Flat Tax 2016, che cosa cambia con la riforma fiscale: novità per le partite Iva

Pubblicato il 18 Mag 2016 - 11:38am di Ubaldo Cricchi

Tra i punti cardine della riforma fiscale che porterà tante novità per le partite Iva ci sono la semplificazione e l’introduzione della cosiddetta flat tax; da segnalare anche l’abolizione degli studi di settore, la deducibilità dell’Imu e le nuove regole sull’Irap, che prevedono l’esenzione per ditte individuali e studi professionali con un solo dipendente che si occupa di mansioni esecutive.

Cos’è la Flat Tax e quando arriverà?

Il Governo ha pensato a questa riforma per dare una mano a quel gran numero di “piccole” partite Iva che si sono ritrovate in grossa difficoltà a causa della crisi economica; le novità entreranno in vigore da maggio tramite la presentazione di un correttivo al decreto semplificazioni e saranno valide fino al prossimi dicembre, quando arriverà l’ora della nuova legge di Stabilità. La flat tax è sicuramente l’aspetto principale di questa riforma, ma cos’è? Innanzi tutto il suo nome vero dovrebbe essere Iri, ovvero imposta sul reddito dell’imprenditore ad aliquota unica (probabilmente il 27,5%): le imprese personali che lasceranno gli utili in azienda verranno premiate con l’applicazione di una tassazione proporzionale (Ires) e non progressiva (Irpef). Con l’introduzione della flat tax probabilmente arriverà anche un nuovo sistema d’imputazione del reddito d’impresa, con il criterio della competenza che lascia spazio al criterio di cassa: in questo modo le aziende pagherebbero le tasse solo su quanto guadagnato realmente.

Le altre novità della riforma fiscale per partite Iva: addio studi di settore e spesometro

Un’altra importante novità è rappresentata dall’addio agli studi di settore: nonostante i tanti aggiornamenti effettuati nel corso degli anni, questo strumento continua ad essere considerato poco utile e incapace di rappresentare con precisione la vera situazione economica del contribuente. L’abbandono degli studi di settore, almeno per il primo momento, riguarderebbe solo i professionisti, la cui categoria si distingue per atipicità ed eterogeneità, ma è prevista anche per tutti quelli che comunicheranno tramite trasmissione telematica le operazioni rilevanti ai fini Iva (cioè corrispettivi e fatture). Oltre agli studi di settore si dirà addio anche ad altri tipi di comunicazioni e adempimenti, tra cui lo spesometro, ma solo per quelli che sceglieranno di effettuare la trasmissione telematica di fatture e corrispettivi (a questo punto l’elenco clienti fornitori diventerebbe solo un doppione dei dati già ottenuti dall’Agenzia delle Entrate). Per questi soggetti è prevista anche l’esenzione dall’obbligo di comunicazioni Intrastat e Blacklist e l’accesso prioritario per i rimborsi Iva.

Per gli studi professionali che non hanno dipendenti o ne hanno solo uno che svolge mansioni solo esecutive è prevista l’abolizione dell’Irap. Questa misura è strettamente legata a quanto sentenziato dalla Cassazione, secondo la quale uno studio privo di dipendenti in grado di aumentare la produttività non avrebbe il requisito dell’autonoma organizzazione, necessario affinché possa essere applicata l’imposta. La prossima legge di Stabilità dovrebbe inoltre portare un aumento della queta di deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa (attualmente fissata al 20%).

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Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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