Quanto guadagna un professore di scuola superiore: stipendio medio in Italia

Pubblicato il 24 Gen 2022 - 12:11pm di Alessandra Corbo

Ci sono determinate professioni che per essere svolte al meglio richiedono una vera e propria vocazione. Tra queste professioni troviamo quella del professore. Tuttavia, pur richiedendo un grado di predisposizione piuttosto fuori dal comune, è pur sempre una lavoro e come tale è retribuito secondo normative ben precise e quadri di riferimento nazionali appositi.

In questo caso vediamo quanto guadagna un professore di scuola superiore in Italia e da quali fattori dipende il suo stipendio netto.

Da cosa dipende lo stipendio di un professore di scuola superiore?

Prima di vedere in dettaglio a quanto può ammontare uno stipendio medio di un professore di scuola superiore in Italia, è opportuno considerare che esistono diversi fattori che possono influenzare, e talvolta non di poco, l’ammontare finale di uno stipendio medio.

Tra questi fattori, il primo, e anche il più determinante, è sicuramente l’anzianità e cioè gli anni di servizio prestati dal docente. Ragionevolmente infatti, un professore con numerosi anni di carriera alle spalle guadagnerà molto di più di un professore alle prime armi o che magari ha cominciato solo da qualche mese la professione di docente.

Un altro fattore senz’altro determinante nel calcolo dell’ammontare di uno stipendio medio di un professore di scuola superiore è anche il livello di insegnamento in cui il docente è inquadrato in quel momento e cioè se si tratta di un docente di ruolo oppure di un supplente o docente con contratto a tempo determinato.

Un docente di ruolo, è quel professore titolare di una cattedra a seguito di concorso pubblico in cui è risultato vincitore e che godrà quindi di uno stipendio fisso mensile che gli consentirà di guadagnare molto di più rispetto a un collega precario che svolge una supplenza oppure che è assunto temporaneamente con un contratto in scadenza.

Va ricordato infatti che, purtroppo, all’interno del sistema scolastico italiano vi sono moltissimi docenti che lavorano come precari e che quindi non hanno la sicurezza né la stabilità di uno stipendio mensile. Infatti, se per diventare docente di ruolo occorre aver vinto un concorso pubblico, per insegnare all’interno delle scuole come supplente occorre farlo entrando in delle apposite graduatorie GPS e/o GI – per supplenze di lunga durata – oppure mediante convocazione per messa a disposizione (MAD), per le supplenze di breve durata.

In entrambi i casi comunque, sia i supplenti che ricoprono una docenza breve che svolgono una docenza lunga, percepiscono uno stipendio, che tuttavia sarà differente dallo stipendio percepito da un professore di ruolo. Infatti, il compenso per i supplenti è calcolato sulla base dei giorni e delle ore di lavoro svolte.

Un altro fattore importante per calcolare il stipendio medio di un professore di scuola superiore è l’Istituto presso il quale viene svolta la docenza. Se infatti l’insegnamento viene praticato presso un istituto statale, quindi pubblico, i parametri di riferimento saranno quelli stabiliti dal CCNL Scuola, se invece l’insegnamento verrà svolto in un Istituto privato, i criteri saranno quelli dettati dal singolo istituto, sempre nel contesto nazionale di riferimento.

Tutti questi fattori sono determinanti nel calcolare lo stipendio finale di un docente a cui andranno poi eventualmente sommate ulteriori indennità, spettanze ed elementi perequativi, riproporzionati secondo il caso.

Stipendio netto e lordo di un professore delle superiori in Italia: ecco quanto guadagna

Come abbiamo appena visto vi sono diversi fattori che determinano lo stipendio medio di un professore. In base a quanto appena detto e in base ai parametri di riferimento, lo stipendio medio di un docente, a inizio carriera, si aggira intorno ai 1750,00 euro lordi che, al netto diventano 1300/1350 euro circa. A fine carriera invece, lo stipendio  arriva fino a 2.650 euro che poi netti diventano circa 1900/1950 euro. La differenza di stipendio tra un professore a inizio carriera e uno che si avvia verso la conclusione della sua carriera è davvero notevole e ovviamente dipende dall’esperienza maturata durante il corso degli anni.

Se però si vuole avere un’idea dello stipendio medio rapportato agli anni di anzianità, i valori sottostanti renderanno chiara l’idea di quanto abbiamo appena detto: 

  • 0-8 anni di servizio, circa 1.750 euro lordi; circa 1.350,54 euro netti;
  • 9 e 14 anni, circa 1.900/1.950 euro lordi; circa 1.500/1.550 euro netti;
  • 15 e 20 anni, circa 1.900/1.950 euro lordi; 1.643,04 euro netti circa;
  • 21 e 27 anni, circa 2.000/2.100 euro lordi; circa 1.700/1750 euro netti;
  • 28 e 34 anni, circa 2.300/2.350 euro lordi ; circa 1.800 euro netti;
  • oltre i 35 anni di servizio, è di 2.65o euro circa che poi diventano 1.900/1950 euro netti circa.

Come anticipato prima, nel calcolo medio dello stipendio, occorre considerare anche la retribuzione professionale annua che naturalmente deve essere a sua volta riproporzionata in base all’esperienza maturata.

Di solito la retribuzione professionale annua varia da un minimo di 164 euro fino a un massimo di 257 euro. I docenti cui spetta questa retribuzione aggiuntiva sono generalmente solo quelli di ruolo.

Altra cosa è invece lo stipendio medio dei supplenti, ad essi è infatti riservato un trattamento economico differente in virtù della precarietà della posizione professionale. Di solito, coloro che riescono ad ottenere una nomina annuale presso un istituto pubblico possono percepire da un minimo di 700 euro, per le supplenze brevi, fino a un massimo di 1.300 euro mensili in caso di assegnazioni a medio/lungo termine. Analogamente ai professori di ruolo, anche i supplenti possono ambire a ottenere ulteriori spettanze e bonus come la retribuzione professionale annua, la carta del docente e il bonus di merito. Queste misure sono valide per tutti i supplenti che hanno ottenuto l’incarico annuale  fino al 31 agosto dell’anno di riferimento e per i supplenti fino al termine delle attività scolastiche i cui contratti terminano il 30 giugno. Nel caso in cui il docente svolgesse una supplenza a breve termine, il bonus spettante non può essere corrisposto, così come la carta del docente e la retribuzione annua. 

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