Reato tortura: sì della Camera

Pubblicato il 10 Apr 2015 - 1:37pm di Irene Masala

Il disegno di legge sull’introduzione del reato di tortura passa al vaglio del Senato in seguito ai 244 sì, 14 voti contrari e 50 astenuti della Camera. Dopo la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, che ha condannato l’Italia al risarcimento di 45.000 euro per danni morali relativamente ai fatti avvenuti nella notte tra il  21 e 22 luglio del 2001 nella scuola Diaz-Pertini di Genova, il pressing per l’approvazione del reato di tortura ha spinto la Camera ha votare il via libera per il disegno di legge.

Secondo i giudici della Corte di Strasburgo, l’Italia ha violato in quell’occasione l’articolo 3 della Convenzione sui Diritti dell’uomo dove si stabilisce chiaramente che nessun essere umano possa essere sottoposto a tortura o a trattamenti disumani e degradanti. I giudici hanno inoltre sottolineato che l’impunità dei colpevoli è da attribuirsi principalmente alla lacuna legislativa dell’Italia, che deve essere colmata con l’inserimento del reato di tortura, oltre che alla mancanza di cooperazione nell’ambito dell’indagine da parte delle forze dell’ordine.

I punti principale del nuovo disegno di legge stabiliscono la tortura come reato comune, punibile da 1 a 10 anni per chiunque infligga sofferenze fisiche o psichiche per ottenere informazioni o dichiarazioni, per punire, vincere una resistenza o in ragione dell’appartenenza etnica, politica o religiosa. Pena che sarà aumentata a 15 anni nel caso in cui a commettere il reato sia un pubblico ufficiale, la cui azione comporterebbe anche abuso di potere e violazione dei doveri di cui è incaricato dallo Stato.

Spetta ora al Senato approvare il testo e sancire così l’irripetibilità, almeno al livello legale, di una delle pagine più vergognose e macabre della storia italiana.

Info sull'Autore

Laureata in Scienze Politiche e Giornalismo ed Editoria, da anni si occupa di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse per il Medio Oriente e il conflitto arabo-israeliano. Due grandi passioni, scrivere e viaggiare, l'hanno portata a trascorrere gli ultimi sei anni tra Roma, Valencia e Israele/Palestina. Ha inoltre frequentato il Master in Giornalismo Internazionale organizzato dall'IGS (Institute for Global Studies) e dallo Stato Maggiore della Difesa, nell'ambito del quale ha avuto modo di trascorrere due settimane come giornalista embedded nelle basi Unifil in Libano.

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