Aracnofobia: cause, cura, rimedi, conseguenze e significato psicologico della paura dei ragni

Pubblicato il 25 Apr 2017 - 10:00am di Virginia Massullo

L’aracnofobia, ovvero la paura dei ragni, è una delle fobie più diffuse al mondo e colpisce trasversalmente donne e uomini, bambini e adulti. Le cause di un tale disturbo, irrazionale proprio come tutte le fobie, non sono sempre da ricondurre ad una scarsa propensione nello stare a contatto con la natura, perché, come vedremo, questa paura può avere spesso dei significati psicologici molto più reconditi. Se questo tipo di paura,nella maggior parte dei casi, non porta ripercussioni particolari nella vita di tutti i giorni, possono esserci episodi specifici nei quali l’aracnofobia può raggiungere conseguenze anche gravi che arrivano a destabilizzare la nostra routine. Per questo motivo se avete una vera e propria fobia di questi animaletti fareste bene a non sottovalutarne la portata e a rimboccarvi le maniche per cercare le cure e i rimedi più adatti al vostro particolare malessere.

Le cause dell’aracnofobia: l’origine del disturbo nasconde significati psicologici

Non può essere solo semplice casualità se il ragno costituisce per la maggior parte delle culture al mondo un pericolo da evitare e, nel caso dell’aracnofobia appunto, una vera e propria minaccia. La paura per i ragni, infatti, la impariamo da subito, fin nei nostri primi anni dell’infanzia, ed è ben strano osservare come proprio i bambini, abituati a giocare ancora molto piccoli con la terra tra formiche, lombrichi e lucertole, sviluppino anch’essi, nella maggior parte dei casi, una particolare avversione per i ragni.

Le origini di un tale disturbo ci vengono tramandate, quindi, fin dall’infanzia e nascondono cause ancora non del tutto chiare: alcune teorie presuppongono il fatto che il ragno abbia costituito nell’antichità una minaccia per l’uomo e che quindi poi durante l’evoluzione questo insetto abbia mantenuto un ruolo di “antagonista”, anche se a livello inconscio. Molti però non condividono questa teoria evoluzionista, soprattutto considerando il fatto che bisogna separare il semplice fastidio, dalla vera e propria fobia dell’animale, sofferta in percentuale molto minore. Rimane il fatto che il ragno ha da sempre stimolato l’immaginario collettivo, e nella simbologia alterna aspetti positivi ad aspetti negativi, che prendono origine da particolari significati psicologici: da alacre lavoratore che tesse la tela ad animale infido e velenoso, che con la sua perfida arte mimetica attende con grande pazienza la preda, prima di finirla con il suo morso velenoso.

Proprio da questo, tra l’altro, hanno origine i miti tipici del sud Italia, che vedono un legame ancestrale tra il morso della tarantola e gli esaurimenti isterici di alcune donne, le cosiddette “tarantolate”, dalle quali scaturiscono i famosi balli delle tarante, arrivati in Puglia dall’est Europa. La figura del ragno si caratterizza, quindi, dall’alba dei tempi come legata al mito, e si porta dietro da secoli tutto un bagaglio di oscurità e leggende, che influiscono sicuramente ancora oggi nel profondo della psiche di chi soffre di aracnofobia ed enfatizza nella propria fantasia il ragno, arrivando a considerarlo una minaccia concreta a tutti gli effetti.

I rimedi contro l’aracnofobia, ecco alcune semplici cure da adottare

Il fastidio di vedere un ragno che tesse la tela nella cucina di casa nostra è ben diverso dalla vera e propria fobia che il ragno può causare in alcune persone. Abbiamo visto come la paura del ragno abbia dei significati psicologici nascosti e quindi bisogna entrare nell’ottica che è necessario parlare di vere e proprie cure quando di affronta un disturbo come l’aracnofobia: è quindi bene prendere il coraggio a due mani ed affrontare la temibile “bestia”, per evitare di andare incontro a conseguenze spiacevoli. Esistono alcuni semplici rimedi che potreste adottare, senza dover ricorrere per forza alle maniere forti nei confronti di questo ospite indesiderato: per prima cosa potreste osservare con attenzione chi non teme i ragni e spiare i suoi comportamenti per prenderli ad esempio.

Vi accorgereste di come la vostra percezione del pericolo, costituita anche solo dalla visione dell’animale, sia in realtà spropositata e di come sentiate il ragno molto più grande e molto più incombente, di quanto non lo sia nella realtà. Inoltre mentre alcuni prediligono la terapia shock, che prevede un contatto immediato e diretto della persona con il ragno, altre terapie più delicate portano ad una prima fase di presa di coscienza, durante la quale il paziente comincia a familiarizzare con il ragno attraverso alcune foto,parlando ad alta voce di cosa lo spaventi maggiormente, per poi solo in un secondo momento passare alla temibile fase espositiva, quando l’aracnofobico sarà gradualmente messo a contatto con il ragno e dovrà toccarlo e tenerlo in mano, dimostrando così di aver definitivamente superato la fobia. Come abbiamo visto la paura dei ragni è legata a fattori che risiedono nella nostra psiche e, quindi, solo attraverso uno studio approfondito delle nostre paure si può tentare di superare questo disturbo, che altrimenti sarà destinato ad accompagnare il fobico per tutta la sua vita.

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