Amnistia e indulto, le novità: provvedimenti del ministro Orlando e situazione nelle carceri

Pubblicato il 4 Lug 2016 - 10:56am di Ubaldo Cricchi

Si smuove qualcosa in tema amnistia e indulto. Assistenza e protezione delle vittime di reato, revisione del regime di 41 bis, banca dati nazionale del DNA: ecco alcune novità della seconda metà 2016 sul fronte giustizia venute a galla anche a seguito delle parole del ministro Orlando al Question Time; ma la domanda che in tanti continuano a porsi è “ci sono aggiornamenti sul fronte di amnistia e indulto”? E ci sono dei miglioramenti sulla situazione nelle carceri?

Novità Amnistia e Indulto 2016, Banca dati del DNA e depotenziamento del 41 bis

Il ministro della Giustizia ha spiegato che per troppo tempo in Italia è stato usato il tema delle vittime per rendere ancora più duro il sistema sanzionatorio, ma in questo modo è stato sempre trascurato un argomento delicato, ovvero l’assistenza delle vittime dopo il reato, durante e in seguito al processo: è intenzione del Governo cercare di colmare questa lacuna. In merito a ciò l’anno scorso era stata recepita la direttiva del 2012 relativa proprio a questa materia e ora si è pronti all’istituzione di un Fondo per le vittime di reati intenzionali e violenti che purtroppo non riescono ad ottenere un risarcimento da parte di chi ha commesso il reato. Il Ministro ha aggiunto che l’idea è quella di sistematizzare tutte le forme di tutela attualmente previste per i differenti reati con un piano di coordinamento che coinvolgerebbe le associazioni di volontariato che si occupano di questo tema, in modo da costruire un sistema che garantisca un accesso più semplice alle informazioni relative ai diritti delle vittime.

Intanto è già realtà la Banca dati nazionale del DNA, a cui la polizia giudiaziaria e l’autorità giudiziaria possono accedere per scopi di identificazione personale o finalità di collaborazione internazionale di polizia. Se l’imputato viene assolto con formula piena per non aver commesso il fatto o perché il fatto non costituisce reato scatta d’ufficio la cancellazione del suo profilo nella Banca dati del DNA e vengono distrutti i campioni biologici. Tra le altre novità che riguardano il mondo delle carceri va segnalata un’altra notizia circolata nei giorni scorsi: si parla di un depotenziamento del 41 bis, il carcere duro, perché c’è la volontà di riconsiderare gli aspetti affettivi e di fare spazio ad un po’ di tecnologia, magari con l’introduzione di Skype al posto delle schede telefoniche. In questo momento sono 732 i detenuti sottoposti al regime di 41 bis.

Aggiornamenti su amnistia e indulto: il Governo ha altre priorità

Ma per quanto riguarda amnistia e indulto tutto tace. O meglio, è sempre più chiaro ed evidente che le misure di clemenza non rientrano tra le priorità del Governo. Il ministro Orlando ha voluto precisare che gli interventi intrapresi in merito al sistema dell’esecuzione penale stanno portando degli ottimi risultati e sono stati apprezzati anche a livello europeo; inoltre la Corte europea dei diritti umani ha chiuso le misure adottate nei confronti dell’Italia. Amnistia e indulto non sono provvedimenti che devono essere presi per risolvere il problema del sovraffollamento nelle carceri: il Ministro della Giustizia ha più volte ribadito l’efficacia dei provvedimenti come i decreti svuotacarceri, le norma sulle pene alternative, la riforma della custodia cautelare e la depenalizzazione di alcuni reati. Queste misure hanno consentito una riduzione del tasso di sovraffollamento del 25% e oggi la situazione italiana, spiega Orlando, è in linea con quella degli altri Paesi europei. Insomma, pare proprio che i quattro ddl su amnistia e indulto che da mesi e mesi stazionano in Commissione Giustizia (ai quali recentemente si è aggiunto il ddl Pannella che mira alla semplificazione dell’iter per l’approvazione degli atti di clemenza) dovranno aspettare ancora prima di diventare protagonisti di una discussione parlamentare.

La situazioni nelle carceri: le denunce dei sindacati di Polizia Penitenziaria

Ma leggendo tra le notizie di cronaca la situazione nelle carceri non sembra essere migliorata molto: gli agenti di polizia penitenziaria, i detenuti e le altre figure che lavorano all’interno delle strutture di detenzione vivono quotidianamente una condizione difficile. Senza andare troppo indietro nel tempo vediamo alcuni episodi accaduti o svelati in questi primissimi giorni del mese di luglio 2016: a Reggio Emilia due agenti sono stati feriti per aver salvato un detenuto che rischiava il linciaggio da parte di altri carcerati, ad Alessandria un poliziotto è stato ferito con una lama da un detenuto mentre lo accompagnava dal medico, a Modena un detenuto ha ingerito 11 pile ed è stato trasportato d’urgenza all’ospedale (impiegando in questo modo cinque agenti e all’interno del carcere, dove il personale è già ridotto all’osso, si è creata una situazione di disagio).

Aggressioni, autolesionismo da parte dei detenuti, carenza di personale, strutture inadeguate: sono solo alcuni degli aspetti che i sindacati di polizia penitenziaria da tempo continuano a denunciare. Il personale si lamenta anche del fatto che viene lasciato completamente da solo a gestire una situazione sempre più grave, dove i disordini, più o meno gravi, sono all’ordine del giorno: il 6 luglio è prevista una manifestazione delle organizzazioni sindacali di polizia penitenziaria davanti al carcere di Modena; a Nuoro (a Badu ‘e Carros sono detenuti anche otto presunti militanti dell’Isis) gli agenti continuano a svolgere con professionalità il loro lavoro nonostante l’inadeguatezza delle strutture, l’organico ridotto e il senso di abbandono causato dall’indifferenza delle istituzioni; a Terni il personale del carcere si è dovuto pagare di tasca propria le mascherine (non fornite dall’Amministrazione penitenziaria) che ha dovuto indossare per via di un sospetto caso di tubercolosi tra i detenuti.

Servono provvedimenti urgenti; il Sappe ha più volte cercato di richiamare l’attenzione su alcuni aspetti critici: vigilanza dinamica e regime aperto hanno portato ad un aumento degli episodi negativi nei penitenziari; questo anche perché l’organico è sotto di almeno ottomila unità, aspetto fondamentale anche considerando il blocco dell’assunzione straordinaria di 800 nuovi agenti. In più non va trascurato un altro aspetto, ovvero quello sanitario: due detenuti su tre presenta almeno una patologia e questo, conclude il segretario del sindacato Capece, ha trasformato le carceri in moderni lazzaretti, con tutte le conseguenze che questo comporta per gli uomini e le donne della polizia penitenziaria.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

Lascia Una Risposta