L’inganno con Nicole Kidman: recensione, trama e commento sul film

Pubblicato il 25 Set 2017 - 10:32am di Francesco Salvetti

Quando in Virginia ci fu la guerra Civile la gente si arrangiava come poteva. Qualcuno coltivava la terra, altri mandavano i loro figli in battaglia. Destino diverso quello che legava le vite di Miss Martha e delle sue studentesse che, pur in assenza di conflitti, mantenevano sempre il loro stile di vita. Nella scuola di Miss Martha si imparava tutto lo scibile e venivano formate le future madri di altrettanti figli.

Ma cosa succede se di fronte a un collegio di sole donne si presenta un soldato ferito?

Chiamarsi “Coppola” non è mai facile. Sei soggetto a pregiudizi e se sei donna, è ancor più difficile. Può mai la figlia del padre cinematografico del “Padrino” diventare una grande regista? Si. Da quasi 20 anni Sofia sta costruendo la sua strada a dispetto del Francis padre. Ha regalato al pubblico internazionale 7 film, densi di una sua visione del mondo e di un suo punto di vista acuto sulla vita. Il film che senza dubbio risulta essere il più intimo è “Somewhere” dove, grazie a una storia sulla carta inventata, è riuscita a metaforizzare di se stessa e la sua esperienza a fianco di un padre così importante. Il film le ha regalato il Leone D’oro alla mostra del cinema di Venezia. Il premio più importante però, le è arrivato nel lontano 2003 con il suo secondo film “Lost in Translation” che ha permesso a tutto il mondo di conoscere oltre a lei, il talento di Scarlett Johanson. L’Oscar è sicuramente una tappa che dopo 14 anni vorrebbe rivivere, magari proprio con questo film.

L’inganno è tratto dal romanzo di Thomas Cullinan, definito da Stephen King “un romanzo Gotico oscuro e febbrile”, arriva nelle sale italiane dopo aver vinto la miglior regia al Festival di Cannes 2017 ed aver riscosso un buon consenso tra la critica di tutto il mondo. Seppur può essere un remake del film anni 70 “La notte brava del soldato Jonathan” (con Clint Eastwood), il film si affida molto al libro di Cullinan e si incentra sulle passioni delle donne esaltando i talenti di ognuna delle attrici.

Sofia ha chiesto alle sue attrici di scrivere un diario giornaliero, durante il periodo di set, dove potessero rivelare le proprie fantasie più recondite, per permettergli al meglio di andare sulla scena e fare lo stesso. La Coppola, riesce a convogliare le varie metodologie di approccio di una donna nei confronti di un uomo, giocando col suo cast e ammalgamando le prestazioni attoriali con quelle del suo cast tecnico.

Se da un lato emerge, fra tutte, il talento di Kristen Dunst prossima a ritirare qualche riconoscimento in giro per il mondo; dall’altro questo film può dire la sua nella corsa agli Oscar anche con due ruoli tecnici: Costumi e fotografia.

La regista sa giostrarsi abilmente all’interno dei film in costume (nel 2007 “Marie Antoinette”ha permesso alla nostra Milena Canonero di vincere il suo terzo Oscar). Per avere questi riscontri bisogna scegliere in maniera accurata il proprio staff, per questo è stata contattata StaceyBattat, costumista che ha già lavorato con la Coppola in Somewhere e Bling Ring, chiamata qui alla prova più importante.

Un altro membro del cast tecnico è il direttore della fotografia Philippe Le Sourd, allievo del braccio destro di Bernardo Bertolucci Darius Khondji, ha ricreato assieme alla scenografa Anne Ross, le stesse atmosfere che si respirano dalle pagine del libro di Cullinan. Il film è un thriller in costume che si annida nell’universo femminile indagando tra le sfere più intime.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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