Codice Tributo 6781: cos’è, a cosa si riferisce, guida F24, contabilità e regolamento

Pubblicato il 23 Set 2018 - 8:29pm di Helodie Fazzalari

Il 18 gennaio del 2005 con la risoluzione 9/e, il vecchio codice tributo 1996 è stato sostituito da tre nuovi codici: il codice 6782 relativo alle ritenute da lavoro autonomo, il codice 6783 corrispondente alle ritenute sui redditi di capitale e il codice 6781, che analizzeremo in quest’articolo ed è corrispondente alle ritenute da lavoro dipendente. Il codice tributo 6781 può essere inserito all’interno del modello F24 nei casi in cui sia presente un deposito in eccesso di ritenute da lavoro dipendente. Nel caso in cui si proceda con la compilazione del modello 770 semplificato, nelle ipotesi ci sarà un’opzione dove si potrà inserire il codice tributo 6781 relativo al lavoro dipendente. I tre codici sopraindicati sono funzionali ad attuare la normativa volta a tutelare quei casi in cui c’è un versamento in eccesso, relativo ad una parte di una somma dovuta come stipendio. Più precisamente tale normativa è l’articolo 1 del D.P.R. 10/11/1997 n. 445. Nei prossimi paragrafi vedremo cos’è nello specifico il codice tributo 6781, a cosa serve, analizzeremo la guida alla compilazione del modello F24 e il regolamento corrispondente, e vedremo infine l’utilità che ha il codice tributo 6781 in contabilità.

Cos’è il Codice Tributo 6781 e a cosa si riferisce in contabilità

Nello specifico, il codice tributo in questione viene utilizzato nei casi in cui per esempio, un datore di lavoro, alla fine dell’anno analizzando i versamenti di ritenute su redditi di lavoro dipendente, effettuati in un determinato periodo, costata di avere un eccedenza nei confronti dell’Erario. Suddette eccedenze non devono essere state compensate, nel corso dello stesso anno, da alcuna imposta. Se sussistono queste due condizioni, allora il datore di lavoro potrà nei mesi successivi, compensare il credito con il debito attraverso delle ritenute e cercare in questo modo di recuperare l’eccedenza nei confronti dell’Erario.

Analizzando a cosa si riferisce il codice tributo 6781 e in che circostanze va utilizzato, possiamo dire che esistono due casi: il caso in cui la somma effettiva dovuta risulta essere inferiore rispetto ai versamenti di ritenute e la cifra in eccesso può essere scontata durante il medesimo arco di tempo nel quale sono stati effettuati i pagamenti risultanti eccessivi. Il secondo caso è quando il recupero dei versamenti in eccesso avviene in un secondo momento e non simultaneamente a quando sono stati effettuati i pagamenti risultanti eccessivi. In questo secondo caso la compensazione del credito aggiuntivo può avvenire attraverso diverse modalità: richiedendo un rimborso attraverso il modello semplificato 770, in particolare compilando la dichiarazione dei sostituti di imposta; attraverso la compensazione, dunque utilizzando il modello F24 e versando contributi e imposte per andare a coprire l’eccedenza; ed infine prendendo come riferimento il periodo di imposta successivo a quello nel quale si sono verificate le eccedenze e riducendo i versamenti relativi a questo secondo periodo.

Guida alla compilazione del modello F24 con inserimento del codice tributo 6781

Il modello F24 è uno dei modelli, forse più frequentemente utilizzato, attraverso il quale si adempie al pagamento di imposte regionali o comunali o si pagano diverse tipologie di servizi come ad esempio, i versamenti all’Erario. Come già specificato nel paragrafo precedente, il modello F24 viene utilizzato quando si intende recuperare per compensazione l’eccedenza di una somma di denaro che era stata versata in un determinato periodo. Se per i versamenti effettuati a favore di un dipendete è stata corrisposta una somma di denaro più grossa del dovuto, allora il datore di lavoro, attraverso il codice tributo 6781 potrà richiedere indietro i propri soldi.  Sul modello F24 è presente una sezione denominata ‘Erario’, qui va inserito il suddetto codice, più nello specifico è presente un riquadro che porta questa dicitura “Imposte dirette – Iva – ritenute alla fonte – altri tributi e interessi”. Nel caso del codice tributo, la compilazione del modello F24 prevede che venga indicato anche il credito maturato in uno specifico arco temporale e l’anno d’imposta, utilizzando le 4 cifre numeriche (es.2018).

Sul sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile trovare diversi esempi di compilazione del modello F24. Non è raro che compilando il modello F24, i contribuenti possano cadere in errore. Gli errori più frequenti sono: l’inserimento di un codice tributo errato,  l’omissione del modello con saldo zero, spesso molti sbagliano il proprio codice fiscale o addirittura l’anno di riferimento. Per questa ragione e per far si che vengano evitati questi errori, soprattutto da chi si appresta a compilare un modello F24 per la prima volta in assoluto, l’Agenzia delle Entrate ha stilato una guida alla compilazione del modello F24. Tale guida si compone di poche e semplici regole che illustreremo in questo paragrafo.

