Dati sul lavoro, il Ministero si corregge: i posti fissi in più sono solo la metà

Pubblicato il 27 Ago 2015 - 11:34am di Ubaldo Cricchi

I conti non tornano. Il Ministero del Lavoro annuncia che nei primi sette mesi del 2015 sono stati registrati oltre 630.000 assunzioni con contratto a tempo indeterminato in più rispetto al 2014, ma nel giro di 24 ore circa la metà di questi lavoratori è svanita nel nulla. Ancora una volta dal Governo sono arrivati numeri poco attendibili (e stavolta particolarmente distanti dalla realtà), un problema già sottolineato in passato da Giorgio Alleva, presidente dell’Istat.

La correzione del Ministero: spariscono 303.000 posti fissi

Il Ministero quindi è dovuto correre ai ripari, pubblicando una seconda nota per correggere il primo comunicato: dall’inizio del 2015 i contratti a tempo indeterminati registrati in più sono “solo” 327.758. Un numero dato dalla somma del saldo tra attivazioni di nuovi contratti di lavoro e cessazioni di vecchi (saldo positivo di 117.498) e delle stabilizzazioni (210.260).

Tra un comunicato e l’altro sono scomparsi quasi 303.000 lavoratori. Nella seconda nota viene spiegato che i primi dati comunicati sull’incremento delle attivazioni di contratti a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso sono inferiori rispetto a quelli reali (39,3% e non 30,5%), ma l’errore più grave è stato commesso nel conteggio delle cessazioni di contratti, che non sono state 2.622.171 come indicato inizialmente, ma 4.014.367: quasi 1,4 milioni in più.

La confusione sui dati del mondo del lavoro

Il Governo fa bene a sottolineare la crescente tendenza a trasformare le forme di contratto di lavoro precario in contratti più stabili e anche i risultati positivi del bonus contributivo. Quello che va decisamente meno bene è la confusione che viene creata sui reali dati del mondo del lavoro: quanti sono davvero i nuovi contratti a tempo indeterminato? Per fortuna da Settembre Ministero, Inps e Istat comunicheranno in maniera unica le cifre.

La manipolazione dei dati per farne un eccessivo uso politico scredita l’Istat e crea confusione tra i cittadini: lo aveva detto non molto tempo fa il presidente dell’istituto di statistica. Ma errori di calcolo di questa entità sulla crescita dei posti fissi forse non erano neanche immaginabili

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Sardo trapiantato in Umbria, dopo una lunga gavetta da articolista, posso vantarmi di essere un giornalista pubblicista. Convinto oppositore della scrittura in stile SMS, adoro gli animali e la musica.

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