Immigrazione: ennesima morte sui gommoni

Pubblicato il 14 Apr 2015 - 5:48pm di Irene Masala

Il corpo di un migrante, morto probabilmente a causa dell’esalazione di benzina rovesciata dalle onde durante l’attraversata, è stato gettato in mare ed è diventato in breve tempo cibo per squali. Questa l’ennesima vergognosa storia che macchia il nostro bel Mediterraneo, mentre altre nove salme di profughi sono state recuperate ieri dalla Guardia Costiera, in seguito al naufragio di un barcone a circa 80 miglia dalla costa libica. Smentita invece la notizia riportata da alcuni giornali circa una presunta aggressione subita dal rimorchiatore privato “Asso 21” da parte di una motovedetta libica. Il rimorchiatore aveva appena soccorso un barcone e iniziato la fase di recupero dei migranti. Durante il trasbordo, si sarebbe avvicinata  una motovedetta libica a lampeggianti dispiegati con l’obiettivo di recuperare il barcone. Gli uomini in uniforme avrebbero anche  sparato dei colpi in aria nel momento dell’avvicinamento, fatto successivamente smentito dalla Guardia Costiera.

Negli ultimi giorni, probabilmente in seguito al miglioramento delle condizioni climatiche, l’immigrazione è notevolmente aumentata e, con l’arrivo della bella stagione, si prevede un flusso continuo per diversi mesi. Tra domenica e lunedì sono approdati nelle coste italiane più di 2000 migranti, 580 domenica e 677 lunedì a Reggio Calabria, mentre 1.169 sono sbarcati ieri a Palermo, tra i quali donne e bambini. Ennesimi profughi che saranno accolti  dal benevolo governo italiano e incastrati all’interno del sistema di accoglienza, con scarsissima possibilità di veder approvati i documenti che legalizzano la loro situazione. Intanto il ministro degli esteri Gentiloni critica la Ue e propone una risoluzione del problema immigrazione alla radice: “è poco per una superpotenza economica come l’Ue spendere 3 milioni al mese, si devono colpire le organizzazioni che gestiscono questo traffico di persone e stabilizzare la Libia”.

Quella stessa Libia che nel 2011 abbiamo contribuito a destabilizzare.

Info sull'Autore

Laureata in Scienze Politiche e Giornalismo ed Editoria, da anni si occupa di geopolitica e relazioni internazionali, con particolare interesse per il Medio Oriente e il conflitto arabo-israeliano. Due grandi passioni, scrivere e viaggiare, l'hanno portata a trascorrere gli ultimi sei anni tra Roma, Valencia e Israele/Palestina. Ha inoltre frequentato il Master in Giornalismo Internazionale organizzato dall'IGS (Institute for Global Studies) e dallo Stato Maggiore della Difesa, nell'ambito del quale ha avuto modo di trascorrere due settimane come giornalista embedded nelle basi Unifil in Libano.

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