Referendum Costituzionale Novembre 2016: aggiornamenti, data, sondaggi e perché votare Sì o No

Pubblicato il 1 Set 2016 - 3:44pm di Ubaldo Cricchi

Si avvicina uno degli appuntamenti politici più importanti degli ultimi anni: a novembre 2016 gli italiani tramite il loro voto al Referendum Costituzionale potranno esprimere il loro parere sulla riforma Boschi; in questo articolo vedremo quali sono gli ultimi aggiornamenti sulla consultazione, focalizzandoci sulla data, sui sondaggi e sui motivi per cui si dovrebbe votare Sì o No.

I punti cardine della riforma e gli aggiornamenti sulla data

Riepiloghiamo in modo molto rapido il contenuto del testo della riforma (già visto in maniera più approfondita in un nostro precedente articolo); i sette punti principali possono essere così sintetizzati:

  • fine del bicameralismo perfetto e paritario (con conseguente rivoluzione dell’iter di approvazione delle leggi);
  • Il nuovo Senato dei 100, con durata, competenze e composizione diverse da quelle attuali
  • revisione della distribuzione delle competenze tra Stato e Regioni;
  • nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica;
  • nuove modalità di elezione dei giudici della Corte Costituzionale;
  • abolizione delle Province e soppressione del Cnel;
  • novità per referendum e leggi di iniziativa popolare.

Il ddl Boschi ha ottenuto l’approvazione in doppia lettura dalle due ali del Parlamento, senza però raggiungere i due terzi dei voti: per questo motivo la riforma deve essere sottoposta al Referendum Costituzionale (i rappresentanti del Governo in passato aveano detto che l’ultima parola l’avrebbe avuta il Popolo a prescindere dal numero di voti ottenuti alle Camere). Per questo tipo di consultazione non è previsto il quorum. Rimane ancora un mistero sulla data: inizialmente si parlava di referendum di ottobre e si diceva che gli italiani avrebbero votato nei primi giorni di quel mese; in seguito, viste le continue notizie su un probabile spostamento, si è parlato di referendum di autunno prima e di referendum di novembre dopo. Ormai, anche se non ci sono notizie ufficiali, pare che si voterà nella seconda metà di novembre 2016: il 20 o, più presumibilmente, il 27.

I sondaggi sul Referendum Costituzionale di novembre 2016

Gli italiani tra un paio di mesi verranno posti davanti ad un bivio importante: promuovere o bocciare in toto la riforma (senza spacchettamento, il cittadino avrà a disposizione un solo Sì o un solo No per l’intero testo). Secondo gli aggiornamenti dei sondaggi relativi al Referendum Costituzionale il 51% degli aventi diritto ha affermato che di sicuro andrà a votare; il 24% invece ha già scelto di non recarsi alle urne; il 25% non ha ancora deciso se andare a votare o no. Stando alle statistiche elaborate da Winpoll, tra coloro che hanno detto che andranno a votare il No sarebbe in netto vantaggio con il 54% delle preferenze.

Con questi numeri i pronostici sembrano facili: difficilmente si raggiungerà un’affluenza pari al 60% (gli esperti stimano un 55%) e la vittoria del No pare ancora il risultato più probabile, anche se l’Esecutivo in questo periodo che ci separa dall’appuntamento cercherà di convincere gli indecisi a schierarsi dalla parte dei sostenitori della riforma. In questi giorni molti appartenenti al fronte del No si mostrano contrariati per le notizie che arrivano da Palazzo Chigi secondo le quali anche in caso di bocciatura della riforma Boschi non ci saranno elezioni fino al 2018. Alcuni si chiedono “ma le promesse di dimissioni che fine hanno fatto?”. Proprio nelle scorse ore il premier Renzi ha glissato sull’argomento, dicendo che il referendum riguarda il futuro del Paese e non il suo, quindi non parlerà più di quello che farà dopo la consultazione.

Perché votare Sì

Iniziamo ad elencare le ragioni di coloro che spingono per il Sì:

  • con il superamento del bicameralismo perfetto l’Italia si adegua al panorama europeo, ci sarà una riduzione dei parlamentari (e quindi dei costi) e l’attività del Parlamento sarà più efficace e rapida;
  • l’iter di approvazione delle leggi sarà molto più rapido senza i continui rimbalzi tra Camera e Senato: con le approvazioni più veloci le risposte ai cittadini e le soluzioni dei problemi arriveranno più tempestivamente;
  • la riduzione del numero dei parlamentari, l’abolizione del Cnel e l’eliminazione delle Province sono fattori che consentiranno un’importante riduzione dei costi della politica;
  • ci sarà una maggiore partecipazione dei cittadini grazie alle novità sui referendum propositivi e abrogativi e sulle proposte di legge di iniziativa popolare;
  • finalmente ci sarà più chiarezza nella ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni;
  • con la nuova composizione del Senato gli Enti locali saranno più presenti in Parlamento e i Europa.

Perché votare No

Questi invece sono i motivi per cui si dovrebbe votare No:

  • il bicameralismo in realtà non viene superato, ma solo reso più confuso, creando conflitti di competenze tra le due Camere e tra Stato e Regioni;
  • non c’è una vera semplificazione dei procedimenti legislativi (moltiplicati fino a dieci) e crea ulteriore confusione;
  • in realtà non c’è una grande diminuzione dei costi della politica, visto che i costi del nuovo Senato vengono ridotti solo di un quinto (il discorso sarebbe stato diverso con il taglio dei deputati della Camera);
  • Non è una riforma innovativa, ma un provvedimento che va a conservare e rafforzare il potere centrale indebolendo le autonomie;
  • la partecipazione diretta dei cittadini non viene ampliata visto che per i disegni di iniziativa popolare serviranno 150.000 firme e non più 50.000;
  • non è una riforma scritta in modo comprensibile e non è legittima perché prodotta da un Parlameto eletto con il Porcellum, una legge elettorale incostituzionale;
  • il testo non è stato prodotto dalla volontà autonoma del Parlamento, ma è stato partorito dal Governo;
  • tra riforma ed Italicum non viene garantita la sovranità popolare;
  • non c’è equilibrio tra i poteri costituzionali, visto che gli organi di garanzia, ovvero Corte Costituzionale e Presidente della Repubblica, sono in mano ad una maggioranza prodotta dal premio previsto dalla nuova legge elettorale.
Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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