Samer Issawi: chi è?

Pubblicato il 22 Feb 2013 - 5:33pm di Redazione

Samer Issawi

Samer Issawi: la sua battaglia per la giustizia e la libertà

Da qualche mese si sente parlare di Samer Issawi come l’emblema della lotta contro le violazioni dell’occupazione israeliana in Palestina. Samer Issawi, trentatré anni, residente a Issawiya, quartiere palestinese di Gerusalemme Est, sta portando avanti una battaglia personale che è anche quella di altri 4750 prigionieri palestinesi. Una battaglia contro la detenzione amministrativa e contro le condizioni di vita a cui sono costretti i detenuti palestinesi nel sistema carcerario israeliano (isolamento, torture e maltrattamenti, negazione delle visite dei familiari, negazione di assistenza medica e persecuzione delle famiglie) .
Samer fu arrestato dagli israeliani nel 2002 perché aveva preso parte alla Seconda Intifada e condannato a 30 anni di carcere. Fu poi rilasciato nell’ottobre 2011 a seguito di un accordo tra Hamas e il governo israeliano in cui Gilad Shalit, militare israeliano, venne liberato dietro la scarcerazione di un migliaio di palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, tra cui Samer.
Il 7 luglio 2012, avendo violato le condizioni del rilascio (per essersi recato in un villaggio palestinese ad una brevissima distanza da Gerusalemme, dalla quale non poteva allontanarsi), senza accuse né un processo, viene di nuovo arrestato. Il 1 agosto del 2012 inizia la sua lotta personale a questa condizione con lo sciopero della fame. Samer non mangia ormai da più di 200 giorni ed è allo stremo delle forze. Il 21 febbraio la Corte di Gerusalemme ha condannato Samer a otto mesi di carcere. Avendone già scontati più di sette sarebbe dovuto essere liberato il 6 marzo scorso, tuttavia Israele ancora non sembra intenzionato a rilasciarlo. La sorella di Samer, Shireen, afferma che il caso sarà ora trasferito alla Corte Militare di Ofer che potrebbe estendere la sua pena fino a 20 anni. Ad ogni modo Samer è intenzionato a non interrompere lo sciopero fino al rilascio o alla morte.
Samer IssawiContinua nel frattempo la campagna per la sua liberazione su Facebook e su Twitter (Free Samer Issawi Campaign), dove ogni sera dalle 20 alle 21 (ora italiana) viene lanciato un hashtag per Samer con lo scopo di entrare nei “trending topics” universali e informare il mondo di questa situazione. La sua storia ha attivato una vastissima rete di solidarietà ed è diventata una questione di portata mondiale in pochi mesi. Israele, cosciente di ciò, ha iniziato a interferire contro la famiglia di Samer Issawi distruggendo le loro abitazioni, togliendo loro l’acqua, imponendo loro delle multe salatissime, arrestando tutti i suoi fratelli almeno una volta. Le condizioni di Samer sono disperate e potrebbe morire da un momento all’altro. Daleen Elshaer, coordinatore della campagna Free Samer Issawi, ha dichiarato che Samer ha ormai perso 47 chili e rifiuta le cure mediche della clinica militare di Ramle. Aveva smesso di bere acqua, per poi ricominciare, convinto dalla Croce Rossa. La famiglia e tutti quelli che lo supportano sono intenzionati a non interrompere questa battaglia e a far crescere sempre di più la solidarietà nonostante i tentativi di Israele per soffocarla.

 

 

 

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