Il lavoro ai tempi dei Social Network

Pubblicato il 25 Giu 2013 - 3:59pm di Redazione

Alcuni trucchi per trovare lavoro (e per non perderlo) ai tempi dei Social e del Web 2.0

SocialPartiamo dall’assioma tipico di Internet 2.0, che ciò che non è virtuale non esiste: non esisti, non pensi, non comunichi se non sei presente sui  Social.

Come parafrasava il filosofo Nietzsche parlare molto di sé può essere un modo per nascondersi… niente di più sbagliato ai tempi dei social network.

Si esiste e ci si afferma come personaggi noti soltanto attraverso i cinguettii di Twitter o i post di Facebook; tutto è demandato a questi: dalla pubblicazione delle foto del pargolo della più nota showgirl della tv italiana all’ultimo caso veramente eclatante del sindaco di Roma Gianni Alemanno che querela la giornalista Gabanelli (prossima candidata del Movimento 5 Stelle al Quirinale) per la trasmissione Report sui numerosi scandali che hanno travolto l’amministrazione capitolina; alle relazioni di coppia interrotte con un tweet o con un post. Insomma, tutto ciò che non è presente “virtualmente” non è mai accaduto. Ma non è questa la sede dove esaminare i fenomeni Twitter, Facebook, My Space, il loro utilizzo massivo e le ricadute sullo stile di vita delle persone coinvolte né, tantomeno, esprimere giudizi di valore sui Social.

Sulla base di una recente ricerca condotta dalla ‘School of Management’ del Politecnico di Milano, è emerso che, su un campione di ben 108 direttori delle risorse umane delle principali aziende italiane a cui è stata sottoposta l’indagine, il 58% utilizza siti esterni come canale di reclutamento e pubblicazione annunci. Oltre a ridurre complessivamente i tempi di contatto e risposta tra domanda e offerta, l’uso dei social network esterni costituisce un valore aggiunto rilevante, non soltanto dal punto di vista dell’azienda, ma anche per le modalità di presentazione di cui si possono avvalere i candidati, dando maggiore visibilità al proprio profilo.

Però bisogna sapere come farlo, sia da parte del candidato (che viene valutato nella sua interezza come individuo e non solo come dipendente) che da parte dell’azienda (attentissima a cogliere aspetti anche insignificanti della vita privata del candidato).

Un’indagine ame­ri­cana condotta da Bul­lhorn Inc. di Boston ha dimo­strato che nel 2011 l’uso dei social net­works quale stru­mento di recrui­ting sia diven­tato sem­pre più impor­tante. I tre social analizzati Linkedin, Twitter, Facebook rappresentano la massa d’urto che i recruiters vanno a scandagliare per reperire i potenziali candidati, non solo attraverso l’analisi e studio delle esperienze professionali (Linkedin), ma anche attraverso lo studio di quanto pubblicato su Facebook o su Twitter e utilizzato in ambito di marketing e non solo.

Si può arrivare all’assurdo che un candidato con tutti i requisiti professionali richiesti da una azienda inglese, possa venire scartato perché ha pubblicato un post su Facebook dove esprime un giudizio poco lusinghiero sul comportamento della regina in merito alla guerra della Falkland/Malvinas!

Lungi da me auspicare un utilizzo meno intenso e più qualitativo dei Social, anche perché è pressoché impossibile passare un giorno senza aver controllato se qualcuno ci ha scritto o ha commentato una nostra foto su Facebook. Tuttavia suggerisco di prestare attenzione a ciò che si pubblica sui Social se si è alla ricerca di lavoro (cosa non proprio rara di questi tempi).

Gli Head Hunter (ndr i cacciatori di teste) e i Responsabili Risorse Umane nel momento in cui pensano di aver trovato la persona giusta per le loro esigenze aziendali (o anche preventivamente) iniziano un’opera in stile KGB: vale a dire spulciano i post pubblicati dal candidato, guardano le foto e valutano le opinioni politiche, religiose, eccetera,  in modo da farsi un’idea più ampia (che poi il più delle volte è preconcetta) sul carattere del candidato.

Per questo motivo bastano poche precauzioni per evitare queste operazioni di “spionaggio” :

  1. evitare di cliccare “Mi Piace” sul link dell’azienda dove si va a fare il colloquio (o dove si verrà assunti);
  2. cancellare i post che si possono ritenere lesivi della propria immagine oppure quelli dove si parla male del precedente datore di lavoro;
  3. restringere le maglie della privacy (ad esempio su Facebook) in modo che la bacheca possa essere consultata solo dai vostri amici se pensate che vi siano considerazioni compromettenti per il vostro futuro lavorativo;
  4. dare un’unica versione di se stessi se si utilizzano più Social (Facebook, Twitter, Linkedin, ecc.) in modo da facilitare l’interpretazione del proprio profilo agli addetti ai lavori, evitando di commentare in maniera differente lo stesso evento sui diversi Social.

Meditare gente Meditate…

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