facilitare i virus nei loro attacchi; stare alla larga dal fumo non sarebbe una cattiva idea (irrita e danneggia le vie respiratorie); i nemici principali sono rappresentati dagli sbalzi di temperatura, quindi è consigliabile vestirsi a strati, in modo da poter adeguare facilmente l’abbigliamento alla temperatura esterna.
Purtroppo il contagio è abbastanza semplice: esattamente come quelli responsabili dell’influenza invernale, i virus parainfluenzali si trasmettono tramite le goccioline di saliva espulse da un soggetto malato quando tossisce, parla, starnutisce o semplicemente respira. Rimangono quindi sempre valide le precauzioni viste per l’influenza invernale: bisogna lavarsi spesso le mani, magari utilizzando detergenti neutri ad azione antisettica, bisognerebbe in qualche modo proteggere le vie di entrata o di uscita dei virus, ad esempio coprendosi la bocca quando si starnutisce o tossisce (comportamento preventivo contro i contagi, ma anche espressione di buona educazione), e non si dovrebbe condividere bicchieri e stoviglie con persone infette.
I rimedi naturali contro la febbre e gli altri sintomi
Come abbiamo visto prima, per curarsi dall’influenza di aprile di solito non è necessario ricorrere a farmaci (soprattutto andrebbero evitate le prescrizioni fai da te): bisogna avere un po’ di pazienza e riposarsi. È importantissimo mantenere l’organismo idratato bevendo liquidi come acqua, tisane, brodi, spremute o centrifugati e seguire un’alimentazione leggera in grado di aiutare il corpo nel suo processo di guarigione. Spazio agli alimenti che contengono vitamina C (agrumi in primis, ma anche broccoli, cavoli, kiwi e peperoni), agli alimenti liquidi mineralizzanti (come ad esempio il classico brodo di pollo), al riso (in brodo o bollito) e alla frutta e alla verdura di stagione.
Bisogna evitare i cibi grassi e salati e i condimenti pensanti, ma per dare sapore alle pietanze si può aggiungere un pizzico di peperoncino, che ha delle proprietà antinfiammatorie e febbrifughe. Magari l’aglio e la cipolla non hanno un sapore che piace a tutti, ma hanno delle proprietà antivirali e antinfiammatorie che possono tornare molto utili. In caso di tosse o mal di gola si dovrebbe evitare l’assunzione di latticini (possono aumentare la produzione di catarro) e consumare il miele, ma anche propoli, fiori di Bach, olio essenziale di eucalipto possono rientrare nella lista dei rimedi naturali che possono aiutare a tornare presto in forma.
Cosa fare in caso di virus intestinale?
I virus possono colpire anche l’apparato gastrointestinle, dando origine a quella che viene comunemente chiamata influenza intestinale: i sintomi sono rappresentati da vomito, diarrea, malessere diffuso e crampi addominali. Anche in questo caso si dovrebbe ricorrere ai farmaci solo su indicazione del medico (la malattia di risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni): per cercare di recuperare in fretta è possibile seguire alcuni semplici ma importanti consigli. Il problema più importante legato a questo tipo di affezione è rappresentato dalla disidratazione: con il vomito e la diarrea si perdono tantissimi liquidi e sali minerali, che devono essere reintegrati; per questo bisogna bere molto, ricorrendo anche a tisane (zenzero e limone o finocchio o malva vanno benissimo), spremute, brodi e tè verde.
Durante la fase più acuta bisognerebbe limitare al minimo l’assunzione di cibi, per poi ricominciare a mangiare gradualmente: si può iniziare con le banane mature, le patate o le carote e con piccole porzioni di cibi secchi come cracker o fette biscottate, per poi passare al pesce e alle carni bianche (cotti in modo leggero, preferibilmente al forno o alla piastra). Andrebbero invece evitati la caffeina, i cereali integrali, i dolci, il latte e i latticini, mentre va limitato il consumo di quei frutti e di quelle verdure particolarmente ricchi di fibre: sono tutte cose che potrebbero stimolare la flora batterica o la motilità intestinale, peggiorando la situazione.
Ovviamente rimane fondamentale il risposo e può essere utile assumere dei probiotici, i classici batteri buoni. Nel caso in cui la diarrea o il vomito non si arrestino dopo due giorni, se nelle feci o nel vomito si nota la presenza di sangue, se c’è febbre persistente, se i dolori addominali sono molto forti, se si avvertono dei giramenti di testa e se ci sono evidenti segni di disidratazione (pelle e bocca molto secche) è caldamente consigliato contattare il proprio medico.