Euro debole e parità con il dollaro, gli obiettivi BCE: ecco perché e le strategie di investimento

Pubblicato il 19 Set 2015 - 6:51pm di Daniele Celli

La BCE vuole un euro debole e l’obiettivo della parità con il dollaro, per motivi ben precisi che andremo ad analizzare all’interno, assieme al punto sulle strategie di investimento valutario più opportune in un periodo delicato come quello in cui si trova la valuta europea.

Le ultime decisioni della Banca Centrale Europea sembrerebbero spingere verso un indebolimento dell’euro rispetto alle altre valute internazionali, come il cambio con il dollaro che prosegue gradualmente con una discesa che, a giudizio di molti, potrebbe presto portare al pari valore. Non si tratta di una “rivoluzione” immediata, ma pian piano sembra proprio che un euro sempre più deprezzato possa giungere (anche presto) a quei livelli.

Ma cosa significa euro debole in confronto al dollaro per l’economia europea? Tra i lati positivi c’è senza dubbio quello delle maggiori esportazioni fuori dai paesi dell’Unione Europea, ma d’altra parte, come è ovvio che sia, sarà meno conveniente importare merci dagli Stati Uniti in Italia e in generale nei paesi dell’area euro. Lasciando per un attimo il discorso import/export va fatto un dovuto accenno al prezzo del carburante, che al di là dei fattori geopolitici potrebbe continuare il suo trend a ribasso.

Le scelte di politica economica di Draghi

Mario Draghi ha spiegato di recente le intenzioni dell’Europa nell’ambito della politica monetaria. Al momento c’è un programma di investimento in assets che “continua a procedere come da programmi” a detta del presidente della Banca Centrale Europea, che dopo la decisione di lasciare immutati i tassi di interesse proprio come fatto di recente dalla Fed negli Stati Uniti, ha comunicato l’innalzamento del limite di proporzione azionaria negli investimenti, che ha visto il passaggio dal 25% all’attuale 33%. Con ottimismo, sempre nell’intervento di inizio settembre, Draghi ha poi dichiarato che “la crescita economica non si nota, ma sta proseguendo continuamente“.

Le mosse della Banca Centrale Europea sono chiare: iniettare 60 miliardi di euro al mese fino a settembre 2016 (tramite l’acquisto di titoli di Stato) per far salire nuovamente l’inflazione, che secondo previsioni potrebbe riavvicinarsi a quota 2%. O almeno questo è l’obiettivo a cui punta Draghi con ottimismo nell’euro. Tale misura è stata ufficializzata a marzo 2015 con l’acquisto di assets provenienti da Germania, Italia, Francia e Belgio, per un totale di 150 miliardi di dollari complessivi verso il nostro Paese.

Perché un euro debole?

L’accenno fatto in precedenza sui motivi che portano la BCE a puntare verso un euro debole non sono sufficienti per capire il perché esatto di questa decisione, ossia i benefici che possono giungere verso l’Europa con un’ulteriore discesa del tasso EUR/USD. Oltre alle esportazioni in aumento e le possibilità di risparmiare sulla benzina, molto importante è anche il beneficio per il turismo in Italia e in Europa. In sostanza, vedremo probabilmente più americani nei prossimi anni dalle nostre parti, felici di guadagnare con il cambio rispetto allo svantaggio che ha caratterizzato finora il rapporto tra dollaro ed euro.

Anche dal punto di vista degli investimenti si potrebbe risolvere, tramite l’indebolimento dell’euro, un problema non da poco. La crisi economica degli ultimi anni ha infatti causato un crollo del -58% agli investimenti esteri in Italia, che proprio grazie al calo di valore dell’euro potrebbero presto cambiare trend.

Infine, ulteriori vantaggi dal campo della tecnologia – prima andare negli USA conveniva particolarmente per accaparrarsi prodotti hi-tech a basso prezzo, mentre in un domani recente potrebbe avvenire il contrario – ma una piccola difficoltà nel campo delle materie prime, dove l’importazione in Italia di cereali e grano duro avrebbe un aumento che potrebbe causare un rincaro al prezzo della pasta e prodotti simili. Fattore negativo che sembra comunque contenuto, specialmente se confrontato alle ghiotte opportunità che potrebbero giungere negli altri settori.

Obiettivo parità con il dollaro

L’obiettivo principale della BCE è dunque la parità con il dollaro, ma a che punto siamo? Secondo le previsioni diffuse due giorni fa dalla testata online Bloomberg, entro un anno si andrà a finire verso l’ambita soglia 1,00 nel cambio euro/dollaro. La Fed alla fine ha deciso di non optare per un rialzo dei tassi di interesse negli USA come si mormorava prima della decisione ufficiale giunta giovedì scorso (si parlava del 30% di possibilità di un rialzo, che sarebbe stato storico dopo 9 anni di stallo) e per questo motivo tra ieri e oggi l’euro/dollaro è tornato a superare quota 1,13, ma sembrerebbe trattarsi di una variazione soltanto temporanea, mentre nel lungo periodo si prospetta una ricaduta graduale ma concreta.

Le strategie di investimento Forex per guadagnare

Come visto finora, le decisioni di politica economica sono molto chiare, allora andiamo a valutare come sfruttarle per renderle economicamente profittevoli nel trading online. Prendiamo come primo grafico l’andamento settimanale di EURUSD dove si evidenzia il momento di pausa dopo il primo forte ribasso.

Grafico Forex Euro Debole 1

E’ evidente che il massimo relativo di luglio ha segnato un’inversione che presto dovrebbe riportare le quotazioni sotto 1,10 come primo step e poi a 1,04 come secondo obiettivo.

Grazie ai segnali Forex intraday di We-Trading si riesce a sfruttare ogni informazione sullo spread trading tra EUR/USD e GBP/USD per creare un profitto dalle divergenze daily. La conferma si ottiene anche dal grafico dello spread, ovvero della differenza di forza relativa con GBP/USD che è l’antagonista assoluto dell’euro.

Grafico Forex Euro Debole 2

In questo grafico è evidente una divergenza tra il trend di EUR/USD (attualmente rialzista) e il trend dello spread che già accenna ad una curvatura ribassista che può avere un obiettivo pari al minimo di giugno 2015.

Il nostro consiglio attuale rimane, dunque, quello di posizionarsi al ribasso sul cambio euro/dollaro statunitense e in contemporanea coprire il rischio con un investimento sul trend di GBP/USD, che fungerà da “assicurazione” in caso di cambiamento profondo della politica economica europea.

Info sull'Autore

Editore online, giornalista, esperto di Web Marketing, Affiliate Marketing e SEO. Proprietario e direttore responsabile di Corretta Informazione e diversi altri siti internet di news generiche e guide di economia. Scopre questo particolare lato del web nel 2010 come articolista, ottenendo nel 2013 l'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti (albo pubblicisti). Laureato in Statistica Gestionale presso l'Università La Sapienza di Roma. Contatti: redazionewrt@gmail.com

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