Stato islamico: raid sul Califfo

Pubblicato il 22 Apr 2015 - 1:51pm di Irene Masala

Abu Bakr al-Baghdadi, leader indiscusso dello Stato Islamico, sarebbe stato colpito durante un raid aereo delle forze della coalizione guidata dagli Stati Uniti e impegnata a combattere le forze jihadiste in Iraq e Siria. La notizia è stata riportata dal quotidiano britannico The Guardian, che cita una fonte accreditata dal collegamento con gruppi  terroristici, secondo la quale le condizioni del Califfo sarebbero in netta ripresa, dopo alcuni momenti disperati, anche se al momento non sarebbe tornato alla guida dell’organizzazione.

Il Pentagono, però, sembra smentire la notizia. Il raid sarebbe confermato: il 18 marzo c’è stato effettivamente un raid aereo nella zona di al Baji, ma non vi è alcun motivo valido per ritenere plausibile la presenza di al–Baghdadi in quel luogo.

Le voci riguardo le sorti del leader dell’Isis sono state fin’ora numerose, da quelle fittizie in rete e sui social network, a quelle più accreditate provenienti ad esempio dal ministro degli Esteri iracheno, che a gennaio aveva affermato che il Califfo si sarebbe salvato miracolosamente da un attacco a Qaim.

L’ipotesi in questione pare però essere confermata anche da un diplomatico occidentale e da un funzionario iracheno, che hanno assistito al raid diretto contro un convoglio di tre veicoli nella zona di al Baji, mentre secondo il Pentagono, il raid non sarebbe stato rivolto verso degli obiettivi sensibili. Il funzionario, inoltre, avrebbe appreso immediatamente del ferimento di al – Baghdadi e di parte del personale al suo seguito. Notizia che, se confermata, potrebbe modificare drasticamente i deboli equilibri attuali, lasciando le forze dell’Isis senza una guida di riferimento.

Info sull'Autore

Laureata in Scienze Politiche e Giornalismo ed Editoria, da anni si occupa di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse per il Medio Oriente e il conflitto arabo-israeliano. Due grandi passioni, scrivere e viaggiare, l'hanno portata a trascorrere gli ultimi sei anni tra Roma, Valencia e Israele/Palestina. Ha inoltre frequentato il Master in Giornalismo Internazionale organizzato dall'IGS (Institute for Global Studies) e dallo Stato Maggiore della Difesa, nell'ambito del quale ha avuto modo di trascorrere due settimane come giornalista embedded nelle basi Unifil in Libano.

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