Interventi protesici robotici nella chirurgia del ginocchio

Pubblicato il 14 Ago 2019 - 10:57am di Redazione

Una delle patologie più comuni che interessano il ginocchio è l’artrosi, una malattia di tipo degenerativo che interessa la superficie dell’articolazione, cioè la cartilagine del ginocchio e che, solitamente, è conseguenza del normale processo di invecchiamento.

Nonostante tale patologia interessi maggiormente persone un po’ avanti con gli anni, non è raro che venga riscontrata anche in persone molto più giovani colpite da patologie e deformità delle ginocchia.

Traumi al menisco o ad altre strutture del ginocchio, soprattutto per quanto riguarda gli sportivi, malattie reumatiche o infiammatorie, ginocchia affette da varismo (a X) o in valgismo (tipo gambe del fantino), fanno aumentare il rischio di degenerazione della cartilagine, con l’assottigliamento di questo importante tessuto elastico che porta all’artrosi.

Nella fasi più avanzate e croniche dell’artrosi, qualunque sia la causa e l’età del paziente, la protesi al ginocchio rimane la soluzione migliore. La protesi al ginocchio può essere parziale oppure totale, nei casi di patologia coinvolgente tutta l’articolazione.

Le varie tecniche di chirurgia del ginocchio

Gli interventi di chirurgia protesica parziale e totale del ginocchio vengono effettuati utilizzando artroprotesi anallergiche appositamente realizzate per quei pazienti affetti da intolleranze ai metalli. Le forme delle protesi sono diverse, così come sono diverse le varie metodologie usate per il fissaggio in sede della protesi (cementata, non cementata, ibrida).

Anche le tecniche utilizzate per l’applicazione delle protesi al ginocchio, nei vari centri di eccellenza dove si attuano simili interventi chirurgici, sono varie, con la scelta di un tipo di impianto e della metodica di applicazione che viene fatta in base a criteri razionali e protocolli condivisi, cercando di fornire al paziente la soluzione migliore che possa risolvere il suo specifico problema.

Le tecniche principali sono:

  • la tradizionale: si utilizzano delle maschere di taglio precedentemente preparate sulla base di uno studio radiologico preliminare;
  • la navigata: si fa ricorso a un sistema intraoperatorio che è in grado di fornire informazione dettagliate sul posizionamento delle componenti;
  • la robotica: permette di impiantare una protesi totale con maggiore precisione e un margine di errore molto ridotto con un perfetto bilanciamento dei legamenti.

In particolare, per gli interventi protesici robotici nella chirurgia del ginocchio, la Clinica San Francesco di Verona è stata la prima struttura a portare in Europa questa tecnica e a realizzare, sempre con questa, una protesi totale di ginocchio. In generale, per quanto riguardo l’artroprotesi del ginocchio (ma anche dell’anca), la Clinica veronese è riconosciuta come punto di riferimento a livello internazionale, sia per i pazienti che per giovani chirurghi ortopedici del ginocchio in formazione.

Come è facile intuire dal nome, la chirurgia protesica robotica del ginocchio, utilizza mezzi robotici per praticare un intervento chirurgico manovrando un robot telecomandato non completamente autonomo, ma che è in grado di eseguire manovre con precisione millimetrica.

Se fino a oggi era possibile solo la ricostruzione di una porzione della struttura del ginocchio, come la mediale, la laterale o la femoro-rotulea, con la nuova tecnica che si avvale dell’assistenza robotica, è ormai consuetudine la protesi totale del ginocchio, il cui obiettivo finale è quello di un miglior risultato funzionale a lungo termine e, soprattutto, una più lunga sopravvivenza delle protesi, in maniera tale da posticipare sempre più negli anni un’ipotetica sostituzione della protesi stessa.

Info sull'Autore

Lascia Una Risposta