Domande al colloquio di lavoro: quali sono le più frequenti e “tipiche” risposte da dare

Pubblicato il 5 Dic 2017 - 3:23pm di Redazione

Il momento del colloquio di lavoro è quello, dopo la selezione sul curriculum da parte del recruiter, in cui il candidato deve mostrarsi pronto e preparato se vuole avere delle possibilità di essere assunto. Per sopravvivere alle domande, spesso scomode, che vengono poste dal selezionatore, è importante difatti, prepararsi e mostrarsi sicuri di ciò che si andrà a dire. Ma vediamo quali sono le domande più frequenti e quali siano le risposte più adeguate.

Domande frequenti al colloquio di lavoro (e risposte consigliate)

Di domande tipiche ce ne sono diverse, alcune che puntualmente si ritrovano sempre e ovunque, qualunque sia il lavoro per cui siete stati chiamati. Altre, ovviamente, dipendono strettamente dall’area lavorativa, di cui ognuna richiede non soltanto esperienze e competenze specifiche, ma quelle che vengono chiamate “soft skills”, cioè doti personali e attitudini, tratti caratteriali spesso necessari per ottenere risultati brillanti in specifici tipi di professioni.

Bisogna tener presenti 3 tipi di soggetti della domanda: l’azienda, voi, l’azienda e voi.

  • Perché vorresti lavorare in questa azienda?

Per rispondere a questa domanda in sede di colloquio è necessario partire preparati, quindi studiate pure a tavolino una risposta concisa e sicura da dare al momento, con consapevolezza rispetto all’azienda e alla posizione lavorativa da ricoprire. Quindi fate leva sul dinamismo della posizione, sull’autorevolezza dell’azienda, sulle potenziali opportunità di crescita professionale,  e se siete molto giovani sulla vostra motivazione personale.

  • Parlami di te, punti di forza e punti di debolezza

La vaghezza di una domanda del genere serve al recruiter quanto siete fiduciosi in voi stessi, quanto siete in grado di raccontarvi e fare autopromozione. L’importante è non esagerare perché un comportamento troppo esaltato può apparire eccessivamente presuntuoso oppure finto. L’ideale è mostrarvi sicuri sia dei vostri pregi che dei difetti, esaltando i primi, in linea con le caratteristiche potenziali di colui che l’azienda ricerca, e dimostrare il lavoro che fate sui vostri difetti per migliorarvi.

  • Quali sono i tuoi obiettivi professionali?

Questa domanda può servire al selezionatore per capire quanto siete interessati a quel lavoro che propongono, quanto aspirate a rimanere in quell’azienda e a ricoprire la specifica posizione lavorativa. Se il lavoro è un lavoro stagionale, non sentitevi in obbligo di dire che in quell’ambito volete lavorare per sempre, soprattutto se siete giovani. Se invece è un lavoro generico e voi siete qualificati per altre professioni, non fate troppo leva sulle vostre massime aspirazioni, ma trovate una risposta che vi renda motivati a fare quel tipo di lavoro, per esempio: “mi piace e vorrei lavorare a contatto con il pubblico”, oppure qualche difficoltà del lavoro che vi permetta di interiorizzare delle skills utili per voi e per le vostre aspirazioni.

  • Hai mai avuto problemi con un capo o un dirigente?

La risposta ideale dovrebbe essere “no”, ma se così non è siate sinceri lo stesso. Se il problema avuto in passato si era creato  soltanto per vostra causa, non enfatizzatelo; puntate piuttosto a esaltare il modo con cui avete risolto, di modo da far fuoriuscire le vostre capacità di adattamento e di compromesso.

  • Come reagite al lavoro sotto pressione?

E’ necessario dimostrare che siete abituati allo stress e che, anzi, vi dà la motivazione e la spinta per lavorare al meglio per raggiungere i vostri obiettivi, e quelli dell’azienda.

  • Preferisci il lavoro di squadra o in autonomia?

E’ probabile che con questa domanda il selezionatore non voglia una sola risposta ma cerchi di capire il tuo livello di leadership, che non dovrebbe comunque superare il necessario: un’eccessiva capacità di leadership potrebbe essere vista come una scarsa capacità di lavorare in gruppo.

  • Come si vede tra 5/10 anni?

Anche questa domanda fa intendere che si vogliono sapere le personali aspirazioni, sia lavorative che non. L’importante è dimostrarsi positivi,ma con in mente progetti adatti al vostro background e soprattutto in linea con le vostre esperienze e con l’età.

  • Se chiedessi ai tuoi amici perché dovrei assumerti, cosa direbbero?

Una domanda simile a questa va a colpire quello che tu pensi sulla tua stessa reputazione tra gli altri. Il modo migliore per rispondere è quello di trovare una frase semplice che vada ancora a sottolineare le tue qualità. Quindi, per esempio “I miei amici direbbero di sì perché ho le qualità necessarie quali..etc”.

  • Hai tu delle domande?

In genere, alla fine di ogni colloquio di lavoro, è consuetudine da parte del recruiter chiedere al candidato se ha a sua volta delle domande da porre. Consigliabile non chiedere di stipendio e ferie ancora prima di essere assunti, ma sollevare per esempio una questione rispetto al settore di attività dell’azienda per esempio, oppure qualche curiosità sulla descrizione che eventualmente è stata fatta ad inizio colloquio.

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