Italicum 2016, in vigore la nuova legge elettorale: novità del testo, vantaggi, svantaggi e possibili modifiche

Pubblicato il 3 Lug 2016 - 3:59pm di Ubaldo Cricchi

Forse non tutti se ne sono accorti, ma il primo luglio 2016 è entrato in vigore l’Italicum, la nuova legge elettorale: era il punto di forza del neonato Governo Renzi, forte del patto del Nazareno (che poi si sciolse), ma adesso, a distanza di quattordici mesi e soprattutto con la perdita dell’ampio consenso di quello che allora era il PD pigliatutto, l’Italicum viene messo in discussione anche da chi lo ha preparato e spinto fino alla fiducia. Vediamo le novità del testo, i vantaggi e gli svantaggi della norma e le ipotesi di modifiche che stanno girando in queste ore.

Le novità dell’Italicum in vigore da luglio 2016

Ma andiamo con calma e vediamo in cosa consiste la nuova legge elettorale che va a sostituire il Porcellum. Innanzi tutto bisogna dire che l’Italicum è valido solo per la Camera (se al referendum costituzionale di ottobre vincerà il Sì, il Senato non avrà carattere elettivo) ed è un sistema che attribuisce un premio di maggioranza, pari a 340 seggi su 630, alla lista che raccoglie più del 40% dei voti al primo turno. Se nessuna forza politica raggiunge questa soglia si procede con il ballottaggio e al secondo turno partecipano i due partiti più votati. I partiti perdenti si spartiscono i restanti seggi in base alla percentuale di voti ottenuta al primo turno, ma per ottenere un seggio sarà necessario aver preso almeno il 3% (il noto sbarramento).

I seggi alla Camera vengono assegnati proiettando le percentuali ottenute a livello nazionale dai partiti nei 100 collegi in cui è diviso il territorio, in ciascuno dei quali vengono eletti 6/7 deputati; la norma antiflipper prevede che l’assegnazione avvenga tramite un algoritmo, in modo da ridurre lo slittamento dei seggi in eccedenza da un collegio all’altro; ai partiti più piccoli rimane un forte margine di aleatorietà in merito allo scatto del seggio.

All’interno dei collegi ogni partito presenta sei o sette nomi: il capolista è bloccato (ovvero è automaticamente eletto se scatta il seggio), mentre per gli altri candidati sono valide le preferenze. L’elettore può esprimere due preferenze, ma devono indicare candidati di diverso genere, altrimenti il secondo nome non viene considerato. Le liste devono essere composte in modo da garantire un’alternanza tra un uomo e una donna; all’interno di una circoscrizione (regione) il numero dei capilista di un sesso non può superare il 60% del totale. Un candidato si può presentare anche in più collegi, fino ad un massimo di dieci.

Nella scheda elettorale saranno presenti i simboli dei vari partiti, accanto a ciascuno dei quali sarà presente il nome del capolista (già stampato perché bloccato) e due spazi per indicare le preferenze. In Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta si vota come con il Mattarellum, ovvero con i collegi uninominali. Gli italiani che sono all’estero per un periodo superiore ai tre mesi per motivi di studio, lavoro o cure mediche potranno votare per corrispondenza.

Vantaggi e svantaggi della nuova legge elettorale

Sono diversi gli aspetti di questa legge elettorale che non convincono i critici. L’Italicum, come detto, è valido solo per la Camera: cosa accadrebbe se al referendum costituzionale dovesse vincere il No, con il Governo che, stando alle promesse più volte ribadite, si dovrebbe dimettere? Ci ritroveremmo con una legge elettorale valida solo per un’ala del Parlamento, mentre per il Senato si dovrebbe ricorrere al Consultellum (ma chi sceglie questi nomi?), che non è altro che il sistema proporzionale senza premi di maggioranza. In altre parole: due Camere, due sistemi elettorali diversi. Riassumendo ancora con un solo termine: ingovernabilità, perché alla Camera ci sarebbe una maggioranza certa, mentre al Senato no.

A molti non piacciono neanche i capilista bloccati, che vengono visti come un’ingerenza dei partiti, mentre altri non gradiscono le preferenze, che possono rappresentare un incentivo alla formazione di correnti e clientele. Un altro punto che scatena discussioni e polemiche è quello relativo al premio di maggioranza: la norma prevede che vada alla lista (e non alla coalizione) che raggiunge il 40% dei voti. Quello che viene indicato da molti come il punto forte dell’Italicum è l’individuazione del partito di maggioranza con la fine delle larghe intese e delle alleanze “casuali”, messe in piedi solo per stare al Governo; il problema è che questo scenario potrà verificarsi solo nel caso in cui la riforma costituzionale superasse la prova del referendum, e al momento non ci sono certezze su questo fronte.

Le possibili modifiche al testo e il legame con il referendum di ottobre

In queste ore si susseguono voci su una possibile modifica alla nuova legge elettorale: c’è chi accusa Renzi di voler cambiare le regole da lui stesso scelte qualche tempo fa perché non ha più quei numeri che prima gli avrebbero consentito di continuare a guidare il Paese (sono lontani i tempi del 40% e rotti alle Europee), ma il Premier smentisce di voler modificare il testo e ammette anche che in Parlamento non c’è neanche una maggioranza per farlo. Eppure si continua a vociferare di ritocchi, di cambiamenti chirurgici: si parla dello spostamento del premio di maggioranza dalla lista alla coalizione, ma questa modifica sarebbe tutto ma non chirurgica, infatti andrebbe a demolire il principio che sta alla base dell’Italicum. C’è anche chi ha proposto di sostituire il premio di maggioranza con il sì all’apparentamento, ovvero mani libere al primo turno e possibilità di dividere o meno i seggi con forze alleate al ballottaggio. Pino Pisicchio ha già depositato il testo di una modifica che prevede l’assegnazione del premio di maggioranza dopo il ballottaggio solo se viene raggiunto il quorum del 50%+1: in questo modo si evita di dare il Paese in mao a chi ha conquistato solo il 25% dei voti. Insomma, le idee non mancano, ma sarebbe una novità assoluta la modifica di una legge elettorale già in vigore ma non ancora sperimentata.

Ad ogni modo la legge verrà giudicata dalla Consulta ad ottobre, forse immediatamente prima del referendum Costituzionale a cui è strettamente collegata: nel giro di pochi giorni si compirà il destino di questo Esecutivo.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

Lascia Una Risposta