Quotazione Petrolio Brent Novembre 2019: previsioni, ultime notizie e prezzo in tempo reale

Pubblicato il 9 Nov 2019 - 8:06pm di Federica Micheli

Nella società attuale, il petrolio Brent rappresenta una risorsa di notevole importanza, in quanto il suo impiego è fondamentale nella vita quotidiana.

L’attenzione riservata a questo “oro nero” denota anche un certo peso al livello economico, tanto che per gli esperti, è essenziale tenere sotto controllo le oscillazioni del suo costo, sopratutto se analizzate in relazione agli sviluppi e alle dinamiche delle politiche internazionali.

Di seguito nell’articolo, viene presentata la quotazione del Petrolio Brent per novembre 2019, fornendo anche delle previsioni, le ultime notizie ed il prezzo in tempo reale.

Quotazione del Petrolio Brent Novembre 2019: le previsioni

Nelle settimane passate, la notizie dell’esplosione di una petroliera situata nel Mar Rosso, esattamente nei pressi del porto sudata di Gedda, aveva causato un’impennata del costo del greggio non indifferente.

Mentre questo comunicato si estendeva a macchia d’olio presso tutti i notiziari internazionali, nel corso della mattina il costo del Brent è riuscito a guadagnare oltre 60 dollari al barile, decretando un aumento di 1,44%.

Questa situazione ha generato degli effetti a catena presso tutti i massimi istituti economici legati al petrolio, come Eni che ha segnato un rialzo di 1,15% a quota 13,8.

Anche se i giorni passati sono stati caratterizzati da un grandissimo fermento, i massimi esperti hanno più volte ridimensionato il peso di questo incidente sulle future quotazioni del Brent.

La valutazione del prezzo del greggio, ancor prima di questo incidente, aveva già registrato dei segnali estremamente positivi, in quanto secondo alcune indiscrezioni di stampa, vi erano stati degli accordi riservati tra la potenza americana e quella cinese, al fine di rallentare la guerra commerciale in atto da diverso tempo tra le due.

Ad oggi però i mercati non hanno avuto delle reazioni importanti alla notizia di un probabile accordo parziale tra Stati Uniti e Cina, ed infatti nei ultimi giorni di ottobre le preoccupazioni relative al destino del prezzo del Brent per il mese prossimo sono sempre più elevate.

Ad inficiare negativamente per il mese di novembre è anche l’indebolimento della crescita della domanda, a seguito del report del National Bureau of Statistics cinese, sul crollo del profitti del settore industriale.

In questa situazione così difficile, un ruolo chiave è stato giocato proprio dalla sfiancante guerra commerciale che nelle ultime settimane ha messo a durissima prova la borsa di Hong Kong.

Le previsioni di novembre lasciano presagire un panorama difficile, anche per la diminuzione del funzionamento di diverse piattaforme americane ma anche a causa di fattori tecnici non meno importanti.

Il prossimo mese le borse internazionali presteranno sicuramente un’attenzione ulteriore al Brent e alle sue oscillazioni, perché nonostante quanto affermato in precedenza, è ragionevole pensare che ci sarà una correzione a breve termine, poiché negli ultimi giorni gli investitori sono stati fortemente incoraggiati a registrare dei notevoli profitti, dopo che sia il WTI che il Brent hanno raggiunto livelli chiave di ritracciamento.

In questo momento ricco di fermento, molti analisti tendono ad formulare delle previsioni contrastanti per la fine di questo 2019: molti sono favorevoli ad ipotizzare un rialzo del prezzo del petrolio, mentre altri invece sono fermamente convinti in un suo ribasso.

La prima ipotesi è supportata da uno scenario di possibile scarsità del greggio, derivante da una ripresa della domanda per il mese di novembre, mentre nettamente più probabile è un innalzamento del prezzo del Brent sia dovuto alle sanzioni poste in essere dagli Stati Uniti, nei confronti dell’Iran.

Ovviamente gli sviluppi dell’area geopolitica comprendente Arabia Saudita, Iraq e Libia non sono affatto da tenere sotto gamba, in quanto è proprio qui il cuore dell’estrazione di “oro nero”.

Un’ultima valutazione da non dimenticare è l’accordo tra i massimi esponenti dell’OPEC ed OPEC  Plus, per mantenere i livelli di costo, sufficientemente alti grazie a misure di contenimento produttivo sui livelli prestabiliti.

Le visioni specularmente contrarie ad un possibile rialzo del prezzo del Brent per novembre 2019, sostengono invece che c’è poca forza argomentativa sulla questione del rischio della scarsità di offerta.

Inoltre un elemento di rallentamento ulteriore è legato alla guerra dei dazi che oramai da settimane è la protagonista indiscussa di tutti i dibattiti legati all’economia internazionale.

La posizione americana è stata chiarita proprio dallo stesso presidente Donald Trump, che in recentissimi tweet ha affermato proprio che è nelle sue intenzioni per le prossime settimane, mantenere i livelli del Brent a quotazioni non eccessivamente elevate, col fine di favorire la crescita economica del paese.

