Dopo esser stata presentata al Festival del cinema di Roma arriva nelle sale la storia di Fausto e Nadine, “Alaska”. Abbiamo apprezzato il film in anteprima e stiamo per fornirvi a riguardo una recensione con alcuni video di approfondimento.
Recensione di “Alaska”, film in uscita al cinema il 5 novembre
Trenta anni circa lui e venti lei, si incontrano e innamorano sul balcone di un grande albergo parigino, dove Fausto lavora come cameriere e sono tutti e due alla ricerca di una svolta: lui emigrato dall’Italia e lei in attesa di un provino per diventare modella. Fausto, interpretato da Elio Germano, sarà travolto dalla voglia di stupirla questo gli farà compiere un gesto oltre le sue mansioni la cui miccia scaturirà una serie di eventi legati da un filo conduttore: la storia d’amore tra i due ragazzi.
“Alaska” è il nome della discoteca che sarà il perno della storia attorno cui ruoteranno le vicende dei vari personaggi, raccontate dal punto di vista dei due protagonisti, legati da questa epica storia d’amore.
Una storia cominciata più che sul colpo di fulmine bensì sulla compassione tra i due. Entrambi vivono le loro vite pieni di aspirazione. “Ma a te basta questa vita qui? No, non mi basta”, una battuta pronunciata dal protagonista Elio Germano in un dialogo con Nadine.
Il film sviluppa questa relazione tra i due quasi come una gara tennistica di sentimenti in cui i due amanti si passano il centro della scena continuamente. Nonostante questo non si racconta solo una storia d’amore frastagliatamente epica, ma anche si cerca di dare allo spettatore uno spaccato dei nostri tempi, un’immagine il più possibile verosimile della realtà in cui attualmente viviamo.
In questo Cupellini, dopo le recenti esperienze nel lavoro corale di Gomorra (la serie), sotto la sapiente guida di Stefano Sollima, ha affinato le tecniche di regia e ne ha captato i consigli mettendo in piedi un film molto più curato rispetto al precedente “Una vita tranquilla”. Ad esempio lo si può notare nella sequenza dell’incidente d’auto dove lo spettatore è trasportato nel litigio tra Fausto e Nadine, passando l’inquadratura tra i due mezzi busti, e poi di colpo, con un buon lavoro di montaggio, si ritrovano colpiti da questo forte urto.
Servendosi delle penne di Guido Luciano e Filippo Gravino, in “Alaska” Cupellini crea una sceneggiatura in due lingue, francese e italiano, e affida al suo attore centrale uno sforzo recitativo, non solo dal punto di vista linguistico, non indifferente. Elio Germano con ruoli difficili ne è esperto (recentemente ha prestato il suo corpo alla figura di Giacomo Leopardi) e riesce sempre a far sembrare allo spettatore tutto molto semplice recitando in francese e in italiano, creando una escalation emotiva del personaggio in un modo unico come solo lui sa fare.
Non solo Elio Germano nel cast di Alaska
Alla brillante prova di Elio Germano è stata affiancata la bravissima e bellissima Astrid Berges-Frisbey, all’esordio nel cinema italiano, dove si contrappone molto bene come protagonista femminile e a volte riesce anche a togliere, ad Elio, il centro della scena.
Emergono nel cast di Alaska due figure di spicco per il pubblico popolare: Paolo Pierobon (tra i protagonisti di “Squadra Antimafia”) e Marco D’amore (Ciro Di Marzio in “Gomorra, la serie”). Oltre ad esser molto conosciuti per quei ruoli i due sono degli ottimi attori teatrali e in questo film sarebbe stato meglio, per una resa ancor più emozionante del cast, vederli ancor di più all’opera anziché rilegargli poche pose.
Nella troupe del regista emerge, oltre a una coralità ben orchestrata, la figura dello scenografo Paki Meduri che dopo aver affiancato Sollima nei precedenti lavori, mostra le sue doti anche nel film di Cupellini regalandoci degli ambienti credibili e curati nel dettaglio.