Statistiche Cancro 2020: rapporto in Italia e nel mondo, numero morti e impatto sui fumatori

Pubblicato il 13 Gen 2020 - 4:36pm di Lorenzo D'Ilario

Le statistiche sul cancro pubblicate in questo inizio di 2020 da un recente studio dell’American Cancer Society, una nota società americana che si occupa della lotta contro il cancro, ha rivelato che tra il 1991 e il 2017 il tasso di mortalità per il cancro negli Stati Uniti si è ridotto di oltre il 25%. In altre parole, circa 2.9 milioni di vite sono state salvate negli ultimi due decenni: si tratta di un miglioramento lento ma costante. La ricerca prende come punto di partenza il 1991 perché proprio in quell’anno si è registrato il picco di vittime in rapporto alla popolazione, provocando la morte di 215 persone ogni 100 mila. Vedremo anche l’impatto sui fumatori e la variazione della mortalità in Italia e nel mondo.

Statistiche Cancro 2020, report mortalità dal 1991 al 2017

Dal 1991 al 2017 la mortalità è diminuita dell’1.5% all’anno sia per gli uomini che per le donne. Inoltre anche le condizioni dei malati terminali sono migliorate sensibilmente dal momento che non sono più costretti a passare a letto il resto dei propri giorni ma, nei casi più fortunati, possono anche condurre una vita “dignitosa”. Il merito va ricercato sicuramente nella prevenzione e nella sensibilizzazione: ricerche mediche, politiche sanitarie specifiche, progressi nella diagnosi sin dai primi stadi e nel trattamento della malattia, maggiore informazione e, soprattutto, riduzione del consumo di tabacco. Anche se il cancro uccide sempre meno, naturalmente la battaglia non è stata ancora vinta e ancora tanto bisogna fare per prevenire il tumore: il fumo sarebbe sempre alla base del 30% dei decessi per cancro.

Lo stile di vita e le condizioni ambientali in cui viviamo non sono certo in grado di assicurarci l’immunità dal tumore ma in tanti casi possono svolgere un ruolo davvero fondamentale per la nostra salute. Sembra che gli uomini siano molto più vulnerabili delle donne: hanno il 20% di probabilità in più di ammalarsi e addirittura del 40% di morire di cancro. Da questo punto di vista ad esser fatale potrebbe anche essere il consumo di alcol, più accentuato nel sesso maschile e tra le principali cause del cancro al fegato.

Cancro e fumatori: numeri e probabilità

A vantaggio degli uomini bisogna sottolineare come il calo dei fumatori, soprattutto maschi, abbia favorito notevolmente le possibilità di sopravvivenza alla malattia: il cancro ai polmoni ha fatto il 43% di vittime in meno tra gli uomini e soltanto il 17% di vittime in meno tra le donne.

Oltre alla riduzione del consumo di tabacco, a giocare un ruolo decisivo nella partita contro il cancro sono senz’altro le nuove tecnologie di prevenzione e diagnosi precoce: grandi passi in avanti sono stati fatti in termini di accertamento del tumore alla prostata e del ricorso alla colonscopia, sempre più in auge tra gli ultra 50enni. In generale la mortalità per il tumore al seno è diminuita del 38% e quella per il tumore alla prostata e al colon del 51%. Le vite risparmiate dal calo legato ai quattro tipi di tumore più diffusi (polmoni, prostata, colon e seno) costituiscono insieme la metà delle 2.9 milioni di vite salvate tra il 1991 e il 2017. Purtroppo restano in aumento le morti per il cancro al fegato (3%) e all’utero (2%), mentre pancreas e polmoni sono quelli che provocano più vittime perché è più difficile la diagnosi.

Melanoma cutaneo: i successi dell’immunoterapia

Negli ultimi anni i risultati più sorprendenti nella lotta contro il cancro hanno riguardato il melanoma cutaneo, un tumore che scaturisce dalla trasformazione degenerativa di alcune delle cellule che formano la pelle, i melanociti. Nell’intervallo di tempo compreso tra il 2013 e il 2017 il tasso di mortalità del melanoma è diminuito del 7% nelle persone tra i 20 e i 64 anni e del 6% negli individui di età pari o superiore a 65 anni. I progressi nella riduzione della mortalità per melanoma sono dovuti all’introduzione dell’immunoterapia.  Nel periodo precedente al 2011, quando è stato approvato il primo immunoterapico, l’aspettativa di vita media per un melanoma metastatico era di soli 9 mesi dalla diagnosi. Oggi, invece, la malattia, seppur presente, può essere controllata dal sistema immunitario e le possibilità di sopravvivenza risultano decisamente maggiori.

Info sull'Autore

Lascia Una Risposta