Bambino inglese guarisce da un tumore al cervello con la Protonterapia

Pubblicato il 25 Mar 2015 - 8:29pm di Redazione

E’ successo in Inghilterra. Precisamente a Southampton. La storia di Ashya King, bimbo britannico di 5 anni, ha colpito un po’ tutti e diviso scienza e medicina. Perché ad Ashya King era stato diagnosticato un tumore al cervello, una malattia fatale di solito. Di solito, però, perché Ashya ce l’ha fatta grazie ai suoi due genitori, Brett e Naghemeh King, che lo hanno tolto dall’ospedale in cui era ricoverato per fargli fare una cura diversa e mai provata prima: la Protonterapia.

Essa consiste nell’ utilizzo di fasci di protoni che vanno a distruggere le cellule malate. Una cura molto difficile, non semplice e molto costosa. In Inghilterra, poi, questa cura non viene utilizzata. Difatti i genitori, contro la volontà dei medici, hanno portato via il piccolo dall’ospedale di Southampton, per andare dapprima in Spagna per raccogliere fondi necessari e poi in Repubblica Ceca e sostenere la cura.

Una fuga molto complicata però. Perché Brett e Naghemeh sono stati denunciati per sequestro di minore e ciò ha portato addirittura ad un breve periodo di prigionia. Dopo il rilascio ed ottenuto il permesso di poter continuare il viaggio della speranza, i due genitori sono riusciti a portare il piccolo Ashya a Praga ed a sottoporlo alla protonterapia.

Le sedute sono iniziate lo scorso autunno e dopo 6 settimane, il bambino già stava all’80% di sopravvivenza. Dopo poche ulteriori settimane, proprio i genitori di Ashya hanno potuto proclamare, con immensa gioia, la riuscita della seduta sottolineando la completa assenza, nelle ultime analisi, del tumore al cervello.

“Ora è tornato alla vita normale” ha detto il padre, definendo miracoloso il recupero e l’intervento effettuato a Praga. “Molto probabilmente, se il bambino fosse rimasto in Inghilterra non sarebbe sopravvissuto” ha continuato sempre il padre.

Vicenda che ha trattato il primo ministro britannico, James Cameron, solidarizzando con la famiglia King e comprendendo la scelta di fuggire per salvare il proprio bambino, visto che anche lui aveva subito la morte del proprio figlio di 6 anni per un problema al cervello.

Una storia che ha diviso scienziati e medici sull’operatività della seduta, ma che, sicuramente, accomuna tutti sulla gioia per aver salvato la vita a Ashya King.

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