Investire in BTP oggi (2023): quando conviene, guida alle scadenze e ai rendimenti

Pubblicato il 6 Ago 2022 - 4:27pm di Alessandra Corbo

I BTP sono Buoni del Tesoro Poliennali e cioè obbligazioni (titoli di debito) a medio-lungo termine a cedola fissa posticipata, pagata semestralmente. Questa tipologia di buoni è emessa dal Dipartimento del Tesoro, uno speciale dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze. I BTP possono avere scadenze pari a: 3, 5, 7, 10, 15, 20, 30 e 50 anni e vengono emessi mediante un sistema che prende il nome di asta marginale – e cioè un’asta in cui tutti i soggetti aggiudicatari di prodotti finanziari offerti in asta pagano il medesimo prezzo (prezzo marginale) – che si svolge due volte al mese.

Investire in questo genere di obbligazioni può fruttare un alto guadagno perciò, una volta compreso che cosa effettivamente siano i Buoni del Tesoro Poliennali, vediamo adesso come investire concretamente in questo genere di buoni, quanto è il loro rendimento e quanto realmente conviene investire in essi.   

Conviene investire in BTP oggi? La situazione al 2023

Con l’emissione del 2023 (la prima risale al 2012), siamo arrivati alla diciassettesima edizione dei BTP italiani.

Se state pensando di investire in Buoni del Tesoro invece che nei più tradizionali Bond occorre tenere in considerazione alcuni importanti fattori, prima di avventurarsi verso una delle due strade.

Innanzitutto occorre considerare che, dopo anni di generalizzata stabilità finanziaria, l’inflazione – scatenata dal rincaro dei costi delle materie prime energetiche e dei prodotti agricoli e dalla crisi economica dipesa dalla pandemia – è tornata a farsi sentire, penalizzando fortemente lo scenario dei titoli a reddito fisso (bond o obbligazioni) che, purtroppo stanno perdendo quota dall’inizio dell’anno. Tuttavia, secondo numerosi analisti finanziari nei prossimi anni lo scenario economico potrà essere plausibilmente caratterizzato dalla coesistenza di una bassa crescita e di un’elevata inflazione e questa circostanza potrebbe avvantaggiare il quadro delle obbligazioni BTP.

Al momento attuale, quindi, i buoni con scadenza tra 4 e 8 anni hanno una rendita pari al 2,70% e 3,50%. Alla luce di ciò, significa che il tasso di inflazione futura sarà pari, rispettivamente, all’1% e all’1,77%. Questi indicatori del tasso di inflazione stanno a significare che i titoli privi di indicizzazione sarebbero da preferire, ma solamente in uno scenario di crollo dell’inflazione che, al momento e almeno per i prossimi anni, non è affatto ipotizzabile. Pertanto, alla luce di questa analisi, al momento, investire in BTP sembrerebbe una soluzione decisamente conveniente proprio perché i Buoni del Tesoro Poliennali sono titoli particolarmente adatti ad investimenti sul medio/lungo termine, in quanto garantiscono cedole fisse periodiche e, di conseguenza, incassi regolari e predeterminati. Inoltre, i BTP, in quanto emessi da uno stato sovrano, presentano un profilo di rischio molto basso, soprattutto se si intende mantenerli fino alla loro naturale scadenza. Diversamente, soprattutto nei casi di BTP a scadenza lontana, possono diventare molto rischiosi. Tuttavia, nel caso in cui un investitore fosse interessato a speculare sulle oscillazioni dei rendimenti, i BTP lunghi, per così dire, sono decisamente un investimento molto appetibile.  

Rendimenti dei BTP nel tempo e attuali al 2023

Per comprendere al meglio quanto convenga investire in BTP occorre valutare gli effettivi rendimenti.

Il rendimento di un BTP deriva, prevalentemente, da due fattori:

  • il flusso cedolare (le cedole sono predeterminate al momento dell’emissione del buono e vengono pagate a cadenza semestrale);
  • la differenza tra il prezzo di sottoscrizione (nel caso in cui il titolo fosse stato acquistato in asta si parla di scarto d’emissione) o di acquisto (nel caso in cui il titolo fosse stato acquistato sul mercato secondario);
  • il valore minimale (equivalente a 100), rimborsato alla scadenza del titolo.

