L’affitto di un immobile è una soluzione abitativa ultimamente sempre più richiesta soprattutto dai più giovani. Al giorno d’oggi nel mondo del lavoro, infatti, non è facile trovare una stabilità di impiego ed economica che garantisca alle persone la serenità e le capacità necessarie per poter compiere un investimento importante come quello previsto dall’acquisto di una casa. La precarietà è un problema che affligge molti giovani italiani e nel 2023 se ne è registrato il tasso al 23%. Se già questa fetta della popolazione ha sempre avuto molte difficoltà nel cercare di affermarsi lavorativamente nel panorama lavorativo del paese, la pandemia causata dal Covid-19 e il conseguente aumento dei costi della vita per la crisi globale, ha causato un’esacerbazione di questi aspetti negativi.
Sicuramente, uno degli aspetti per i quali i giovani tendono a preferire un contratto di affitto al posto di uno di acquisto è anche il minore investimento iniziale che questo richiede. Sebbene comunque il denaro da investire non sia poco in entrambi i casi, l’affitto di una casa richiede sicuramente, tra caparra e altre spese accessorie una spesa minore rispetto ad un mutuo, anche a livello temporale.
Affittare un immobile, i diversi tipi di contratti e la caparra
Ma vediamo quali sono le regole da rispettare per chi decide di optare per l’affitto di un immobile.
Innanzitutto bisogna sapere che esistono diverse tipologie di contratti affitto, da studiare ed esaminare per capire quale sia quello più in linea con le proprie esigenze al momento. Esiste quello quattro più quattro, la cui lunghezza minima è di quattro anni; quello che prevede una forma di comodato d’uso, in cui l’immobile viene ceduto ad un affittuario con l’obbligo poi di restituirlo; quello transitorio che può durare da uno fino a diciotto mesi; quello stipulato appositamente per gli studenti concesso solo nelle città universitarie; e, infine, quello convenzionato.
In base al contratto per il quale si sceglie di optare, cambiano anche il modulo da compilare e firmare e le regole da rispettare.
La caparra, o deposito cauzionale, è una somma di denaro che viene pagata dal futuro affittuario di un immobile all’inizio dell’accordo come cauzione per il periodo durante il quale quest’ultimo stazionerà in un immobile non di sua proprietà. Questa è regolamentata da una normativa di legge specifica (art. 11 Legge 392/78). Ma a cosa serve la caparra? La sua funzione è quella di preservare il proprietario dell’appartamento o da eventuali mancati pagamenti che potrebbero verificarsi in futuro, o da eventuali danni causati fisicamente dal locatario all’immobile stesso. In quest’ultimo caso, però, sarà necessario da parte del proprietario, rivolgersi ad un giudice che provvederà a risolvere legalmente la questione.
Caparra, gli interessi e le regole da rispettare
La caparra da corrispondere nel momento in cui si appone la firma al contratto di locazione, è solitamente equivalente e mai superiore a tre mensilità del canone d’affitto nonostante questa decisione sia sempre a discrezione del proprietario dell’appartamento. Sul deposito cauzionale maturano interessi legali; attualmente, nel 2023, questi corrispondono al 2% della somma totale versata.
La legge prevede che il deposito cauzionale, comprensivo degli interessi legali maturati, venga restituito all’affittuario dell’immobile contemporaneamente alla restituzione delle chiavi dello stesso. Tutto ciò a patto che l’affittuario sia in regola con i pagamenti di tutte le mensilità e che abbia rispettato tutto gli accordi presi e scritti sul contratto al momento dell’affitto. L’appartamento deve essere reso al proprietario nelle stesse condizioni nelle quali gli è stato consegnato.
Una forma di accordo spesso messa in essere tra affittuario e locatario, anche se non prevista e regolamentata dalla legge, è quella che prevede che l’inquilino non paghi il corrispettivo delle ultime mensilità al proprietario, allo scopo di recuperare la somma del deposito cauzionale versato.
Nel momento in cui il rapporto tra il proprietario e l’affittuario dell’immobile giunge al termine, entrambe le parti si impegnano a sottoscrivere un modulo di restituzione in cui l’affittuario dichiara che l’immobile è effettivamente nelle medesime condizioni in cui si trovava alla stipula del contratto, di aver restituito le chiavi al proprietario e di aver ricevuto, in cambio, la restituzione del deposito cauzionale. Il proprietario, invece, dichiarerà che le spese di affitto e le eventuali spese accessorie sono state saldate, e che si impegna a restituire la caparra all’affittuario. Si provvede, infine, anche alla lettura delle utenze di energia elettrica, acqua e gas i cui pagamenti saranno a carico dell’affittuario.
Per concludere possiamo affermare che per qualsiasi tipo di contratto si scelga di optare, se per l’affitto temporaneo o l’acquisto definitivo di un immobile, l’importante è lavorare sulla propria vita e iniziare a costruire passo dopo passo il proprio futuro perseguendo tutti i propri obbiettivi, nella speranza di una stabilità lavorativa maggiore che consenta a tutti di raggiungere il proprio equilibrio e l’appagamento personale.