Malagrotta chiude i battenti

Pubblicato il 12 Apr 2013 - 6:32pm di Redazione

Malagrotta: stop ai rifiuti non trattati per la capitale italiana

MalagrottaQuello che potevamo soltanto immaginare è, invece, veramente accaduto questo giovedì: hanno “chiuso” la mega discarica di Malagrotta.

La discarica che gestiva tutti i rifiuti della nostra metropoli, Roma, non può più ricevere rifiuti non trattati – cosa che invece è accaduta fino ad oggi. Un modus vivendi simile al concetto dal produttore al consumatore, il che è abbastanza ripugnante dato che in molte altre città del nostro Paese c’è la raccolta differenziata e funziona anche.

Responsabilità civile, politica, o della pubblica amministrazione? Un po’ di tutto e di tutto un po’, ma quello che è certo è che questo nostro atteggiamento ci costa una procedura di infrazione degli organismi europei e il rischio di una multa da mezzo milione di euro al giorno.

Si parla molto di come liberarsi della spazzatura capitolina e ognuno dice la sua. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha emanato un’ordinanza che autorizza per un mese il trattamento degli indifferenziati negli impianti di Tmb (Trattamento meccanico biologico) Malagrotta 2. Se ci “dovessero” essere residui, però, nessuno problema: c’è sempre l’opzione del trasporto al di fuori della Regione.

Anche il ministro all’Ambiente Corrado Clini preme sulla collaborazione delle Regioni, ma dal Veneto e dalla Lombardia già sono arrivati i primi no, seguiti dalla dichiarazione dell’ assessore piemontese all’ambiente Roberto Ravello: “Siamo assolutamente contrari, anche in ragione del fatto che non si comprende il motivo per cui, a fronte di un fabbisogno stimato dal Ministero di 400 tonnellate/giorno, al solo Piemonte sia stato chiesto un impegno per 600 tonnellate/giorno di rifiuti.

Quindi l’opzione scarico spazzatura in altre regioni non sembra poi così vicina.

Nonostante ciò, però, Alemanno ci rincuora dicendoci che “Questa amministrazione ha individuato la migliore soluzione possibile per garantire i servizi ai cittadini, tutelando la salute dei romani e il decoro della città, scongiurando al contempo la maxi-multa che l’Europa avrebbe comminato all’Italia se non fossimo riusciti a chiudere definitivamente Malagrotta”. La soluzione? Rinviare la chiusura definitiva a giugno – sempre che poi non venga rinviata ulteriormente – e nel frattempo ci penserà Manlio Cerroni, proprietario della maxi-discarica, che ha proposto di mettere a regime l’impianto di trattamento meccanico biologico di Malagrotta 2, che lavorerebbe 500 tonnellate di rifiuti “tal quale” al giorno fino al 21 aprile, quando entrerà in funzione il tritovagliatore a Rocca Cencia, di proprietà dell’Ama.

“Beato chi ci crede” si dice a Roma, ma con le elezioni imminenti forse è meglio che ci facciano credere in qualcosa e meno male che Alemanno ci assicura che a Roma non c’è il rischio di avere spazzatura in strada e che non si corre il pericolo di rivedere quello che in passato si è visto a Napoli.


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