A fronte di una durata del buono di 8 anni, il rendimento minimo garantito è dell’1,60%. Si tratta di un tasso reale a cui andrà calcolato il valore dell’inflazione semestrale che, a sua volta, andrà calcolato sulla variazione dell’indice FOI (famiglie, operai, impiegati). Per conoscere il tasso definitivo, invece, occorrerà attendere la successiva comunicazione rispetto a quella attuale e solo una volta appresa la comunicazione si potrà sapere se il tasso sarà confermato oppure rivisto al rialzo, rispetto a quello attuale.

Per comprendere ancora meglio il rendimento del titolo è importante conoscere un’altra caratteristica fondamentale che rende il BTP particolarmente interessante: il recupero integrale dell’inflazione. Perché si verifichi questa condizione occorre che i prezzi crescano in questo modo:

  • oltre l’1% nei prossimi 4 anni;
  • oltre l’1,77% nei prossimi 8 anni.

Di particolare importanza è il bonus fedeltà che si caratterizza come segue:

  • 0,40% per coloro che conservano il titolo sottoscritto per 4 anni;
  • 0,60% per coloro che portano il titolo sottoscritto a scadenza.

Conservare il titolo fino alla scadenza costituisce un’importante fonte di guadagno, tuttavia chi intende venderlo prima della reale scadenza potrà comunque farlo usufruendo della quotazione di mercato del titolo. Tuttavia, è bene ricordare che la vendita anticipata del titolo potrebbe comportare un guadagno inferiore al prezzo d’acquisto del titolo stesso soprattutto se i tassi reali saliranno (attualmente la tassazione sugli interessi è pari al 12,50%).

Scadenze BTP 2023: conviene investire a breve o lungo termine?

Se state pensando di investire in BTP, almeno in Italia conviene investire a lungo termine, fermo restando le variabili di rischio che sono alla base di qualsiasi investimento finanziario.

In linea generale si può affermare che investire in BTP di lunga durata (20, 30, 50 anni) conviene di più perché hanno una rendita maggiore rispetto a quelli di breve durata (3, 5 anni) e questo perché i BTP a breve termine non hanno il tempo sufficiente a bilanciare l’inflazione. Tuttavia, è pur vero che investendo in BTP a lungo termine ci si espone maggiormente al rischio di vendita anticipata che va a sommarsi al naturale rischio finanziario connaturato alle obbligazioni rischi che, al contrario, sono quasi del tutto assenti in BTP a breve termine.

Una buona strategia di partenza potrebbe essere quella di valutare un investimento a medio termine, investendo in Buoni della durata variabile tra gli 8 e i 15 anni che possiedono un rischio e un guadagnano moderati.

Come investire in BTP nel 2023

Per investire in BTP è possibile procedere direttamente dal proprio home banking oppure recarsi direttamente presso la filiale di fiducia della propria banca.

Qualunque sia la modalità è fondamentale, in entrambi i casi, possedere un dossier titoli da abbinare, preferibilmente, al proprio conto corrente, una piattaforma personale che consente di operare sui mercati finanziari e di detenere gli strumenti acquistati.

Una volta regolarizzate le questioni preliminari sarà possibile procedere con l’acquisto dei BTP che sono acquistabili sul MOT (Mercato Telematico delle Obbligazioni). Ogni BTP ha un codice alfanumerico che lo identifica univocamente.

Nello specifico, è possibile acquistare i BTP in due casi:

  • in sede di emissione: quando il BTP viene direttamente venduto ai risparmiatori per la prima volta;
  • sul mercato secondario: in questo caso, il BTP che viene acquistato può essere stato emesso anche diversi anni prima e acquistato da privati che hanno deciso di metterlo in vendita prima della scadenza sul MOT, sul quale rimane fino alla sua scadenza, avvenuta la quale il possessore detiene il diritto alla restituzione del capitale investito. Nel frattempo, invece, chi lo possiede, riceverà le cedole periodiche previste.
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