In un’ottica di lungo termine, l’ipotesi di un ribasso del greggio è legata anche ad un impiego più consistente di energie rinnovabili, che potrebbero lentamente (e nel corso di lunghi anni) prendere il posto del petrolio stesso.

Quotazione del Petrolio Brent Novembre 2019: le ultime notizie

Come già affermato precedentemente, l’economia petrolifera è legata con un doppio nodo, agli sviluppi in ambito geopolitico.

In questo scenario, un ruolo da attore principale è interpretato proprio dagli Stati Uniti, i quali in questi giorni si sono espressi in merito ai pozzi presenti sul territorio siriano e alla loro importanza in relazione alla lotta contro gli ultimi baluardi dello stato islamico.

Sicuramente l’attenzione di tutti i mercati mondiali è concentrata su ciò che sta accadendo all’interno di quest’area calda del mondo, e ciò è esperibile proprio dalla risposta della borsa durante questi ultimissimi giorni.

Prosegue infatti la tendenza in calo delle quotazioni sia del Brent che del WTI; quest’ultimo registra livelli ancora più negativi, tanto che in una sola giornata ha perso fino a 85 centesimi, a differenza del primo che ha riportato lieve calo di 5 centesimi.

Il Brent si ferma a circa 61 dollari al barile, sotto la pressione di un presunto aumento delle scorte americane, che secondo un sondaggio economico potrebbero essere addirittura 700.000.

La resistenza che si è incontrata nei giorni scorsi, attestata attorno ai 62 dollari, si è infatti rivelata solamente temporanea, grazie sopratutto ai tagli importanti dei tassi di interesse da parte delle banche centrali.

Da questa situazione, ne deriva che i future del Brent, con riferimento internazionale, vanno giù dello 0,9% a 61,06 dollari.

Quello che crea particolare scompiglio è sopratutto la sempre minore crescita della domanda, che nel corso del 2019 ha rappresentato una costante con la quale tutti i maggiori produttori di questa materia prima hanno dovuto fare i conti.

I dati riportati dagli analisti dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, parlano inoltre di una prospettiva analoga anche per tutto il 2020, sulla scia della crescente attenzione al tema ambientalistico, e la ricerca di nuove fonti di energia rinnovabile ed ecosostenibile.

Inoltre le ultime notizie rivelano, che nonostante il tanto decantato accordo tra la Cina e gli Stati Uniti, il prezzo del greggio mostra segnali di continua perdita, elemento che pesa nella fattispecie all’interno del settore secondario industriale cinese.

Per il secondo mese di fila infatti, i prezzi di produzione hanno registrato un trend in discesa sostanziale, che sta influendo in tutta l’economia generale.

In previsione del mese di Novembre, gli analisti non presagiscono un miglioramento  concreto e ciò genera un’ulteriore  forte preoccupazione per la crescita futura.

Il concretizzarsi dell’accordo commerciale, seppur parziale, appare ad oggi come l’unico appiglio per una ripresa delle quotazioni, ma anche per garantire un fondamentale momento di respiro all’economia cinese.

Quotazione del Petrolio Brent Novembre 2019: il prezzo in tempo reale

Conoscere il valore del petrolio Brent in tempo reale, capire le dinamiche geopolitiche e riuscire a fare una stima delle oscillazioni nel tempo, sono azioni estremamente importanti per coloro che si occupano di investimenti ed economia internazionale.

Essere sempre aggiornati sugli ultimi sviluppi, serve anzitutto a poter portare avanti degli investimenti fruttuosi, e questo è esperibile in ragione al recente ribasso della quotazione Brent.

L’ultimo prezzo del Brent si attesta a 61.01$ al barile, registrando una variazione dai dati di inizio anno di -0.56, ovvero il -0.91%.

Fino a qualche anno fa, le uniche fonti per poter accedere a determinate informazioni erano solamente i quotidiani specializzati in economia e finanza, mentre ad oggi è possibile conoscere ogni singola oscillazione del prezzo, minuto per minuto.

Una delle reti più influenti, riguardo l’informazione di stampo economico è il giornale online Il Sole 24 Ore, che consente di sapere sempre le fluttuazioni e le ultime news in tempo reale.

Grazie anche alla sue versione premium, con solo 0,50 centesimi di euro, per l’abbonamento a tre mesi, è possibile accedere a tutti servizi riservati ai risparmiatori, comprendenti notifiche personalizzate, tempo reale, portafoglio virtuale e moltissimo altro ancora.

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Altra fonte di rilevante importanza per essere sempre aggiornati in tempo reale delle quotazioni del petrolio Brent è la piattaforma investing.com.

All’interno di questo portale che tratta prettamente di investimenti internazionali, borsa e mondo finanziario, tutte le informazioni relative al Brent sono analizzate a tutto tondo.

La prospettiva proposta dal sito, ha tempistica variabile che va da un giorno, ad una settimana, ad un mese fino ad un massimo di cinque anni, al fine di consentire una visione d’insieme del mercato del greggio.

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