Italicum 2017, le novità: che cos’è e cosa cambia al testo della legge, a partire da quando, opinioni e chi riguarda

Pubblicato il 4 Ott 2016 - 12:55pm di Ubaldo Cricchi

La nuova legge elettorale Italicum, entrata in vigore da pochi mesi, potrebbe essere cambiata prima che venga applicata: il testo ha ricevuto diverse critiche e negli ultimi giorni il premier Renzi ha aperto le porte ad eventuali modifiche; proviamo a vedere a partire da quando e cosa potrebbe cambiare dell’Italicum.

Renzi apre alle modifiche del testo dell’Italicum, la nuova legge elettorale

Il Presidente del Consiglio ha detto di reputare perfetto il testo della legge elettorale, ma ha detto che se tutti pensano che ci sia bisogno di cambiamenti il PD è pronto ad aprire una discussione; il Premier però ha anche ribadito di considerare l’Italicum meno importane rispetto al Referendum Costituzionale di dicembre, quindi gli “altri” dovranno fare le loro proposte di modifica entro (più o meno) il 10 ottobre, in modo che possano essere portare in Aula prima del 4 dicembre. Alcuni considerano questa apertura al cambiamento del testo della legge elettorale una mossa di Renzi per ricompattare il suo partito e recuperare qualche voto in vista del Referendum sulla riforma Boschi, ma bisogna anche sottolineare che difficilmente verranno prese in considerazione ipotesi che si allontanano troppo dallo schema previsto dall’attuale legge elettorale, il cui contenuto è già stato spiegato in un nostro precedente articolo.

Cosa cambia con le ipotesi sul tavolo: quorum al ballottaggio, Provincellum e Mattarellum 2.0

Se ci saranno modifiche quindi si parlerà solo di ritocchi (qualcuno li ha definiti semplici tocchi di bisturi) che non vadano a toccare le due colonne portanti dell’attuale legge, gli strumenti che secondo Renzi garantirebbero la maggiore governabilità del Paese, ovvero premio di maggioranza e ballottaggio. Le principali ipotesi sul tavolo sono tre; la prima è quella presentata da Pino Pisicchio del Gruppo Misto: questa soluzione prevede sì il ballottaggio, ma al secondo turno deve votare almeno il 50% degli aventi diritto, altrimenti i seggi vengono ripartiti in base al risultato del primo turno; inoltre il premio di maggioranza verrebbe assegnato alla coalizione e non al partito come previsto dall’Italicum. Tra le opinioni su questa soluzione però ci sono anche delle critiche: con l’assegnazione del premio alla lista si correrebbe il rischio di vedere ancora governi di larghe intese.

Dario Parrini (PD) ha proposto il cosiddetto Provincellum, una versione dell’Italicum rielaborata a livello provinciale: questo sistema manterrebbe l’attuale meccanismo di assegnazione dei seggi (premio di maggioranza pari a 340 deputati e ballottaggio se al primo turno nessun partito raggiunge il 40% dei voti), modificandone però il metodo di selezione della classe politica. I collegi in cui è diviso il territorio si moltiplicherebbero, passando da 100 a 618 (più le 12 circoscrizioni estere) in modo da dare la possibilità ai cittadini di conoscere meglio i candidati. Inoltre non ci sarebbero più i capilista bloccati: passerebbero i candidati che ottengono il miglior risultato nell’ambito provinciale della circoscrizione. E qui qualche partito ha un po’ storto la bocca, visto che questo sistema gli impedirebbe di indicare i candidati che potranno entrare in Parlamento, dato che la competizione verrebbe determinata solo dagli elettori.

La terza soluzione è il Mattarellum 2.0, proposto dalla minoranza del PD; questo meccanismo prevede 475 collegi uninominali e tre diversi premi: 90 deputati assegnati al primo partito, 30 al secondo e 23 alle liste che riescono a superare il 2%. Anche in questo caso le critiche riguardano la governabilità, che viene messa in secondo piano rispetto alla rappresentanza: con un premio di maggioranza così limitato il partito che ottiene più voti faticherebbe ad avere i giusti numeri per governare da solo, quindi si ritroverebbe costretto a formare alleanze o, peggio ancora, larghe intese con altre forze politiche.

Info sull'Autore

Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

Lascia Una Risposta