Iraq nuovi attentati alla vigilia del voto

Pubblicato il 16 Apr 2013 - 5:17pm di Redazione

Lunedì di sangue per l’Iraq alla vigilia delle elezioni provinciali, 50 morti e più di 300 feriti

IraqUna nuova ondata di attentati suicidi torna a sconvolgere l’Iraq alla vigilia delle elezioni provinciali. Sono oltre 50 il numero delle vittime della raffica di esplosioni che ieri, lunedì 15 aprile, ha colpito il Paese a pochi giorni dalle elezioni provinciali, le prime dopo il ritiro delle truppe statunitensi completato nel dicembre del 2011.

Gli attentati sono stati commessi a Baghdad, Kirkuk, Tuz Khurmatu, Nassirya e in altre località del nord e del sud del Paese, le autobombe hanno colpito almeno cinque quartieri di Baghdad e altre esplosioni si sono registrate a Falluja, Dohuq e Salahddin. La giornata con il numero di vittime più alto dal 19 marzo scorso, quando avevano perso la vita 56 persone. Press TV riferisce che è Baghdad la città più colpita, con 30 morti e oltre 90 feriti in una serie di otto attacchi effettuati nelle ore di punta della giornata di ieri.

Gli attacchi non sono stati rivendicati, ma la brevissima distanza dal voto fa pensare a una matrice sunnita, che ha scosso il Paese già nei mesi precedenti con manifestazioni anti-governative, mirando alle forze di sicurezza, alla comunità sciita e ai responsabili politici nella speranza di destabilizzare il Paese. Violenze che hanno spinto Baghdad a sospendere il voto nelle provincie di Anbar e Niveneh.

A meno di una settimana dal voto, che si terrà sabato 20 aprile, la campagna elettorale torna ad essere segnata dalla morte. Secondo i servizi medici locali, almeno 14 candidati hanno perso la vita dall’inizio dell’anno. Il voto di sabato dovrà rinnovare le assemblee provinciali, incaricate di eleggere i governatori nel paese. Più di 8.000 candidati si contendono 378 seggi. Particolare attenzione è riservata allo schieramento  politico del premier Nouri al-Maliki in carica dal 2005.

Aggiornamento:

Nella giornata di martedì la tv irachena Al Iraqiya ha reso noto che il Ministero per la Giustizia dell’Iraq ha applicato la pena di morte per 21 membri di al-Qaeda con l’accusa di terrorismo asserendo che “i giustiziati sono stati coinvolti nel rapimento di alcune donne, nell’assassinio di medici e nei bombardamenti di auto in diverse provincie irachene.” Nonostante gli appelli dell’Onu, di Amnesty International e di altre organizzazioni internazionali come Nessuno Tocchi Caino, continua ad essere in vigore la legge anti-terrorismo, approvata dal Parlamento iracheno nel 2005, che prevede la pena di morte per “chiunque commetta atti terroristici”, così come per “chiunque istighi, prepari, finanzi e metta in condizione terroristi di commettere questo tipo di crimini”.

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