L’ora più buia: recensione del film su Winston Churchill con Gary Oldman diretto da Joe Wright

Pubblicato il 18 Gen 2018 - 9:08am di Francesco Salvetti

Arriva nelle sale “L’ora più buia”, film su Winston Churchill con Gary Oldman e diretto da Joe Wright. Vi forniremo video, recensione e commento.

Siamo nel 1940, Londra. Hitler ha da poco invaso la Polonia e si avvia alla conquista di tutta Europa, l’Italia è diventata succube della Germania e l’Europa si apprestava a sparire. Il prossimo passo del dominio Nazista sarebbe stato conquistare il Regno Unito. In quegli anni Neville Chamberlain era primo ministro, ma una volta dimessosi nel Regno Unito mancava una vera e propria guida. Così dopo lunghi dibattiti è stato scelto Winston Churchill per fare da guida in un periodo buio come quello della seconda guerra mondiale. Ma è meglio trattare con un dittatore o non arrendersi?

L’ora più buia: recensione del film (2018)

Diretto da Joe Wright e distribuito da Universal Pictures Italy, arriva nelle sale “L’ora più buia”. In questo film viene raccontato un periodo ben preciso della vita di Churchill. Un uomo che con un gesto ben preciso ha cambiato la linea politica della seconda guerra mondiale. Ha permesso agli alleati di credere in qualcosa, di non sottomettersi ma di rispondere a un tiranno, “un leone” (come viene definito nel film). Il film di Wright si schiera nettamente a favore di uno spirito europeista lontano dalle cronache di tutti i giorni, nonostante ciò però mantiene una matrice prettamente commerciale lasciando spazio a momenti di autorialità.

La ricercatezza, la cura nei dettagli e la gestione delle  posizioni sullas cena sono di stampo prettamente teatrale frutto di un lavoro minuzioso e di preparazione al film figlio di una rivalsa sul precedente Pan (insuccesso di critica e pubblico) e di un aspirazione in termini di Oscar. Nonostante ciò delude un po’ quando in alcuni momenti riprende il protagonista: se delle volte desta dei dubbi se sia un attore o il vero Winston, in altri si nota palesemente l’attore truccato, bene si, ma finto.

Proseguendo la nostra analisi tecnica non possiamo che evidenziare il sapiente lavoro effettuato dal direttore della fotografia  Bruno Delbonnel. Nelle prime immagini, quelle delle dimissioni di Chamberlain si nota una gestione della luce di stampo quasi “Caraveggesco” visto che ricorda il quadro esposto a Roma “la Conversione di San Matteo”.

In questo film c’è una forte presenza tricolore all’interno del cast tecnico, nei ruoli del montatore e del direttore delle musica. Valerio Bonelli, al montaggio, detta i tempi e i ritmi del film, non solo come tagli di scena ma soprattutto per gli stati emozionali rappresentati dagli attori, il tutto reso possibile anche grazie al lavoro di Dario Marianelli che a stretto contatto con regista e montatore realizza un ottimo lavoro.

Se Joe Wright punta dritto all’Oscar chi sicuramente ci si avvicinerà molto di più è proprio Gary Oldman., il Sirius Black di Harry Potter. Gary Oldman, come una guida scout, si carica sulle spalle il film e da quando entra in scena non andrà via mai più. Accettando questo ruolo Gary ha rischiato di cadere nel banale nella macchietta, ma in realtà da grande attore Britannico ha preparato la parte studiando ogni minimo dettaglio sui tic e sulle caratteristiche di Churchill, per concorrere il 4 Marzo 2018 a un premio che anche solo per la carriera, merita già da tempo. Per tutti gli amanti della storia, delle grandi interpretazioni, non mancate a questo grande appuntamento.

Info sull'Autore

Laureando in Ingegneria Gestionale presso l'università di Tor Vergata, da sempre appassionato di cinema e inviato per eventi cinematografici per Corretta Informazione.

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