Editoriale Coronavirus, il punto al 21 marzo: tra umanità, tristezza e pandemia (anche nel lavoro)

Pubblicato il 21 Mar 2020 - 12:08pm di Alessandro Spalvieri

Ore 18,00: un po’ di umanità

Ore 18,00. Da quando è iniziata questa storia, come ogni sera, puntualmente io e mia moglie usciamo sul balcone della cucina per ascoltare l’inno di Mameli e la canzone Volare di Domenico Modugno che un vicino di un palazzo qui affianco gentilmente ci fa ascoltare a tutto volume, è un momento importante della giornata, c’è chi scambia due chiacchiere col dirimpettaio, qualcuno canta, qualcun altro come me semplicemente si affaccia per sentire la vicinanza delle persone in una situazione così difficile. Ma questa sera c’è un’aria strana, i quasi 500 morti di ieri hanno fiaccato il vicinato e poche persone si affacciano, sento solo da lontano Strada facendo di Baglioni. Mi domando come sia possibile che persone che vivono vicine, magari da anni, non abbiano mai trovato il tempo, o forse peggio l’interesse, di intrattenere un minimo di rapporto con i propri vicini ed ora costretti da questa triste sorte si sono ritrovati ogni sera alle 18,00 per condividere l’inno, una canzone, una battuta, un semplice tutto bene? Sembra quasi che abbiamo ritrovato un po’ di umanità, ma stasera l’aria è pesante.

Bollettino di venerdì 20 marzo

Ore 18,10. Rientriamo in casa per ascoltare il bollettino della Protezione Civile. Accendiamo la TV, in cuor mio sono fiducioso, sento che finalmente le cose andranno meglio di ieri, ma Borrelli è scuro in volto e non ci vuole molto a capire anche oggi i dati non saranno buoni. Quando poi il responsabile della protezione civile snocciola i dati non mi trattengo e do un pugno sul tavolo. L’Italia conquista il triste record mondiale di morti per Covid-19, con oltre 4000 morti, solo oggi 627, più di 5000 nuovi casi e un totale di positivi che ormai supera i 47 mila. E’ un bollettino da guerra, è la giornata più difficile dall’inizio dell’epidemia, e speriamo che non si vada oltre nei prossimi giorni. Con questi numeri ci vuole poco ad immaginare che  il governo sarà costretto a prolungare chissà fino a quando il fermo della nazione e che i nostri “arresti domiciliari”, passatemela, dureranno ancora a lungo.

Che tristezza

Che tristezza, quanti morti e non credo che finisca qui. Condoglianze e vicinanza alle famiglie che stanno piangendo i loro cari e un abbraccio simbolico a tutti quelli che per motivi di sicurezza non possono nemmeno fare l’ultimo saluto ai loro parenti, come è successo poco fa proprio ad un mio carissimo amico che ha perso il papà. Non solo morti, non dimentichiamolo il virus non sta uccidendo soltanto i nostri cari, Covid-19 sta distruggendo l’intero tessuto sociale ed economico, come mai successo dalla fine della seconda guerra mondiale.

Non solo morti: pandemia del lavoro

Non solo morti. Non dimentichiamolo il virus non sta uccidendo soltanto i nostri cari. Covid-19 sta distruggendo l’intero tessuto sociale ed economico dell’intero pianeta, come mai successo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con il risultato che quando questa storia sarà finita nulla sarà più come prima. Il sistema economico neoliberista che oggi va tanto di moda nelle nostre democrazie occidentali ovviamente non tutela le fasce più deboli della popolazione e dei lavoratori, vedi il Job Act. Precari, tempo determinato, Co.co.co, partite Iva, ecc. sono cresciuti di pari passo con l’affermarsi del sistema liberista e oggi rappresentano una cospicua percentuale dei lavoratori e addirittura la maggioranza assoluta tra i lavoratori più giovani. Lavoratori per lo più senza diritti e senza rappresentanza sindacale, manodopera di bassa leva che in periodi di crisi come quella che si sta prospettando saranno i primi a pagare di persona. La pandemia del lavoro, quella che nei primi anni venti fu la principale causa dell’affermazione dei regimi di ultradestra, deve essere evitata a tutti i costi. Per questo occorre che gli stati riscoprano in tutta fretta la loro funzione originale, quella per cui sono nati alla fine del secondo conflitto mondiale, e che grazie alla massiccia presenza dello stato in tutti i settori strategici (acqua, luce, gas, energia, autostrade, trasporti) ha generato benessere diffuso garantendo nel tempo (vedi gruppo IRI) posti stabili e duraturi.

Caramelle

Caramelle, applausi e un grande grazie a tutti gli operatori sanitari. Voi siete i veri eroi di questi giorni, persone che a rischio della propria vita con coraggio combattono Cobid-19.

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