Come prima cosa è importante tener conto delle varie sezioni nel quale si suddivide il modello F24. Nella sezione ‘Regioni’ vengono indicate le imposte relative alla regione quali Irpef o Irap.  Nella sezione ‘Imu e altri tributi locali’ vanno inseriti i dati relativi alle tasse comunali. Nella sezione ‘Erario’, che è quella descritta nei paragrafi precedenti, vanno invece inseriti i dati relativi alle tasse erariali, alle ritenute, all’Iva, all’Irpef, e all’Ires. Il modello F24 contiene diversi campi, ognuno dei quali, per essere compilato correttamente, necessita di alcuni dati fondamentali. Ad esempio: all’interno dell’area ‘Coobbligato’ bisogna inserire il proprio codice identificativo; come abbiamo già visto ci sono i ‘codici di tributo’ che stanno ad indicare il tipo di tassa da pagare; nel campo ‘contribuente’ va inserito il proprio codice fiscale, il domicilio fiscale e i dati anagrafici personali.  Il campo ‘Imu e altri tributi locali’ va compilato solo nel caso in cui ci siano delle imposte comunali da dover pagare, altrimenti va lasciato in bianco. In questo caso specifico andranno inseriti anche il codice catastale del comune al quale effettuare il pagamento, l’anno di riferimento e il relativo codice tributo. La stessa cosa vale per la sezione ‘regioni’, nella quale andrà inserito il codice della regione, invece di quello del comune al quale indirizzare il versamento; anche qui andranno inseriti l’anno di riferimento e il codice tributo. Infine c’è la sezione ‘Anno/periodo di riferimento’, dove va specificato l’anno nel quale va pagato l’importo dell’imposta, questo periodo va indicato con le 4 cifre (AAAA).

E’ opportuno prestare attenzione a come effettuare il pagamento. Il modello F24, una volta compilato, più essere consegnato a mano recandosi agli sportelli come quelli di Equitalia, oppure recandosi alle Poste Italiane o in un Instituto di credito. Questa possibilità è data soltanto a chi non è in possesso di una partita Iva. Al contrario tutti coloro che sono titolari di una partita Iva devono effettuare obbligatoriamente il pagamento delle imposte per via telematica dunque possono utilizzare i seguenti servizi: i canali Entratel o Fisconline, F24 online o F24 web, creati appositamente dall’Agenzia delle Entrate. Possono inoltre utilizzare strumenti quali il proprio internet banking di cui li ha dotati la loro banca, la posta o altri Agenti della riscossione. L’Agenzia delle Entrate abilita al proprio canale Entratel, anche diversi enti che fungono da intermediari e attraverso i quali è possibile pagare le imposte in questione. Un esempio possono essere i Caf, associazioni di categoria o altri professionisti.

L’ultimo aspetto da tenere in considerazione è il modo in cui si vanno ad indicare gli importi sul modello F24. Anche se le prime due cifre dell’importo sono uguali a zero, è obbligatorio che vengano indicate con le prime due cifre decimali. Un esempio è: l’importo è pari a 50 euro, sul modello F24 andrà scritto ’50,00’. Se ci sono più di 2 cifre decimali, la terza cifra va arrotondata per eccesso se l’ultimo numero è superiore o uguale al numero 5, va invece arrotondata per difetto se l’ultimo numero è più piccolo di 5. Ci sono dei casi in cui va inserita la cifra 0101: nella sezione ‘Erario’ in corrispondenza delle colonne ‘rateazione/regione/prov./mese rif.’, e nelle sezioni ‘Regioni’ e ‘Imu e altri tributi locali’, in corrispondenza delle colonne ‘rateazione/mese rif’.

Modello 770 semplificato e codice tributo 6781

Se si tratta di una somma di denaro che va recuperata, allora le modalità da utilizzare per far si che questo avvenga prevedono l’impiego del modello 770 semplificato, nel quale andrà inserito il codice tributo 6781. In un secondo momento si dovrà specificare se si preferisce recuperare il denaro tramite rimborso o tramite compensazione. Nel caso in cui dal richiedente non sia specificata la modalità con la quale desidera che il denaro venga recuperato, allora questo avverrà automaticamente tramite compensazione o scomputo. Se la scelta ricade sulla modalità che prevede il recupero tramite imposte pagate in periodi posteriori a quello dell’avvenuta eccedenza, allora il denaro verrà restituito tramite una richiesta di rimborso o per riporto, esattamente come stabilisce la normativa dell’art. 38 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602.

Oggi esiste il nuovo modello 770 unificato, che è stato creato nel 2017 dall’unione dei due modelli fino ad allora presenti: il modello 770 semplificato e il modello 770 ordinario.  Prima dell’unificazione, il modello 770 semplificato serviva ai sostituti d’imposta per comunicare all’Agenzia delle Entrate i relativi dati fiscali. Allo stesso tempo, il modello 770 ordinario serviva a comunicare ulteriori dati fiscali.  Adesso invece, la dichiarazione dei sostituti d’imposta 2018 è composta dal modello 770 unico 2018 e dalla certificazione unica.

Il modello 770 unico 2018 va presentato in riferimento all’anno precedente, dunque al 2017. I casi sono: quando il contribuente ha ricevuto provvigioni e redditi da lavoro autonomo e indipendente e  indennità di TFR.

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