Io e Lei, film di Maria Sole Tognazzi, rappresenta la più classica delle commedie d’amore in un giusto equilibrio di tensione, ironia e straordinaria normalità
Nel pieno pomeriggio di un neonato ottobre, vien facile la voglia di recarsi al cinema, soprattutto se tra gli ingredienti del perfetto clima da grande schermo subentra l’abbondante pioggia scesa nelle precedenti ore su Roma. Tra curiosità, dubbi e perplessità, sono stati tanti i commenti che han preceduto l’uscita di Io e Lei, film largamente sponsorizzato e successivamente chiacchierato attraverso la moderna realtà social. Il fatto che si trattasse di una relazione omosentimentale tra due donne calamitava già di buon grado l’attenzione di tutti, se poi si aggiunge il “dettaglio” che per interpretare le protagoniste di tale relazione siano state scelte due tra le attrici italiane più sensuali ed acclamate, risulta facile immaginare quanto certi pregiudizi ben crescevano nell’arida terra dei commenti da tastiera.
Buy-Ferilli, talmente opposte da sembrare fin troppo credibili
Sempre più in Italia la questione delle unioni civili diventa oggetto di dibattiti, spesso affrontati in perfetto stile chiacchiere da salotto per la facilità con cui si prendono posizioni in merito, proprio per questo Io e Lei casca a fagiolo nel tentativo di illuminare la mente dei più scettici. Come già noto, il tema dell’omosessualità, soprattutto nel Bel Paese, viene spesso ricollegato ad uno spaccato prettamente maschile, lasciando ai sentimenti omosessuali tra donne una sorta di discriminazione nella discriminazione. Maria Sole Tognazzi ha osato, non tanto sul soggetto cinematografico intorno al quale costruire il film, quanto soprattutto nella scelta delle due attrici che avrebbero poi dato volto ai suoi personaggi: Sabrina Ferilli e Margherita Buy. Attrice popolare e sanguigna la prima, sofisticata e “di nicchia” la seconda, entrambe rappresentano un importante spaccato del cinema contemporaneo, probabilmente da considerarsi più vicine allo stereotipo della classica donna che non deve chiedere mai, piuttosto che a quello di una coppia omosessuale credibilmente innamorata. Fino a pochi giorni fa, molta curiosità aleggiava intorno alla figura di Sabrina Ferilli, considerata sin da subito come poco credibile per impersonare una delle due metà di Io e Lei ma ad oggi possiamo testimoniare quanto la scommessa di Maria Sole Tognazzi si sia rivelata vincente divenendo effettivamente come una delle più gradevoli sorprese dell’intera pellicola.
Io e Lei, spontanea ironia e lacrime come nelle migliori commedie romantiche
Parliamo di gradevole sorpresa perché probabilmente in pochi si sarebbero aspettati di vedere Sabrina Ferilli protagonista di una prova recitativa così convincente, proprio perché in possesso di un’immagine decisamente distante dai classici stereotipi omosessuali. E proprio qui subentra il talento di Maria Sole Tognazzi, regista capace di riconoscere in determinati volti e personalità un qualcosa che possa rispecchiare sullo schermo ciò che la sua mente ha precedentemente creato. Io e lei è un film brucia-tempo per il perfetto equilibrio tra momenti di suspense, di risate, ma anche di rabbia e commozione. Margherita Buy risulta egregia nel suo ruolo, un po’ nevrotica e un po’ vittima ma con tanta voglia di rompere i propri schemi per lasciar spazio ad un’innata ironia. Il rapporto tra lei e Sabrina Ferilli risulta credibile, in barba dunque ai pregiudizi che hanno anticipato l’uscita di Io e Lei, merito in definitiva della bravura con cui le due attrici hanno ricreato gesti, sguardi e tensioni tipiche di tante coppie, omosessuali o eterosessuali che siano. La straordinaria normalità della loro relazione, rendono Io e Lei una commedie romantica tra le più classiche, di quelle in cui in sala si fa il tifo per la coppia fino al termine del film. Bravi tutti per quello che si è rivelato come un lavoro ben riuscito e per un risultato da consigliare a chiunque, scettici compresi. Apprezzabile, soprattutto dopo gli ultimi fatti di cronaca, il tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle unioni civili e quindi di rompere il silenzio proprio perché, come si dice in certi casi: bene o male, purché se ne parli.