Immigrazione: bozza Onu al voto

Pubblicato il 7 Mag 2015 - 9:00pm di Irene Masala

L’emergenza immigrazione nel Mediterraneo potrebbe essere arginata già dal prossimo 18 maggio, giorno in cui si svolgerà il consiglio Affari Esteri–Difesa, che prevede una votazione sulla bozza proposta e presentata dall’Alto rappresentante della politica estere Ue, Federica Mogherini, ai membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La bozza in questione si pone come obiettivo quello di autorizzare un’operazione europea di Politica di sicurezza e difesa comune (Psdc) atta a prevenire il traffico umano di migranti. L’operazione potrebbe assumere perciò un carattere militare e varcare i confini delle acque internazionali per pattugliare anche le coste e le acque territoriali libiche. Il tutto nell’ambito del Capitolo 7 della Carta dell’Onu che all’art. 42 prevede che il Consiglio di sicurezza possa attuare azioni di forza navali, aeree o terrestri, nel caso in cui si rivelino inefficaci tutte le misure diplomatiche previste dall’art. 41 del medesimo Capitolo. È chiaro quanto indispensabile sia il sì dei membri, europei e non, delle Nazioni Unite per fornire a qualunque azione si decida di intraprendere un contesto di legalità internazionale all’interno del quale iniziare una vera e propria offensiva verso trafficanti e scafisti.

La bozza di risoluzione per ora è stata sottoposta solo all’attenzione di alcuni membri  permanenti, Gran Bretagna e Francia, e non permanenti, Lituania e Spagna, del Cds e nei prossimi giorni sarà vagliata dagli altri partner che la discuteranno e voteranno fino a giungere ad una versione definitiva nel giro di pochi giorni.

Il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, si proclama ottimista e sicuro che ci siano le condizione per arrivare ad un accordo e all’approvazione del testo prima che il problema dell’immigrazione tramite imbarcazioni di fortuna si trasformi in un’ennesima strage. Certo, l’approvazione del Cds dell’Onu fornirà la cornice legale sulla quale basare l’intervento europeo in Libia, ma la storia ci insegna quanto questo non sia sufficiente per evitare che il caos prenda il sopravvento.

Info sull'Autore

Laureata in Scienze Politiche e Giornalismo ed Editoria, da anni si occupa di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse per il Medio Oriente e il conflitto arabo-israeliano. Due grandi passioni, scrivere e viaggiare, l'hanno portata a trascorrere gli ultimi sei anni tra Roma, Valencia e Israele/Palestina. Ha inoltre frequentato il Master in Giornalismo Internazionale organizzato dall'IGS (Institute for Global Studies) e dallo Stato Maggiore della Difesa, nell'ambito del quale ha avuto modo di trascorrere due settimane come giornalista embedded nelle basi Unifil in Libano.

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