Amnistia e indulto 2016, le novità: interventi del Governo e denunce della Polizia Penitenziaria

Pubblicato il 15 Ago 2016 - 7:12pm di Ubaldo Cricchi

I lavori per chiarire la situazione amnistia e indulto per questo 2016 sono ripartiti a settembre e in tanti continuano a chiedersi se dalla Commissione Giustizia del Senato arriveranno novità. Cerchiamo di capire cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni e quali sono gli ultimi aggiornamenti per quanto riguarda il sovraffollamento nelle carceri e i problemi ad esso collegati.

Novità Amnistia e indulto 2016: ddl fermi in Commissione Giustizia

Sono mesi (se non addirittura anni) che circolano appelli e proposte di legge su amnistia e indulto, ma fino ad oggi l’idea di un provvedimento di clemenza non è mai stato preso seriamente in considerazione dalla squadra di governo. I quattro ddl specifici sono fermi in Commissione Giustizia da mesi e mesi e neanche la presentazione del ddl Pannella nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa del leader radicale è riuscita a smuovere un po’ le acque.

Sia il Premier che il ministro Orlando hanno fatto capire che il problema del sovraffollamento nelle carceri può essere risolto seguendo altre strade: spesso abbiamo parlato dei decreti svuotacarceri, delle pene alternative e della depenalizzazione di alcuni reati che (non lo si può negare) hanno contribuito alla riduzione del numero dei detenuti; le prossime mosse del Governo in ambito di giustizia riguardano la riforma del processo penale.

Gli interventi del Governo: avanti con la riforma del processo penale

Per questa ragione negli ordini del giorno della Commissione Giustizia non sembra esserci posto per l’esame dei provvedimenti relativi ad amnistia e indulto: la riforma del processo penale ha la precedenza (nei giorni scorsi è già stata raggiunta l’intesa per le novità che riguardano la prescrizione) e tra i suoi obiettivi c’è la riduzione della durata dei processi stessi. Tra i benefici che una misura di questo tipo può portare c’è anche la riduzione della popolazione carceraria, visto che più del 30% dei detenuti è ancora in attesa di una sentenza definitiva.

Sarà sufficiente per risolvere in modo definitivo l’eccessivo affollamento che si registra nei penitenziari del Bel Paese? Secondo il rapporto dell’associazione Antigone Galere d’Italia, i detenuti sono più di 54.000, mentre i posti disponibili sono 49.700, Il tasso di sovraffollamento è del 108% e in alcuni istituti ha raggiunto dei picchi insostenibili. Circa 9.000 carcerati vivono in uno spazio che è inferiore rispetto ai 9 metri quadrati, ma l’inadeguatezza del sistema è rappresentato anche dai costi esagerati: in Italia ogni detenuto costa allo Stato 140 euro al giorno, mentre in Spagna, per esempio, non si superano di molto i 50 euro.

La situazione nelle carceri: le denunce dei sindacati di Polizia Penitenziaria

Ma non bisogna pensare solo ai detenuti: i rappresentati sindacali della Polizia Penitenziaria ormai da tantissimo tempo denunciano una situazione fuori controllo. Al di là di un organico numericamente insufficiente, delle strutture obsolete e dell’attrezzatura a loro disposizione non all’altezza, gli agenti sottolineano anche l’insostenibilità del regime di detenzione aperto, un sistema che di fatto non fa altro che peggiorare le criticità di una situazione già molto difficile. La stragrande maggioranza dei carcerati sta fuori dalle celle per 8/10 ore al giorno, ma molti di loro non sono impegnati in attività lavorative e spesso danno origine a risse o aggrediscono gli agenti.

Questa dichiarazione importantissima sul fronte amnistia e indulto 2016 l’ha espressa Donato Capece, segretario del Sappe, che ha aggiunto che l’elevata presenza di stranieri nelle carceri rende il tutto più difficile: abitudini e atteggiamenti diversi tra loro sono difficili da governare e spesso diventa complicata anche la semplice comunicazione; senza dimenticare che la sorveglianza dinamica permette ai detenuti di incontrarsi e parlare liberamente tra loro e gli agenti non hanno alcuno strumento efficace per contrastare l’attività dei predicatori e impedire la radicalizzazione.

In uno scenario di questo tipo, dove gli episodi di violenza sono troppo ricorrenti e le condizioni di lavoro non sono certo al massimo, alcuni agenti hanno chiesto di poter studiare l’arabo per poter capire il contenuto di alcuni dialoghi e cercare di intervenire per fare prevenzione e non solamente repressione. Alcuni hanno utilizzato il termine “ingestibile” per fotografare la situazione, mentre altri parlano di una polveriera che ogni giorno rischia sempre più di esplodere.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

2 Commenti finora. Sentitevi liberi di unirsi a questa conversazione.

  1. Antonio 23 Agosto 2016 at 17:11 - Reply

    Uno stato forte coi deboli e debole coi forti. Si permette di violare i principi costituzionali in materia di detenzione e di sfuggire con mini furbate alle minacce di sanzioni UE, ma nessuna mano tesa ai detenuti. I nostri parlamentari, che non brillano tutti di certo per aver rispettato il codice, sono fermi contro i provvedimenti di clemenza.A nulla sono serviti gli appelli del Papa, la morte di Pannella, il Giubileo…Siamo insolitamente molto ” vicini ” ai migranti ( i quali ci costano 35 e passa euro al dì) ma delle problematiche dei carcerati italiani proprio… Nisba.

  2. rosalia 25 Agosto 2016 at 01:22 - Reply

    buona sera e proprio vero che nei carceri ce il soprafollamento e i detenuti stanno male.in più prendono infezioni privi di doccia insomma si sta troppo male ..Quindi chiedo che realmento addolcite il cuore e cercare di stabilire qualcosa di concreto per queste persone che hanno sbagliato e stanno paganno davvero spero che prenderete dei seri provvedimenti e wwiva pannella

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