Opposizione a Decreto Ingiuntivo: modello dell’atto di citazione, contributo unificato della mediazione e termine ricorso

Pubblicato il 13 Ott 2017 - 9:36am di Sara Fiori

Oggi parleremo dell’opposizione a decreto ingiuntivo e cercheremo di capire di cosa si tratta e di delineare la caratteristiche principali di questo tipo di pratica. Certamente utilizzeremo un linguaggio semplice che possa essere compreso anche da tutti coloro che non sono dei giuristi e che non frequentano spesso le aule di un tribunale.

Cos’è l’opposizione a decreto ingiuntivo: info e termine ricorso

Per dare una risposta che sia semplice ed esaustiva allo stesso tempo, ci sembra giusto partire da quella che è la definizione di decreto ingiuntivo, anzi, ancora prima, dalla differenza che intercorre fra un decreto ed una sentenza. Quest’ultima è definitiva (solamente in alcuni straordinari casi di impugnazione può essere rivista), immediatamente esecutiva ed ha un’efficacia vincolante maggiore. Il decreto si usa come uno strumento ordinario. Torniamo ora al decreto ingiuntivo. Quest’ultimo si ha tendenzialmente quando una persona non paga un debito ed il creditore si rivolge alla giurisprudenza. Per poter richiedere un decreto ingiuntivo ci devono essere delle prove scritte che certifichino il fatto che il creditore sia davvero tale ed il decreto deve essere notificato (cioè inviato al debitore in questione) entro 40 giorni, altrimenti perde il suo valore. Il decreto ingiuntivo consiste dunque in un provvedimento preso dal giudice nei confronti dell’ingiunto che sarà quindi costretto a restituire la somma dovuta entro 40 giorni. Nella maggior parte dei casi i debiti da risanare consistono in somme liquide di denaro che possano essere esigibili nell’immediato, ma spesso si può trattare anche di cose fungibili. Giunti a questo punto si possono aprire tre scenari: 1) l’ingiunto salda i propri debiti e non si oppone, facendo in questo modo acquisire al decreto valore di sentenza, 2) l’ingiunto non salda i propri debiti e va incontro all’esecuzione forzata (procedimento esecutivo che prevede il pignoramento dei beni), 3)l’ingiunto si oppone, ed ecco che abbiamo l’opposizione a decreto ingiuntivo.

Il tempo che l’ingiunto ha a disposizione per presentare il ricorso e opporsi a questo decreto è di 40 giorni. Da questo termine stabilito in poi, se l’ingiunto si oppone, gli scenari possibili sono plurimi. Il giudice può respingerlo subito e ribadire il debito dell’ingiunto che, se non salderà entro i limiti di tempo stabiliti, dovrà incorrere in un altro tipo di procedimento.

Il procedimento di ingiunzione infatti è una forma speciale ed abbreviata di un processo di condanna. È abbreviata in quanto manca il contraddittorio (tendenzialmente la forma orale nella quale le parti possono parlare, essere interrogate ecc). Nel caso in cui invece il giudice accetti l’opposizione a decreto ingiuntivo (a volte può capitare che la accetti solo in maniera parziale) si avrà un processo di un altro tipo rispetto a quello che si era avuto fino a questo momento. Si aprirà quindi un giudizio a cognizione piena.

Modello dell’atto di citazione e contributo unificato per l’opposizione al decreto ingiuntivo

Per impugnare un decreto ingiuntivo è necessario avere un modello prestabilito che è l’atto di citazione. Quest’ultimo deve essere fatto davanti allo stesso giudice che ha emesso il decreto ingiuntivo.

Andiamo ora a parlare della parte economica del processo. I costi delle procedure giuridiche li stabilisce sempre il giudice alla fine di ogni processo, ed a pagarle sarà chiaramente chi perde la causa. Esiste però una seconda spesa: il contributo unificato. Il contributo unificato è una tassa che, dal marzo 2002, deve essere pagata per sostenere i costi delle procedure giudiziarie. Ogni procedura ha il suo costo differente, ma ognuna ha un’imposta fissa che è quella del bollo, del costo di 27 euro. Si aggiungono poi la tassa di iscrizione al ruolo, i diritti di cancelleria e quelli di chiamata in causa dell’ufficiale giudiziario.

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