Tfr in busta paga, pesa la tassazione ordinaria: aumentano le richieste di anticipazione della liquidazione

Pubblicato il 13 Set 2015 - 1:58pm di Ubaldo Cricchi

Dopo cinque mesi dalla sua entrata in regime, la possibilità di richiedere il Tfr in busta paga si sta rivelando un vero e proprio flop: lo spettro della tassazione ordinaria viene forse ritenuto troppo penalizzante, tanto che solo lo 0,83% dei lavoratori dipendenti ha chiesto l’inserimento delle quote di trattamento di fine rapporto nella loro busta paga. Discorso completamente diverso per le richieste di anticipazione del Tfr maturato, che sono aumentate del 27%.

Flop del Tfr in busta paga, richiesto solo dallo 0,83% dei lavoratori

Secondo uno studio dei Consulenti del Lavoro, su un campione di un milione di unità solo 8.420 lavoratori hanno richiesto il Tfr in busta paga. Si rivelano quindi un po’ troppo ottimistiche le stime del Governo, che nella relazione tecnica della scorsa legge di Stabilità aveva ipotizzato un coinvolgimento del 40/50% dei dipendenti.

Più del 60% di coloro che hanno deciso di non sfruttare la possibilità di richiedere il Tfr in busta paga ha dichiarato di non aver approfittato dell’opportunità perché troppo penalizzante dal punto di vista fiscale. Come detto, invece, vanno alla grande le richieste di anticipazione: i dipendenti che hanno almeno 8 anni di anzianità possono chiedere al datore di lavoro una somma pari fino al 70% del trattamento di fine rapporto maturato.

Cresce il numero delle richieste di anticipazione della liquidazione

L’anticipazione del Tfr maturato può essere richiesta per spese sanitarie, per la ristrutturazione di una casa o per il suo acquisto. Dall’inizio dell’anno questo tipo di richieste sono cresciute del 26,6%. Il successo delle anticipazioni è legato alla possibilità di monetizzare gran parte delle quote maturate, conservando però il regime fiscale più conveniente. A questo bisogna aggiungere il livello dei tassi di interesse particolarmente basso, che ha reso più favorevole i mutui.

Bisogna aggiungere che il dipendente e il datore di lavoro possono anche trovare un accordo per superare le condizioni indicate dalla legge: l’azienda, se accetta le richieste del suo lavoratore, può accordare l’anticipazione della liquidazione anche per motivazioni che vanno al di là di quelle previste dalla norma. In un periodo di crisi con forte necessità di liquidità, molti dipendenti hanno preferito richiedere una parte del Tfr già accantonato piuttosto che optare per il Tfr in busta paga, la cui tassazione li penalizzerebbe troppo fino al giugno del 2018.

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Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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