Nel paradiso acquatico dei Caraibi è stata lanciata un’allerta riguardo la pesca intensiva concessa dalle istituzioni locali e portata avanti a ridosso della barriera corallina. A preoccupare è l’eccessiva riduzione di coralli presenti nella zona.
Da cosa è dovuto questo fenomeno? Solitamente i coralli, seguendo il regolare ciclo di vita nel mare, vengono attaccati dalle spugne marine le quali dopo averli soffocati, vi crescono sopra. A loro volta, le spugne marine sono soggette all’attacco di alcuni pesci, tra cui il pesce angelo ed il pesce pappagallo. Questa catena di sopravvivenza permette un regolare equilibrio tra le tre specie.
Ma un gruppo di ricercatori guidati da Joseph Pawlik ha esaminato varie zone dei Caraibi, soffermandosi proprio lì dove la presenza di pesci è diminuita nettamente negli ultimi anni a causa della pesca intensiva. Hanno poi analizzato con attenzione 44 siti dove invece questa presenza risulta ancora abbondante ed i risultati ottenuti dal confronto sono allarmanti. Nei primi luoghi esaminati la crescita delle spugne marine è risultata quasi triplicata rispetto a quella del corallo. Questo di conseguenza mette in serio pericolo la sopravvivenza della barriera corallina.
Pawlik ha poi concluso : “Invito le nazioni caraibiche a ponderare meglio le proprie decisioni politiche nel tentativo di conservare i coralli e preservarli riducendo i permessi di pesca nelle aree in pericolo”